5 Giugno 2019

ESCLUSIVA PSB – Marcolin: “Brescia e Lecce, denominatore comune. Sul Padova…” (VIDEO)

MARCOLIN SERIE B – Un passato da centrocampista che l’ha portato a dare forma al proprio calcio in diverse importanti realtà del nostro Paese (e non, per lui anche una parentesi al Blackburn) e che ha sicuramente contribuito a plasmarne la competenza che tutti gli riconoscono. Dopo alcune esperienze in panchina, Dario Marcolin oggi è […]

MARCOLIN SERIE B – Un passato da centrocampista che l’ha portato a dare forma al proprio calcio in diverse importanti realtà del nostro Paese (e non, per lui anche una parentesi al Blackburn) e che ha sicuramente contribuito a plasmarne la competenza che tutti gli riconoscono. Dopo alcune esperienze in panchina, Dario Marcolin oggi è un apprezzato commentatore tecnico e opinionista per DAZN. Raggiunto in esclusiva dai nostri microfoni a margine dell’evento Football Leader 2019, tenutosi nella cornice di Napoli, queste le sue dichiarazioni.

Brescia, squadra e società che lei ha avuto modo di conoscere. Un commento su un cammino assolutamente esaltante.

Quello delle Rondinelle è stato un grandissimo cammino. Abbiamo sentito Eugenio Corini che ha spiegato come la squadra sia arrivata a Natale in un certo modo per poi ripartire ancora meglio dopo la sosta. La cosa che accomuna due delle squadre salite, ovvero Lecce e per l’appunto Brescia, è che entrambe hanno giocato entrambe con il 4-3-1-2, quindi questo è sembrato quasi il modulo giusto per andare in Serie A. Brescia, Lecce e Verona, che con il suo 4-3-3 ha regalato un’emozione al fotofinish contro il Cittadella: parliamo di squadre importanti che tornano in Serie A“.

Abbiamo parlato dei modi di stare in campo di Lecce e Brescia, ma cerchiamo di estendere il concetto alle compagini che hanno vinto le coppe europee in questa stagione, ovvero Chelsea e Liverpool. Parliamo di squadre che giocano un calcio bello da vedere: possiamo dire di essere in una fase storica dove l’estetica applicata alla funzionalità porta risultati?

Queste squadre giocano un calcio offensivo, con una filosofia che mira ad attaccare l’avversario, elemento che rispecchia le realtà citate. Troviamo un riferimento a questo discorso anche nella fase difensiva, che alle volte la si fa attaccando. Sono squadre che hanno in quello avanzato il reparto migliore e che alla fine vincono. Hanno avuto un comune denominatore“.

Altra realtà nella quale ha lavorato è il Padova, reduce da un’annata nata male e finita peggio. Cos’è mancato?

Padova è una grandissima piazza, che forse meritava qualcosa in più. Anche quando sono stato lì c’erano dei problemi societari che hanno portato al fallimento. Parliamo di una realtà che non riesce a trovare consacrazione in Serie B, ma che meriterebbe anche di trovare una promozione nella massima serie. Bisogna andare all’origine, alla costruzione delle squadre, vuoi nel mercato estivo, voi in quello invernale di riparazione. Il Padova non è riuscito a fare tutto questo, gli errori sono da ricercare sin da inizio stagione“.

Tonali, Palmiero, Tutino, Castrovilli: la Serie B sta tornando ad essere una buona scuola di formazione per i giovani talenti?

Assolutamente sì, perché la Serie B è diventata il palcoscenico per i giovani. Parliamo di Tonali, regista davanti la difesa che tutti accomunano a Pirlo. La possibilità di vederlo in Serie A nei prossimi anni è molto vicina perché il Brescia è stato promosso, ma anche perché le sue qualità sono oramai note, basta pensare che il CT Mancini l’ha convocato in Nazionale, anche se per uno stage. Quindi la cadetteria si sta dimostrando una palestra di crescita per tutti questi giovani“.

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