29 Aprile 2018

ESCLUSIVA PSB – Daprelà: “Il mio Palermo era stellare, a Bari mi sono trovato bene. Sarà una grande sfida!”

Dopo una lunga militanza italiana, tra le fila di diverse squadre come Brescia, Palermo e Bari, Fabio Daprelà è tornato a giocare Svizzera, nella sua terra natìa. Infatti, nella scorsa estate ha rescisso il contratto che lo legava al Chievo Verona per potersi accasare al Lugano, dove ha avuto anche l’opportunità di giocare la fase […]

Dopo una lunga militanza italiana, tra le fila di diverse squadre come Brescia, Palermo e Bari, Fabio Daprelà è tornato a giocare Svizzera, nella sua terra natìa. Infatti, nella scorsa estate ha rescisso il contratto che lo legava al Chievo Verona per potersi accasare al Lugano, dove ha avuto anche l’opportunità di giocare la fase a gironi di Europa League. Intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni, il laterale sinistro ha ripercorso le tappe più importanti della sua carriera, con un occhio particolare al big match della 39a giornata di Serie B, Palermo-Bari.  

 

Ciao Fabio, hai una grande esperienza in Serie B, dove sei stato protagonista con diverse maglie: ricordiamo Palermo, Brescia e Bari, con la parentesi Carpi in Serie A. Parlaci dei tuoi ricordi e della piazza in cui ti sei trovato meglio. Dove torneresti?

– “Posso dire di aver vissuto delle esperienze bellissime. Ricordo con molto piacere Brescia perché è stato il mio primo anno in Italia. A Palermo ho vissuto grandi momenti mentre a Bari mi sono trovato alla grande. Sinceramente, tornerei in queste piazze perché mi sono trovato benissimo. A Carpi ho vissuto un periodo buio, quindi preferisco tenermi stretto i ricordi positivi”.

Nella prossima giornata di Serie B, si affronteranno Palermo e Bari, due delle squadre più rappresentative della tua carriera. A livello di ambizioni, appare come uno scontro decisivo in ottica play-off, in quanto il Palermo è costretto a vincere per inseguire la promozione diretta, mentre il Bari con una vittoria entrerebbe di prepotenza nella lotta per il secondo posto. Parlaci delle tue sensazioni relative a questa partita, quale squadra potrebbe imporsi?

– “Sarà sicuramente una sfida molto bella e importante tra due squadre che meritano di giocare in Serie A, tra l’altro possono contare sull’apporto di tifoserie calorose che vivono di calcio. Vista l’importanza della posta in gioco, penso che coloro che scenderanno in campo giocheranno a ritmi molto elevati e ne uscirà fuori una partita combattuta. La seguirò sicuramente perché si affrontano due squadre che mi hanno dato tanto. Pronosticare l’esito della partita appare difficile, posso solo dire che vincerà la squadra più forte che riuscirà a far prevalere le proprie motivazioni”.

Nel 2014 sei riuscito a conquistare una immediata promozione in Serie A con il Palermo, adesso i rosanero non sono più la squadra schiacciasassi di allora e, seppure tra le prime posizioni di classifica, stanno faticando. Quali differenze noti rispetto alla tua esperienza? Parlando di allenatori, si può dire che anche tu hai vissuto momenti turbolenti con i continui cambi, volevo chiederti: arrivati a questo punto della stagione, come potrebbe reagire la squadra all’esonero di Tedino?

– “La differenza più importante tra il mio Palermo e quello attuale è da cercare sicuramente nella composizione della rosa. Questo Palermo ha dei calciatori fortissimi, però nella mia permanenza ho potuto notare dei calciatori di caratura superiore. Avevamo un attacco stellare composto da Dybala, Vazquez, Abel Hernandez, Belotti e Lafferty, anche difesa e centrocampo erano ottimi reparti, quindi si può dire che era una squadra più completa. Sul fronte allenatore, non conoscevo Tedino ma me ne hanno parlato bene. Purtroppo, nel calcio conta il risultato ed è chiaro che, se questo non arriva, si fanno altre scelte. Se il Palermo non dovesse ottenere la promozione diretta, sarebbe comunque una squadra molto difficile da affrontare ai play-off”.

A Bari la tua esperienza è stata breve, ma in 6 mesi sei riuscito a giocare 27 partite condite da 2 reti. Anche il campionato dei galletti è stato al di sotto delle aspettative, tuttavia potrebbe accendersi proprio in questo finale di stagione. Nell’ambiente molti lamentano una cattiva gestione della rosa da parte dell’allenatore Grosso, cosa ne pensi al riguardo?

– “Come detto in precedenza, l’esperienza di Bari è stata molto positiva, ho avuto l’opportunità di giocare tante partite per questa bellissima squadra. Città e tifosi sono molto ambiziosi perché vogliono ritrovare al più presto la Serie A. Non è facile giocare in questa piazza perché devi avere tanta personalità, ma questa squadra ha dimostrato di averne. Questo discorso si può estendere anche agli allenatori, sicuramente anche loro sentono la pressione. Da persona esterna e da quello che sento, penso che Grosso sia un buon allenatore che cerca di lavorare sempre al massimo delle sue possibilità”. 

Capitolo Brescia: dopo una prima parte confusionaria tra incomprensioni ed esoneri, le rondinelle stavano attraversando un buon momento di forma, ma dopo la sconfitta con la Salernitana è arrivato l’esonero di Boscaglia. Visto il carattere esigente ma allo stesso tempo ambizioso del Presidente Cellino, pensi che nei prossimi anni si potrebbe ambire ad un progetto interessante?  Facendo un parallelismo tra Cellino e Zamparini, quanto incide sulla squadra un presidente “vulcanico”?

– “Penso che il Brescia abbia adottato una filosofia su cui dovrebbero basarsi tutti: un nucleo di calciatori esperti da affiancare a dei giovani promettenti, in modo da aiutarli a crescere. Proseguendo su questa strada, si può lavorare bene e arrivare molto lontano. Avere dei presidenti vulcanici ha dei pro e dei contro, anche se alla fine ti danno sempre la giusta carica e adottano questo atteggiamento perché vogliono sempre il meglio per la loro squadra e società”.

Dopo aver militato tanti anni in Italia, nella scorsa estate hai firmato un contratto con il Lugano, dove hai avuto anche l’opportunità di giocare in Europa League. Parlaci del tuo ambientamento e delle differenze rispetto al campionato italiano. Inoltre, vorresti continuare a giocare in patria oppure ti piacerebbe tornare in Italia?

– “La mia esperienza italiana è durata 8 anni ed è stata davvero bellissima perché ho avuto l’opportunità di giocare in grandi piazze, inoltre sono riuscito a conquistare la promozione in Serie A con il Palermo dei record. Il calcio svizzero è un po’ meno tattico rispetto a quello italiano ma è veramente difficile da affrontare perché ci sono solo dieci squadre e sei continuamente in lotta per i vari obiettivi. Sarebbe bello tornare in Italia, tuttavia il Lugano mi ha permesso di tornare a casa e mi trovo molto bene, tra l’altro immagino di proseguire la mia carriera qui. Mai dire mai perché nel calcio può succedere di tutto”.

 

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