ESCLUSIVA PSB – Ursino: “La Cremonese con Giacchetta sta lavorando bene, il Cosenza sarà la sorpresa”
L'intervista in esclusiva a Beppe Ursino, storico ds del Crotone
27 anni tra Serie A, Serie B e Serie C non si dimenticano facilmente. E infatti la storia di Giuseppe Ursino con il Crotone racconta esattamente questo, il paradiso raggiunto con merito e seguito anche da una fase calante, perchè il calcio, alla fine, è fatto così. Ma nei buoni e nei cattivi momenti la filosofia è sempre stata la stessa: entusiasmo e passione sempre al primo posto, un dictat non banale per un direttore sportivo che ha scritto pagine indelebili della storia del Crotone. Intervistato in esclusiva ai nostri microfoni, Giuseppe Beppe Ursino ci ha raccontato qualche aneddoto della sua carriera, lanciando anche qualche segnale sul prossimo campionato di Serie B e non solo.
Ecco le parole in esclusiva di Beppe Ursino:
Cominciamo dalla situazione attuale che avvolge il campionato di Serie B e finisce per avere conseguenze anche su tutti gli altri. Come se la spiega? E soprattutto come si può evitare una situazione del genere?
“Sicuramente è una situazione non bella, ma alla fine più o meno ogni anno succede qualcosa. Mai i campionati iniziano come dovrebbero, e quest’anno andranno per le lunghe. Io credo che ci sia la necessità di intervenire prima, alla fine è semplice: le regole vanno rispettate da tutti, punto. Chi ha la possibilità e una dirigenza forte che agisce nella norma e nel rispetto delle regole può giocare, gli altri no. Poi alla fine il giudice supremo è sempre il campo, perchè è lui a parlare. Quando si creano queste situazioni è sempre spiacevole, perchè ogni società stila una tabella di marcia e ha dei programmi ben definiti, rimandare, recuperare e rimanere nell’incertezza non fa bene a nessuno. Aggiungo un’altra cosa, una mia battaglia che porto avanti da tempo: il mercato non si dovrebbe fare durante il campionato, dovrebbe chiudere prima dell’inizio delle competizioni. Muoversi sul mercato durante l’inizio della stagione credo sia una cosa totalmente sbagliata”.
Che effetto fa vedere una Serie B senza il Crotone ma con il Catanzaro e il Cosenza?
“Il Crotone dopo più di10 anni di B e 3 di A non è sicuramente al suo posto in Serie C. Però va detto che l’anno scorso ha fatto un grande campionato ma è mancata fortuna. Si può vincere e si può perdere in campo, fuori ugualmente bisogna dare il massimo per fare in modo che i bilanci siano sempre puliti e tutto il resto. Certo, mi fa strano dopo tanti anni non leggere il Crotone tra i grandi nomi di Serie B o addirittura in Serie A”.
Come mai la scorsa estate dopo 27 anni al fianco del presidente Vrenna ha preso la decisione di lasciare?
“Non è stata una decisione facile. Ad essere completamente onesti mi sarebbe piaciuto lasciare quando eravamo in Serie A, già lì credo fosse il momento giusto per poter salutare. Ma poi alla fine non me la sono sentita. Devo essere onesto, non mi sono pentito, non sono rammaricato, il mio grande rapporto con il Presidente mi ha portato a lavorare qualche altro anno con il Crotone. L’importante è guardare sempre avanti”.
In questa annata sono arrivate delle chiamate? E soprattutto Beppe Ursino è pronto a rimettersi in pista?
“L’anno scorso sono stato contattato dal presidente del Cosenza ma dopo gli ultimi due anni molto stressanti di Crotone non me la sono davvero sentita. Quest’anno c’è stato qualche approccio ma nella mia mente o è una cosa davvero seria oppure non mi intriga. Voglio tornare in pista ma devo trovare una situazione che mi prenda davvero e mi coinvolga, e in realtà devo essere onesto anche in questo caso; mi intriga di più l’idea di ricoprire una nuova carica di consulenza, come quella di responsabile dell’area tecnica adesso come adesso. Però sì, nel frattempo non mi sono mai fermato, studio di continuo e mi invitano a vedere partite, osservo giocatori e squadre, non riesco a stare fermo”.
Guardando al mercato attuale di Serie B, c’è qualcuno che sta facendo un mercato superiore?
“La Cremonese sta facendo una grandissima squadra, una squadra che vuole vincere il campionato. Giacchetta sta lavorando bene, trovando giocatori ideali per la B e giovani interessanti. Mi sembra più avanti rispetto alle altre ma attenzione a parlare troppo presto, siamo ancora all’inizio. Il Catanzaro sta facendo buoni acquisti con i giovani ma credo serva ancora qualche giocatore di esperienza, però nel complesso hanno un ottimo allenatore e già una buona squadra. Poi dico una cosa: attenzione al Cosenza, può essere la sorpresa del campionato. Stanno lavorando tutti bene, li ho visti, e soprattutto dopo l’anno scorso hanno guadagnato anche la mentalità che ti porta ad ottenere risultati importanti, saranno una sorpresa”.
Nella carriera di un direttore sportivo, c’è un aspetto più importante degli altri? E ci sono dei modelli da prendere ad esempio?
“Per essere un direttore sportivo devi avere la competenza di gestire tutto, ma credo che la caratteristica principale di un buon direttore debba essere l’intuito. Rispetto ad un po’ di tempo fa è cambiato tutto però, bisogna abbinare intuito a capacità di gestione non da poco, serve uno scouting importante e una comunicazione efficace, è un mestiere a tutto tondo. Tra i direttori sportivi attuali mi immedesimo in Giuntoli perchè abbiamo sempre avuto idee simili sulla costruzione delle squadre e su determinati giocatori, basti pensare a quello che ha fatto a Napoli. Ma in generale ci sono tanti direttori validi e con cui mi sono interfacciato molto, Sabatini, Ausilio e Marotta per fare tre nomi. Tra gli emergenti posso assicurare che Manna farà una grandissima carriera, poi stimo tanto tanto Accardi e Polito“.
In 27 anni di talenti a Crotone ne sono passati tantissimi. C’è un colpo che più di tutti ancora oggi suscita emozione?
“Credo che Bernardeschi fosse davvero incredibile, si vedeva che aveva tutto per sfondare. Poi, Jeda è stato straordinario, De Florio poteva fare qualsiasi cosa. La verità è che ho lavorato con giocatori fortissimi. E poi tanti di quelli che ho portato a Crotone sono diventati anche allenatori, ma io già me l’aspettavo. Su Palladino non ho mai avuto dubbi, era già evidente all’epoca. Per non parlare di Juric, faceva il calciatore ma era già allenatore. In futuro invece vi dico che Benali diventerà allenatore, anche lui ha queste caratteristiche”.