GIAN PIERO VENTURA SERIE B – 40 anni di carriera, tanti campionati vinti e tantissime idee innovative: Gian Piero Ventura, ex CT dell’Italia, è stato nostro ospite nell’appuntamento settimanale con B-Analizziamo, trasmissione a cura della redazione di Pianeta Serie B. Ecco le sue parole:
Bari, Lecce, Cagliari, Torino: piazze legate dalla passione in cui lei ha vinto ed è rimasto nel cuore dei tifosi. Le attitudini di un tecnico sono utili per sposare al meglio determinate piazze o è casualità? Nel calcio di oggi questo amore tra tecnico e piazza è ancora possibile?
“Non c’è una regola precisa ma ci sono due modi per fare calcio: uno in cui sei alla ricerca sistematica del risultato perché la caratura della società te lo impone ed un altro modo in cui cerchi di ottenere il risultato attraverso programmazione e crescita come avviene nelle società che non hanno l’obbligo di vincere ma quello di sopravvivere e produrre. Ho avuto il piacere di vivere benissimo a Lecce così come a Bari dove mi sono anche trasferito; ho avuto il piacere di vivere benissimo a Torino. Ma il piacere maggiore è stato quello di provare emozioni che vanno al di là dell’aspetto calcistico e ciò significa che da un punto di vista umano si è creata una simbiosi e questo fa diventare tutto più bello e facile.
Il calcio ai tempi del Covid, senza pubblico ed in cui si gioca ogni 3 giorni, non fa testo ed il rapporto tecnico-società è giusto che venga portato avanti e non venga condizionato dai risultati. Prima del Covid, chi aveva avuto la fortuna di potersi inserire in un contesto fatto di risultati di campo e rapporti umani deve considerarsi un fortunato”.
Ha allenato in Serie B in tre decenni diversi. Come l’ha conosciuta e come l’ha ritrovata nell’ultima esperienza a Salerno?
“L’ultima annata in Serie B del sottoscritto prima di quella con la Salernitana risaliva al 2011-2012, quando ottenemmo la promozione con il Torino, arrivando al secondo posto. Sono tornato in questa categoria, a Salerno, per una scelta affettiva nei confronti di amici. Ho ritrovato una cadetteria diversa, l’ultima volta c’erano Torino, Sampdoria, Sassuolo: squadre che giocavano a calcio e lo facevano per vincere. L’anno scorso ho visto una Serie B distaccata rispetto a un potenziale livello da Serie A, non me la ricordavo così. Rimane un campionato affascinante, la B sarà sempre una fucina di giovani talenti, basta saperli andare a cercare. Tornando sul concetto che ho espresso poco fa, il campionato in corso mi ricorda l’ultimo che ho disputato ai tempi del Torino: ci sono compagini importanti come rose e storie, ergo credo che sia un torneo più allettante di quello scorso. Sono almeno 8-9 le realtà candidate alla promozione, tutto ciò rende sicuramente godibile il prodotto”.
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