L’Italia inverte il divieto di sponsorizzazione del gioco d’azzardo nel calcio
Le scommesse sportive, come ben sappiamo noi italiani, fanno parte dei nostri costumi e non solo. Infatti, grazie ai diversi e sempre più raffinati mezzi con cui si possono effettuare, il settore è in costante crescita specialmente e soprattutto online. Questo, se da una parte ha portato più scelta, offerte e sicurezza per i fruitori, […]
Le scommesse sportive, come ben sappiamo noi italiani, fanno parte dei nostri costumi e non solo. Infatti, grazie ai diversi e sempre più raffinati mezzi con cui si possono effettuare, il settore è in costante crescita specialmente e soprattutto online.
Questo, se da una parte ha portato più scelta, offerte e sicurezza per i fruitori, ha portato a delle controversie sull’eventuale crescita della dipendenza dal gioco d’azzardo in Italia.
Così dal 1° gennaio 2019, come stabilito dal “Decreto Dignità” del 2018, è entrato in vigore il divieto di sponsorizzazione del gioco d’azzardo nello sport.
Tuttavia, a ormai 4 anni esatti di distanza, questa scelta si sta mettendo in discussione sia perché ha portato a risultati economici deleteri per i club, sia perché, soprattutto, sembra che la sponsorizzazione di per sé non sia la causa primaria di dipendenze per le quali in primo luogo è stato ideato e attuato il decreto.
Andiamo a vedere cosa sta succedendo prima nel settore del gioco online (il grande escluso da questo cambiamento di rotta) e poi per i club sportivi.
Cosa succede ai casinò online?
Se il marketing potrà effettivamente ricominciare per le agenzie di scommesse sportive principali, sembra che questo non avverrà per gli operatori su web come i casinò, che come attestato da portali quali onlinecasino.it, che li elencano tutti e li recensiscono, sono in numero più consistente e vanno per la maggiore.
Questo ha portato tali realtà online a pubblicizzare le scommesse sul calcio italiano al di fuori del territorio nazionale. I grandi nomi del settore ad esempio pubblicizzano le scommesse dell’Inter e del Milan nel resto dell’Europa, in nord, in centro e in sud America.
L’effetto del divieto sui club sportivi italiani
Adesso parliamo di un numero importante, che è il motivo principale di questo eventuale cambiamento di rotta sul divieto, che sembra sempre più plausibile.
Alla Serie A le mancate sponsorizzazioni del settore delle scommesse sportive hanno portato a perdite di circa 100 milioni di euro. La situazione è peggiorata ulteriormente durante la pandemia, perché tante partite sono state giocate a porte chiuse.
Così ai tempi, per ammortizzare, si chiese al Governo di sospendere momentaneamente il divieto ma la richiesta fu rifiutata.
Il divieto anche nel resto d’Europa
Sull’onda dell’Italia successivamente altri paesi hanno seguito l’esempio. Mentre la Spagna ha vietato nello stesso modo la sponsorizzazione del gioco d’azzardo durante gli eventi sportivi e in prima maglia, i Paesi Bassi hanno valutato significativamente la proposta ma la Federcalcio olandese si è opposta e ora si è in stallo.
Decisione più ponderata invece quella presa in Regno Unito. Ogni club della Premier League inglese può votare proposte secondo divieti volontari della sponsorizzazione del gioco d’azzardo esclusivamente in prima maglia. Per il resto rimangono indiscusse altre forme di sponsorizzazione degli operatori del gioco d’azzardo.
Le dichiarazioni del ministro Andrea Abodi
L’ultima notizia consistente ce la dà Andrea Abodi, ministro per lo sport e ai giovani del nuovo Governo Meloni, il quale ha dichiarato che si è al lavoro sull’inversione di rotta e che ha affrontato principalmente due temi: gli interessi economici dei club di Serie A e il diritto alle scommesse sportive, compresa la relativa sponsorizzazione.
Vi lasciamo con due estratti delle sue dichiarazioni.
“Ho espresso parere negativo all’emendamento proposto perché ritengo che il mondo dello sport, con un prevalente interesse di alcuni club di A, non possa avere una forma di tutela esclusiva. Il calcio fa parte del sistema industriale del Paese e come tale va sostenuto.”
“Stiamo affrontando il tema del diritto alle scommesse: è irrituale che l’organizzatore dell’evento non abbia alcun beneficio, rispetto a una catena che parte proprio grazie ai suoi investimenti. Stiamo lavorando per rendere nuovamente legali pubblicità e sponsorizzazioni delle aziende del betting, anche per tutelare il gioco legale e responsabile”.
Gioco legale e responsabile che è già promosso da ADM e AAMS, i due enti governativi deputati.