ESCLUSIVA PSB – Kukoc: “Brescia, Corioni indimenticabile. Como? Fu un disastro”
Il laterale sinistro in esclusiva ai nostri microfoni.
Vulcanico, mai banale, avverso a qualsiasi forma di compromesso. Tonci Kukoc, laterale sinistro, nel suo intenso percorso nel mondo del calcio è passato anche per la nostra Serie B, categoria che ha vissuto e assorbito con Brescia, Como e Livorno. Ritornato in patria, il croato classe ’90 è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, così da ricordare i tempi che furono.
La tua esperienza più proficua in Italia è stata certamente quella con il Brescia dell’indimenticato presidente Corioni. Oggi il club è sotto l’egida di Cellino: sulla base del tuo vissuto e di quello che vedi dall’esterno, ti andrebbe di paragonare i due profili?
“Non conosco Cellino, ma posso dire con certezza che il Presidente Corioni è stato un grande uomo, solo legato a lui esclusivamente da cosa belle. Ha scritto la storia con il Brescia”.
Nel tuo Brescia giocava Valerio Di Cesare, oggi Capitano del Bari. Che ricordo e opinione hai di lui?
“Quell’estate Corioni fece una bella squadra e investì tanti soldi: Di Cesare, Pacci, Budel, Carracciolo, Scaglia, Benali. La maggior parte dei giocatori conosceva la Serie A. In merito a Valerio, posso affermare che è un bravo giocatore e una persona per bene”.
Hai vissuto una breve parentesi anche a Como: erano altri tempi, con più problemi e meno ambizioni. Che ricordi hai della piazza e come vedi il presente del club?
“Quando sono arrivato al club quell’inverno, è stato un disastro: le persone che gestivano il club, parlo del Presidente e i suoi soci, hanno letteralmente distrutto il club, non c’erano soldi, nessuna disciplina, niente. Il direttore non parlava con il mister, mentre quest’ultimo diceva una cosa e ne faceva un’altra, una situazione incredibile: ti guardava negli occhi e ti mentiva. Quell’anno il Como fallì, ma non fu l’unico club, fallirono tanti grandi compagini con una lunga storia e un esercito di tifosi. Una cosa non mi era chiara: raramente qualcuno ne era responsabile, ma quando distruggi una società andresti radiato dal calcio. Ora seguo il Como, la situazione è migliorata a 360°, persone sane gestiscono il club, hanno ambizione, gli auguro il meglio, ho avuto un ottimo rapporto con i tifosi. Mando loro un grande saluto”.
Nel corso delle tue tappe italiane hai incrociato tantissimi calciatori di livello. C’è qualcuno che ti ha particolarmente sorpreso per l’evoluzione che ha avuto?
“A Brescia c’era un attaccante Andrea Caracciolo, un grande giocatore, mentre a Livorno giocavo con Vantaggiato. Mi dispiace molto per Sodinha, è stato un qualcosa senza precedenti: con quella tecnica, quando aveva la palla tra i piedi, avrebbe dovuto fare al 100% una carriera più grande, è un vero peccato”.
Valutando l’attuale livello tecnico-tattico della Serie B, credi che ci sia stata una crescita rispetto alla tua fase?
“Quando giocavo in Serie B c’erano grandi giocatori, molti avevano 30 anni e più, erano esperti, quindi era più difficile giocare. Oggi ci sono molti giovani, che hanno tutto per avere successo nel calcio, ma mancano di carattere, al primo problema si arrendono, ma la vita non è mai facile, bisogna lottare, non mollare e credere in se stessi. Oggi ogni partita di Serie B è su Sky Sport, tutti guardano, le possibilità di successo sono grandi, ma come ho detto, la testa e il carattere giocano un ruolo importante nel successo”.
Parliamo di te: cosa c’è nel tuo futuro?
“Sono in Croazia, gioco a calcio, grazie a Dio sono vivo e vegeto, sto cercando di andare in Asia, vedremo ora a gennaio cosa succederà, sempre per volere di Dio. È importante che io sia fisicamente pronto, l’occasione sicuramente arriverà “.