31 Marzo 2020

Perugia, Bazzani: “Se Nicolussi-Caviglia non arriverà in Serie A significa che non capisco nulla di calcio. Mi ha colpito l’umiltà di Vicario”

PERUGIA BAZZANI – Fabio Bazzani, vice di Serse Cosmi sulla panchina del Perugia, ha rilasciato un’intervista al Corriere dell’Umbria in cui si è soffermato sulla pandemia in atto nel nostro Paese, analizzando anche nel dettaglio la stagione del Grifo, tra alti e bassi. Di seguito le sue parole da CalcioGrifo.it: “Passo le giornate facendo un po’ […]

PERUGIA BAZZANI – Fabio Bazzani, vice di Serse Cosmi sulla panchina del Perugia, ha rilasciato un’intervista al Corriere dell’Umbria in cui si è soffermato sulla pandemia in atto nel nostro Paese, analizzando anche nel dettaglio la stagione del Grifo, tra alti e bassi. Di seguito le sue parole da CalcioGrifo.it:

“Passo le giornate facendo un po’ di tutto. Mi aggiorno guardando partite, rassegna stampa, notiziari e poi, udite udite, preparo il pranzo visto che mia moglie sta dietro alle lezioni online dei bambini. Manca l’adrenalina del campo, ma se poi sento qualche amico di Brescia, o il medico della Samp con cui sono rimasto in contatto e che è stato contagiato, mi ritengo davvero fortunato. Stare in casa è il minimo”.

“Terminare la stagione? Spero di sbagliarmi ma la vedo dura. Tempi e modi devono essere di competenza della sfera scientifica. Quando ci sarà il via libera spetterà agli organi calcistici trovare le soluzioni. È però fondamentale che non ci siano lamentele per le decisioni prese, altrimenti a Bergamo e Brescia, con ciò che stanno passando, può arrivare una rivolta sociale”.

“Per quanto concerne i contratti, tutto sarà ridimensionato, il calcio non può essere diverso. Piuttosto che non ripartire, meglio farlo con numeri diversi”.

“Quanto ha inciso l’assenza di Cosmi sui risultati della squadra? La presenza di Serse è sempre fondamentale. In realtà, ho la responsabilità di non avergli fatto capire che non andava rivoluzionata la squadra reduce da due vittorie. Ci conoscete, siamo due sanguigni. Il rapporto che abbiamo dal 1999 è di stima e fiducia reciproca e anche di grande schiettezza. Quindi, ognuno per il proprio ruolo, se nascono discussioni è solo per il bene del Perugia”.

“Cambio modulo? Quando ci si infila in un vicolo cieco si tenta di variare. Non dico che abbiamo perso due settimane, perché con l’Empoli abbiamo anche fatto bene, ma è venuta un po’ meno la nostra identità. Fortunatamente abbiamo capito che dovevamo tornare sulla strada maestra che era, resta e sarà il 3-5-2”.

“I nostri attaccanti sono molto diversi fra loro e anche da me. Iemmello è tecnico e vuole la palla , Melchiorri attacca tantissimo la profondità. Forse quello che si avvicina di più è Falcinelli perché interpreta il ruolo un po’ come facevo io, spaziando molto e facendo il lavoro oscuro”.

“Se Nicolussi Caviglia non arriva in Serie A significa che non capisco nulla di calcio. Oltre alle qualità tecniche e fisiche ha un culto del lavoro straordinario. E poi c’è l’approccio alla professione di Vicario. Nell’intervista che ha rilasciato di recete ho letto la sua umiltà e gli occhi con i quali si presenta agli allenamenti fanno percepire che è potenzialmente da Serie A”.

“Per una piazza così prestigiosa non è facile rialzarsi dopo due fallimenti, ma c’è stata già un bella ripartenza e si percepisce sempre il cuore della gente, l’amore viscerale per il Grifo. Poi deve essere la squadra a fare la propria parte, alimentando e coltivando l’entusiasmo”.

“I risultati influiscono fino a un certo punto. Conta molto di più quanto la tifoseria riesce ad identificarsi in una certa squadra. Ad esempio, la prestazione contro la Salernitana porta in questa direzione. Il nostro problema è stata la mancanza di continuità”.

“Rimpianti? Per le 5 sconfitte. Il ritiro forse c’aveva fatto trovare la strada con un confronto forte e deciso e la vittoria sulla Salernitana ci aveva dato una grande iniezione di fiducia. Se si tornerà in campo, tranne Benevento e Livorno, le altre devono essere pronte a tutto perché, con una sosta anomala, 10 partite diventano imprevedibili. Sarà una roulette russa”.