17 Ottobre 2019

ESCLUSIVA PSB – Quando Iemmello scoprì i professionisti: “Grande personalità, le cose non sono cambiate”

MAURIZIO BRAGHIN PIETRO IEMMELLO / Non poteva chiedere inizio di stagione migliore Pietro Iemmello che, a suon di gol, sta trascinando il suo Perugia. L’avventura in Umbria è cominciata in maniera divina per l’attaccante ex Foggia, che ha assunto sin da subito il ruolo di trascinatore della squadra. Una personalità, quella del classe ’92, che […]

MAURIZIO BRAGHIN PIETRO IEMMELLO / Non poteva chiedere inizio di stagione migliore Pietro Iemmello che, a suon di gol, sta trascinando il suo Perugia. L’avventura in Umbria è cominciata in maniera divina per l’attaccante ex Foggia, che ha assunto sin da subito il ruolo di trascinatore della squadra. Una personalità, quella del classe ’92, che è sempre stata notevole, come ha raccontato in esclusiva ai nostri microfoni Maurizio Braghin, suo allenatore nella prima stagione tra i professionisti. Era l’annata 2011-2012, la compagine era la Pro Vercelli.

Maurizio, lei ha allenato un giovanissimo Pietro Iemmello ai tempi della Pro Vercelli. Era la prima esperienza tra i professionisti per l’attaccante e, numeri alla mano, il bottino di reti realizzate fu da considerare soddisfacente. Che ricordi hai dell’attuale centravanti del Perugia?

“Avevamo bisogno di un attaccante giovane e valutammo proprio Iemmello. Ero amico di Guerini, lo chiamai per chiedergli se fossero disponibili a darci il ragazzo. In queste dinamiche con le squadre di Serie A, di solito, si fanno discorsi del tipo: “Te lo do se lo fai giocare”, mentre con Guerini il rapporto era molto buono e queste diatribe non ci furono. L’idea era ovviamente di dare minuti a Pietro ma, qualora ci fosse stato qualsiasi tipo di imprevisto, era chiaro che ciò non sarebbe accaduto. Il giocatore mi piaceva, l’avevo seguito nel settore giovanile della Fiorentina, doveva aveva realizzato una valanga di gol assieme a Federico Carraro (attualmente in forza alla Feralpisalò, ndr). A metà campionato, piccola parentesi, prendemmo anche lui. Tornando a parlare di Pietro, Guerini lo mandò da noi, lui si trovò benissimo, all’inizio fece un lavoro molto importante, giocando sia da prima che da seconda punta. Dava, inoltre, una grande mano in fase di non possesso. Durante l’anno ebbe un leggero calo, ma alla fine si riprese alla grande, recitando il ruolo di assoluto protagonista nei playoff che poi abbiamo vinto”.

Che tipo era Pietro e che rapporto avevate?

“Un rapporto molto schietto. Veniva da una grande società come la Fiorentina, con la quale aveva un importante contratto pluriennale. Sapeva benissimo di dover fare bene e rispettare i ruoli ed è così che si comportò. Tipo non semplice da gestire e dalla grande personalità, che ha ancora. L’ho sempre visto come un ottimo giocatore, anzi, mi stupisco che non giochi in Serie A, ma vedo che a Perugia sta facendo molto bene. Forse ha perso il treno giusto, ma è un calciatore che ha ottime qualità”.

Dopo la parentesi Vercelli, Iemmello ha cambiato diverse casacche, percorrendo un percorso con diversi alti e bassi eppure, anche nelle annate più complicate, la costante sensazione è che avessimo a che fare con un attaccante completo, moderno e alla ricerca del posto giusto per la definitiva consacrazione.

“La sua esperienza a Vercelli è stata intervallata da una parentesi a Novara, dove non ha fatto bene, salvo poi fare grandissime cose a Foggia. Si è sempre barcamenato, in alcune annate ha ben figurato, in altre meno. Dopo lo Spezia ha mostrato discrete cose al Sassuolo, credevo che fosse il momento giusto, ma è tornato in cadetteria. Secondo me è un profilo importante, come dicevo, in cadetteria può essere determinate, perché sa giocare davvero bene a calcio”.

Il classe ’92 ha cominciato divinamente la stagione. Le qualità, come dicevamo, non mancano, ma Pietro dovrà riuscire a gestire la pressione. Cosa si sente di consigliarli sotto questo punto di vista?

“Non conosco la sua vita privata, ma credo che sia maturato. Sono pochi i calciatori che non sanno gestire la pressione, anzi, quando stai facendo bene non vedi l’ora di tornare a giocare. Per me che sono stato nel calcio, le pressioni sono altre. In questo sport deve contare solo la voglia di rimettersi in gioco. Ritengo che a 27 anni sia pronto per caricarsi il Perugia sulle spalle e portarlo in Serie A”.

Domanda secca, risposta secca. Tiri a indovinare: quanti gol realizzerà?

“Diciassette”.

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