ESCLUSIVA PSB – Bianco (prep. atletico): “Tutino è una macchina. Sibilli? Capacità da Serie A, Acampora ha una struttura importante”
Il Prof. Bianco ai nostri microfoni
Preparatore atletico attualmente nello staff di Vincenzo Feola con il Matese, il Prof – come vengono menzionati i preparatori atletici in qualsivoglia categoria – Tommaso Bianco è tra i più noti, elogiati e applauditi professionisti del panorama campano, che continua a onorare nelle tante esperienze, sia professionistiche che dilettantistiche, che ne stanno caratterizzando la carriera. Un lavoro, quello di Bianco, apprezzato anche da calciatori attualmente determinanti in Serie B, che si servono delle sue competenze nei pre-ritiri estivi e per continui confronti durante la stagione sportiva. Parliamo di eccellenze come Gennaro Tutino, Giuseppe Sibilli, Gennaro Acampora, così come di gemme dell’ultimo ventennio calcistico quali Pasquale Schiattarella, che nonostante il tempo che passa continua a giocare e incidere in Serie C. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni, il Prof ha parlato dei “suoi” ragazzi.
Prof, la parola va lasciata a lei.
“Parto da Acampora, è il primo anno che ho il piacere di allenarlo, non lo conoscevo, è venuto da me tramite Daniele Franco della Turris. È un ragazzo di poche parole e tantissima professionalità, mi ha fatto un’impressione notevole sotto l’aspetto umano, oltre che ovviamente quello calcistico. Ha grandissime doti fisiche e una struttura importante, che ha dei ritmi di vita corretti, grazie ai quali riesce a essere un calciatore del livello che occupa”.
Con Sibilli, invece, la conoscenza è oramai piacevolmente datata.
Conosco Giuseppe da tantissimi anni, perché ho avuto l’onore di allenare il padre in diverse squadre, ergo come si suol dire buon sangue non mente. Parliamo di un ragazzo partito dal basso, dall’Eccellenza, per poi scalare la montagna fino alla Serie B: la cosa che lo contraddistingue è l’umiltà, oltre che la voglia di arrivare e la determinazione. È una persona disponibile, aperta al confronto e, tornando a parlare di struttura fisica, ha delle capacità che reputo importantissime, a mio avviso da Serie A, dove gli auguro di arrivare. Consentimi una menzione su un altro profilo che alleno”.
Prego.
“Pasquale Schiattarella, che con me non fa solo il pre-ritiro ma anche delle sessioni durante il periodo natalizio. Parliamo di un giocatore molto affermato, che già sa cosa deve fare: lo apprezzo notevolmente perché, nonostante l’esperienza e la carriera, si allena come un diciottenne. È devastante, immette passione in ogni esercizio”.
Tutino ha preso, con merito, lo scettro di leader tecnico e attitudinale del Cosenza.
“Con Gennaro ho un rapporto che va oltre il calcio, ci sentiamo praticamente ogni settimana per confrontarci, non a caso mi aggiorna sui suoi allenamenti, dunque c’è uno scambio di considerazioni anche a distanza. Sono davvero contento di mantenere questo rapporto da oramai 6-7 anni con lui, tra di noi c’è una stima viva, sincera, pura. Mi chiede consigli per quelli che possono essere allenamenti extra: non me ne vogliamo gli altri, ma lui ha la predisposizione fisica dei calciatori importantissimi, è una macchina, ha una marcia in più, per un preparatore rappresenta il calciatore perfetto. Non può essere un caso, perché parliamo di un atleta che cura i minimi particolari, fa un’alimentazione specifica, non si ferma a ciò che gli indica l’allenatore ma abbina tantissima meticolosità fuori dal campo. Lui sa di avere una struttura eccezionale ma, allo stesso tempo, è consapevole di doverla curare per bene perché può rischiare di avere problemi in caso di sottovalutazione”.
Ha toccato un punto molto interessante: Gennaro ha una struttura fisica e capacità atletiche importanti sin dai suoi inizi, ma la sensazione è che abbia lavorato molto sul suo corpo, e di conseguenza sul modo di stare in campo, in queste stagioni.
“Quando ho conosciuto Gennaro aveva già una struttura fisica importante, ma andava lavorata. Oggi, a mio avviso, ha raggiunto la perfezione: non so quanti calciatori ora in Serie A possano essere accostati, sotto questo punto di vista, a Tutino, perché rivedo la sua fisicità nei calciatori del Bayern Monaco, così come del Barcellona o del Paris Saint-Germain. Qualcosa, dunque, da primissimo livello”.
Quanto, secondo lei, oggi la componente atletica influisce nelle prestazioni dei calciatori e, al contempo, nell’applicazione dei principi di gioco?
“Negli anni ho avuto il piacere di allenare anche nei professionisti, ma ho quest’idea: non solo le categorie a fare gli uomini, ma gli uomini a fare le categorie. Spesso, anche nei dilettanti, trovi calciatori desiderosi di crescere e migliorare. Il calcio è cambiato, oggi a prescindere dai valori tecnici si gioca tenendo in grandissima considerazione la parte fisico-atletica, ergo noi preparatori dobbiamo lavorare in simbiosi con gli allenatori, perché spesso il lavoro atletico cammina a braccetto con quello atletico. Un tempo si parlava di distanze e Test di Cooper, metodologia in cui non credo – pur non criticando chi ne fa uso – perché a mio avviso anacronistica”.