15 Maggio 2018

ESCLUSIVA PSB – Ballotta: “Modena discorso simile al Parma. Ducali in lotta per la A? Sono sorpreso”

Sembri che Marco Ballotta, tra una parata e l’altra, abbia avuto modo di trovare l’elisir della giovinezza. Una supposizione la nostra che trova riscontro nell’interminabile carriera del giocatore emiliano. Una volta appesi i guantoni al chiodo, l’oggi 54enne, non ha desistito certo dalla sua voglia di calcio. Dapprima come attaccante, per lui un ritorno al […]

Sembri che Marco Ballotta, tra una parata e l’altra, abbia avuto modo di trovare l’elisir della giovinezza. Una supposizione la nostra che trova riscontro nell’interminabile carriera del giocatore emiliano. Una volta appesi i guantoni al chiodo, l’oggi 54enne, non ha desistito certo dalla sua voglia di calcio. Dapprima come attaccante, per lui un ritorno al ruolo, e successivamente di nuovo come portiere: il tutto a seconda delle esigenze della squadra. Una carriera dedicata al mondo del calcio, nella quale Ballotta ha lasciato il segno con le maglie di Parma, Modena, Inter, Lazio e non solo. Contattato dalla nostra redazione, l’ex giocatore ha raccontato aneddoti e considerazioni sulla sua carriera e varie.

La svolta della sua carriera prende corpo a Modena. Attualmente la società vive nell’incertezza societaria, nonostante ciò ritiene che gli emiliani possano tornare dove gli compete o gli aspetta davanti un lungo cammino?

“Secondo me si parla di un discorso simile al Parma. Si sono avvicinati diversi imprenditori importanti e che vogliono fare bene le cose e di conseguenza chi si aggiudicherà il bando lo farà con intenzioni serie: vogliosi di riportare il Modena dove merita. Ci sarà sicuramente tanto lavoro da fare dal settore giovanile in su e quindi ci vorrà del tempo ma ci sono i presupposti per quali rivedere il Modena ai livelli che gli competono.”

Fece il suo esordio in A con la maglia del Cesena. I bianconeri hanno un organico che comprende qualità ed esperienza, si aspettava di più da questa compagine nell’arco di questa stagione?

“Purtroppo sta passando un momento a delicato anche a livello societario e perciò la serenità non è sicuramente alta, di conseguenza quando hai una situazione del genere fuori dal campo fai fatica. È indubbio che il discorso economico e quello campo sono due cose diverse anche se possono andare di pari passo. Fino alla fine se la giocheranno, magari le attese erano diverse, ma non sempre “2+2 fa 4”. È sicuramente fondamentale che risalga, altrimenti la vedo grigia anche per il Cesena.”

Dal disastro societario al giocarsi la promozione in serie A dopo pochi anni. Quanto crede nel progetto Parma?

“Il Parma ha dimostrato che nel giro di tre anni possa arrivare alla promozione diretta in A, anche se sarà difficile. Però da loro di più non si ci può aspettare, in tre anni sono ritornati agli albori giocando in un campionato importantissimo come se nulla fosse accaduto. Tutto ciò non me l’aspettavo, nonostante la dirigenza aveva tutte le premesse per fare una buona stagione. Non sempre i soldi sono tutto, questo dimostra che c’è anche un organico dietro all’altezza della situazione.”

Con Carlo Ancelotti raggiunge, con la Reggiana, la promozione in Serie A. Quanto è stato determinante il campo e quanto l’allenatore?

“È stato determinante tutto. All’inizio si era allestita una squadra per poter puntare a vincere il campionato ma dopo 5-6 giornate eravamo in fondo alla classifica e si vociferava che ci fosse il cambio di allenatore dunque noi giocatori ci siamo opposti e la società ci ha ascoltato. Da lì siamo ripartiti inanellando una serie di vittorie che ci ha poi consentito di arrivare alla promozione diretta. Non è stato facile ma alle volte basta un niente per far si che le stagioni vadano in un modo o nell’altro.”

Passiamo a un’altra promozione, quella con il Treviso nella quale entri a far parte insieme ai tuoi compagni nella storia del club. Come ha vissuto quella rocambolesca stagione?

Sono arrivato ad ottobre, dopo l’ultimo anno di Modena, avrei dovuto smettere ma non mi sentivo ancora pronto; così mi sono detto, la prima chiamata che arriva l’accetto ben volentieri e vado. Mi sono arrivate diverse chiamate e ho accettato quella del Treviso, eravamo un gruppo composto da bravi ragazzi e la rosa era quella giusta. Nonostante avessimo persi i playoff siamo saliti rocambolescamente in Serie A. Sono felice di aver preso parte alla storia di questa squadra e città“.

Lei parlava di non sentirsi pronto al ritiro. Sappiamo tutti che dopo i vari anni passati tra A e B si inventa come bomber di provincia con diversi meglio. Quali sono i motivi di questa scelta? Voglia di rimettersi in gioco o trattasi di una voglia di calcio primordiale?

“Non si trattava di rimettermi in gioco, solo una questione di divertimento e giocare ancora perché fisicamente sto ancora bene. Dopo tanti anni passati in porta ho giocato in avanti poiché anche lì non sono malissimo e quindi, per divertimento, sono andato a fare il centravanti ottenendo anche discreti risultati. D’altronde dai 45 ai 50 anni cosa vuoi fare? Non mi sono reinventato, è stato solamente per divertirmi e mi diverto ancora. Sinceramente sono nato come attaccante, poi dopo tante vicissitudini mi hanno portato a difendere i pali ma come mentalità sono rimasto  più un’attaccante.”

Dal suo punto di vista, qual è il miglior portiere della serie cadetta?

“In Serie B non vedo un portiere ma tanti portieri, bene o male, tutti allo stesso livello; non c’è uno che ti fa pensare che farà carriera ad alti livelli, al massimo qualcuno, però manca quello che ti fa sbarrare gli occhi”.

 

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