24 Marzo 2020

Emergenza Corona Virus, Coppola (Aic): “Proroga ai mesi estivi dei tornei necessita di norme a livello internazionale”

EMERGENZA CORONA VIRUS COPPOLA – Danilo Coppola, Consigliere dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori), è intervenuto ai microfoni di TMW parlando dell’Emergenza Corona Virus e soffermandosi sui temi caldi di quest’ultimo periodo in ambito calcistico ad essa stessa collegati: dalla ripresa dei tornei al taglio degli stipendi, ecco le sue dichiarazioni: “Sta cambiando la prospettiva, soprattutto nel sud […]

EMERGENZA CORONA VIRUS COPPOLA – Danilo Coppola, Consigliere dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori), è intervenuto ai microfoni di TMW parlando dell’Emergenza Corona Virus e soffermandosi sui temi caldi di quest’ultimo periodo in ambito calcistico ad essa stessa collegati: dalla ripresa dei tornei al taglio degli stipendi, ecco le sue dichiarazioni:

“Sta cambiando la prospettiva, soprattutto nel sud del parse dove all’inizio non c’era stata la reale percezione della situazione, che aveva colpito prevalentemente il nord Italia, dove in effetti il problema era stato da subito evidente. Questo non ha permesso a nessuno di avere la giusta visione della situazione, e anche adesso diventa difficile parlare con esattezza del futuro, fintanto non si riprenderanno almeno gli allenamenti è impossibile fare previsioni. Da questo punto in poi si potrà programmare. Se non ci sarà una ripresa sarà scontato circa il 90% del mondo calcistico, ma non c’è ora modo di fare la cosiddetta scelta giusta che tenga unito e in piedi il sistema: tutto dipende dal virus e dal suo corso”.

“Proroga ai mesi estivi? Tramite accordo sindacale, possiamo fare una proroga, ma serve una norma di UEFA e FIFA che estenda questo a tutti i campionati. Non solo all’Italia. Questi ultimi sono molto influenti, anche perché tante decisioni globali spettano a loro. Io spero che diano intanto una proroga della scadenza dei termini del campionato, ma oltre a questo servirà poi anche un intervento del Governo. Vedo improbabile che lo stato si accolli tutto il danno che comunque ci sarà, ma il calcio è uno dei motori dell’economia nazionale, basti pensare ai soldi che muove solo con i diritti tv, e mi auguro che si questo sia tenuto conto. Ci si deve tendere la mano a vicenda”.

“Il problema del taglio degli stipendi colpirebbe tutti, perché ci sono tanti calciatori che hanno attività parallele, come aziende o alberghi, che devono rispettare gli impegni presi. Presi per altro sulla base di quanto percepiscono. Anche le leghe che si sono sbilanciate per richiedere questa rinuncia si sono accorte che è prematura la richiesta, bisogna prima aver chiara la visione di cosa sarà del sistema calcio: è inutile ora proporre situazioni, solo alla ripresa si potrà capire quale è la strada da battere”.

“Chiaramente ci saranno degli scontenti, e chi sarà deluso dalle scelte potrebbe anche rinunciare a far parte del sistema: il rischio è di perdere le persone che possono fare il calcio. Ma chiaramente il Consiglio Federale, con i poteri conferitigli dallo statuto in situazioni di calamità, valuterà anche questo aspetto”.