28 Luglio 2020

ESCLUSIVA PSB – Reggiana, Zamparo: “Ottenere la Serie B è un sogno. Il prossimo anno sarà complicato”

Partito dal basso, dopo aver alternato esperienze in Serie D e Serie C, è riuscito a conquistare la Serie B con la Reggiana di Alvini con determinazione, grinta e a suon di gol. Di chi sto parlando? Di Luca Zamparo. L’attaccante granata, che è stato uno dei protagonisti di questo doppio salto di categoria, è […]

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Partito dal basso, dopo aver alternato esperienze in Serie D e Serie C, è riuscito a conquistare la Serie B con la Reggiana di Alvini con determinazione, grinta e a suon di gol. Di chi sto parlando? Di Luca Zamparo. L’attaccante granata, che è stato uno dei protagonisti di questo doppio salto di categoria, è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni. La stagione dei granata, i segreti di Mister Alvini e il suo futuro sono stati alcuni degli argomenti trattati con il classe ’94 originario di Latisana.

Che stagione è stata?

“L’inizio di stagione non è stato dei più semplici. Il ripescaggio in Serie C ha sorpreso tutti. E, proprio per questo, non si sapeva bene quali sarebbero stati gli obbiettivi stagionali. Io sono arrivato a gennaio. Ma, da quello che ho potuto vedere e che mi hanno detto i compagni, Mister Alvini è riuscito a creare qualcosa di particolare. Infatti, i risultati si sono visti subito. Quando sono arrivato, ho avuto la fortuna di costatare tutte queste cose. Anche se già conoscevo sia la società che il Mister.”

C’è stata secondo te una partita di svolta che vi ha dato l’opportunità di capire che si poteva fare qualcosa di importante? Per pochi giorni sembrava che la quarta promossa fosse il Carpi. Come avete preso la notizia?

“Una partita di svolta? Per me è stata quella con il Sudtirol. Abbiamo incontrato una squadra fortissima e, in tutta la partita, il ritmo è stato molto alto. Proprio in quel momento, ho capito che, oltre a far parte di una squadra forte e tosta, potessimo giocarcela con tutte. Lo stop forzato? Questa pandemia ha sconvolto tutti. E, non ti nascondo che abbiamo avuto tanta paura di “buttare” via tutto quello che abbiamo fatto in questa stagione perché non si sapeva se saremmo ripartiti o no. Non capita spesso di essere nelle zone alte e di provare a vincere. Per fortuna, siamo ripartiti. E, abbiamo avuto il nostro lieto fine. Il Carpi? Non è colpa nostra se abbiamo giocato una partita in più rispetto a loro. Avrei capito di più se ci fosse stato il Bari perché avevamo più o meno la stessa media punti. Ma più giochi, più la media punti si abbassa. E, loro avevano giocato ben quattro partite in più. Quindi, era normale che fossero fuori dalla corsa. A parità di giornate, però, la Reggiana e il Bari erano pari. Era strano che potesse aver la meglio il Carpi… L’unica cosa, ti ripeto, di cui avevamo veramente paura fosse che non venisse promossa nessuna. A un certo punto pensavamo realmente che bloccassero tutto e promuovessero solo le prime tre.”

Uno dei giocatori che si è messo maggiormente in mostra è stato Augustus Kargbo. Quanto è stato importante avere un giocatore come lui?

“Lui è stato fondamentale. Non ha fatto un buon play-off, ha fatto la differenza contro tutti e ha giocato a un livello superiore rispetto a tutti i giocatori. E’ stata una meravigliosa sorpresa. Non me lo aspettavo, te lo confesso. Lui migliora di partita in partita, e lo ha fatto soprattutto in questi play-off. Ti faccio un esempio: prima del Potenza, puntava l’uomo ma non è mai stata la sua caratteristica principale. Con il Potenza, dopo cinque minuti, ha fatto delle giocate uno contro uno pazzesche. Oltre ad aver un passo che non è da Serie C, ha un margine di miglioramento spaventoso. Non so sinceramente cosa farà l’anno prossimo, ma sono sicuro che salirà di categoria e mostrerà tutto il suo valore.”

