15 Maggio 2020

Di Cintio: “Serie B necessita di protocollo più morbido e diluito nel tempo. Responsabilità dei medici? Un modo della politica per non prendere una decisione”

DI CINTIO – Intervistato dai colleghi di StabiaChannel.it Cesare Di Cintio, avvocato e tra i massimi esperti di diritto sportivo in Italia, ha chiarito alcuni dei temi più discussi relativamente al protocollo sanitario, al vaglio in queste ore per provare a rimettere in moto la “Macchina Calcio”. Le perplessità a riguardo e le esigenze delle parti […]

DI CINTIO – Intervistato dai colleghi di StabiaChannel.it Cesare Di Cintio, avvocato e tra i massimi esperti di diritto sportivo in Italia, ha chiarito alcuni dei temi più discussi relativamente al protocollo sanitario, al vaglio in queste ore per provare a rimettere in moto la “Macchina Calcio”. Le perplessità a riguardo e le esigenze delle parti coinvolte sono tantissimi, come spiegato confermato dallo stesso Di Cintio:

«C’è da specificare una cosa: il protocollo che è stato redatto è stato pensato per la Serie A. Queste società possono permettersi di assorbire i costi perchè ovviamente gli introiti e i fatturati sono diversi da quelli della cadetteria. La Serie B può tornare a giocare con un protocollo un po’ più ammorbidito, ma diluito nel tempo. Diluito nel tempo significa che la ripresa non deve obbligatoriamente corrispondere a quella di A, ma si potrebbe pensare che questa avvenga anche dopo l’estate. Queste sono scelte però di ordine politico che si deve assumere la Federazione.»
«Nel caso in cui il campionato non dovesse ripartire, ci sarebbero da sciogliere tre nodi: quello sportivo per determinare promozioni e retrocessioni, quello economico riguardante i rapporti con le televisioni e quello giuslavoristico avente ad oggetto i rapporti di lavoro sportivo.»
Un ulteriore nodo da sciogliere, ai fini di un’eventuale definitiva cristallizzazione delle classifiche, sarebbe dettato dal fatto che Ascoli e Cremonese avrebbero una gara da recuperare: «La tematica è molto discussa e già affrontata in Lega Pro poichè si aveva un campionato con una differenza di partite tra gironi. In quel caso è stato adottato un criterio già assunto dalla federazione negli anni precedenti. Ora, bisognerà vedere che criterio verrà utilizzato dalla Serie B e, se il criterio della Lega Pro, potrà essere esteso alla B. Purtroppo è una domanda di difficile risposta perchè è tutto di competenza del Consiglio federale.
Altro cruccio l’attribuzione della responsabilità civile e penale in capo a società e medici sociali in caso di nuove positività: «La responsabilità del datore di lavoro, ossia del club, è una responsabilità che è prevista normativamente. Si è voluto rafforzare la responsabilità del medico soprattutto per quanto riguarda la gestione della squadra. Credo che scaricare sui medici una responsabilità di questo genere sia un modo per la politica di non prendere una decisione. A mio parere deve fare uno scatto e prendere una posizione: o decide di bloccare il campionato o di farlo riprendere. In caso di ripresa del campionato di Serie A, lo deve fare in modo espresso ed esplicito. Poi, deve assumersi le responsabilità, non scaricarle sulle parti deboli, ossia i medici. Molto spesso questi svolgono il proprio ruolo in maniera volontaristica, lo fanno per passione e, all’interno della federazione e/o struttura calcistica, non hanno nemmeno un contratto riconosciuto. Vogliamo responsabilizzare i medici? Ok, prima però bisogna regolarizzarli contrattualmente. Poi, puoi parlare di responsabilità. Premesso che è una responsabilità che il medico si assume sempre professionalmente perchè è connaturata alla sua professione. Sottolineare la responsabilità nel protocollo del medico significa scaricare su una parte debole, anche contrattualmente, quel tipo di responsabilità. La politica deve decidere. Ma, se vuole farlo così, deve regolarizzare la figura del medico sportivo all’interno del club e definiamo i ruoli. »