Che allenatore è Mister Alvini? Nonostante la sua esperienza, è sceso di categoria quando ancora la promozione in C non era cosa certa…

“Un pazzo ( ride, ndr). Quest’anno avevamo veramente dei giocatori forti, ma credo che la differenza vera l’abbia fatta lui. Si tratta di un tecnico molto preparato. Studia molto gli avversari, non lascia mai nulla al caso e ha una forza mentale pazzesca. Quando ti diceva una cosa, ci credeva, ci credeva veramente. Lo si vedeva dagli occhi e dal modo in cui te la diceva. Aveva dimostrato già cosa fosse capace di fare nelle passate stagioni. Non era molto conosciuto perché forse aveva bisogno di una piazza importante come Reggio per farsi conoscere. Ma sono convinto che, prima o poi, sarebbe riuscito comunque ad arrivare dove merita.”

Si può dire che tu sia stato uno dei giocatori più importanti di queste due stagioni. Che emozione è stata vivere il doppio salto?

” E’ stata un’emozione bella perchè ho faticato tanto per arrivare dove sono arrivato. Sono partito dal basso. Reggio è stata la svolta. Oltre ad aver fatto una buona stagione in Serie D, ho fatto diversi gol in una piazza importante. Poi, non sono rimasto per varie situazioni che si erano create. Ritornare e aver la possibilità di andare in Serie B è un sogno che si avvera. Poi, riuscire a farlo in una città a cui sono particolarmente legato, è un’emozione ancora più bella e più forte, oltre che essere una grande soddisfazione personale. Ti ripeto, ho lottato tanto per arrivare qui. Ho avuto stagioni e momenti difficili. Ma, nonostante questo, non ho mai mollato, cosa che credo che molti altri avrebbero fatto.”

Se dovessi descrivere con un aggettivo la tua stagione, quale useresti?

“Domande difficile (ride, ndr). Forse, userei pazzesca perché è stata una stagione piena di emozioni. Dopo aver fatto una buona stagione in Serie D con la Reggiana, sono dovuto andare via. Poi, sono riuscito a tornare. E poterlo fare conquistando anche la promozione in Serie B è stata veramente un’emozione indescrivibile.”

Perché ti chiamano arciere?

“Mi chiamano così perché esulto scoccando una freccia dai tempi in cui giocavo in D. Volevo farne una particolare e, parlando con un mio compagno di squadra dell’epoca, mi è venuta in mente l’idea di esultare in questo modo. C’entra qualcosa Calaiò? No, assolutamente no. Quando sono arrivato e ho esultato così, i tifosi reggiani non l’hanno presa benissimo perché pensavano che riguardasse in qualche modo l’ex Parma. E, dopo aver fatto una doppietta, pur facendo tutti i complimenti del caso, hanno commentato dicendo “che cambi esultanza però” (ride, ndr). La tifoseria si era un po’ divisa: c’era chi pensava che fosse per imitare Calaiò e c’era invece chi aveva capito che non era collegata. Dopo averne fatti tanti, nessuno ha detto più nulla sul mio modo di esultare ( ride, ndr).”

Come vedi Luca Zamparo l’anno prossimo? Quali devono essere i suoi obbiettivi? Fai una promessa ai tuoi tifosi…

“Non avendo mai fatto la Serie B, sono molto curioso. E’ un campionato che seguo perché mi piace, ma sinceramente non so come possa essere giocarci. Ho visto però che molte neopromosse hanno fatto bene. Sicuramente c’è una differenza fisica e tecnica colossale. La voglia di imparare è tanta. E, oltre a voler far bene, spero di riuscire a fare qualche gol, soprattutto quelli importanti. Sarà sicuramente un campionato complicato, complici anche le retrocesse e le neopromosse. Le “nuove” squadre che faranno parte della prossima stagione di B sono tutte piazze con una storia importante. Si alzerà il livello, ma questo deve essere uno stimolo per me. Spero vivamente di riuscire a togliermi qualche soddisfazione. Il mio obbiettivo? Giocare il più possibile. Per l’attaccante l’obbiettivo è sempre la doppia cifra. Ma, non avendola mai fatta, il mio deve essere segnare il più possibile. Una promessa? Farò un gol decisivo per qualsiasi obbiettivo ci sarà stato fissato dalla società. Non posso promettere dieci gol perché non ho mai fatto questa categoria.”

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