7 Maggio 2018

Pro Vercelli, il Presidente Secondo: “Potevamo lottare per salvarci ma ci sono mancate la determinazione e la voglia di crederci”

Dopo la sconfitta con lo Spezia e in vista delle ultime due giornate di campionato, Massimo Secondo, Presidente della Pro Vercelli ha preso la parola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni riprese da Magicapro.it: “Credo fosse necessario fare chiarezza con i nostri tifosi e la città. Queste conferenze di solito si fanno quando la matematica dà i risultati […]

Massimo-Secondo

Massimo Secondo, presidente della Pro Vercelli

Dopo la sconfitta con lo Spezia e in vista delle ultime due giornate di campionato, Massimo Secondo, Presidente della Pro Vercelli ha preso la parola. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni riprese da Magicapro.it: “Credo fosse necessario fare chiarezza con i nostri tifosi e la città. Queste conferenze di solito si fanno quando la matematica dà i risultati definitivi, non è ancora così e quindi abbiamo il dovere di lottare e crederci fino in fondo per tenere viva quella probabilità su un milione. Se no lotteremo per non arrivare ultimi. Dopo la partita con lo Spezia, la squadra sarà affidata a Vito Grieco: ho chiesto a lui di farsi carico per due partite difficili. Lo ringrazio pubblicamente per la disponibilità che non era scontata. Non gli posso chiedere nulla dal punto di vista dei risultati, gli chiedo due partite dignitose per onorare la maglia e la storia della Pro Vercelli. Questa era la notizia di cronaca, ora facciamo un po’ di storia. Capitolo squadra. Ad agosto e a gennaio abbiamo messo a disposizione un organico che poteva competere per salvarsi, ne sono certo. Tecnicamente potevamo lottare per salvarci. Capitolo allenatore. Abbiamo preso tutti d’accordo Grassadonia, facendo una valutazione seria ed attenta, pensavamo potesse darci un gioco che poi a tratti abbiamo visto. Speravamo potesse darci anche furore agonistico e cattiveria che sono determinanti in questo campionato e che hanno contraddistinto la mia gestione. Dopo aver fatto 18 punti in 19 partite abbiamo deciso di cambiare, proprio dopo lo Spezia. Erano mancate la determinazione e il furore agonistico. Pensavamo che la squadra dovesse avere queste doti che fanno la differenza. Noi giochiamo per non retrocedere, la prima regola è non prendere gol e poi cercare di farlo. A Vercelli non possiamo permetterci di imitare né il Barcellona di Guardiola né il Pescara di Zeman che aveva Insigne, Immobile e Verratti. Poi abbiamo giocato tre giornate con Atzori: chi le ha viste, ha capito che i giocatori ci hanno chiesto di tornare al mister di cui avevano grande stima e fiducia. L’hanno fatto in buona fede, ma questo è stato. A quel punto abbiamo fatto un passo indietro e ho chiesto di farlo a Massimo Varini dando fiducia a mister e giocatori. Abbiamo fatto due vittorie e cinque pareggi, poi siamo tornati ai soliti atteggiamenti, culminati in Liguria con Virtus Entella e Spezia. Sabato è stata una partita vergognosa. Mammarella e Vives sono i giocatori simbolo di questa squadra: questa interpretazione del calcio non poteva portare alla salvezza, hanno commesso un errore. Non tutti gli altri ci hanno messo la stessa determinazione di Carlo e Beppe, ma molti sì: ci hanno provato fino in fondo e ci proveranno anche in queste ultime partite. Capitolo società. La colpa di questa situazione è di tutti, abbiamo tutti le nostre responsabilità. L’organico, ripeto, era all’altezza per la salvezza. Qualche giocatore l’abbiamo sbagliato, avremmo potuto fare meglio. Poi abbiamo sbagliato anche sul campo: agli errori si supplisce con la determinazione e il furore, ci sono mancati. Ma queste cose non vanno confuse con mancanza di impegno, che c’è sempre stato da parte di questo gruppo, salvo eccezioni. Ho cercato nel Grassadonia bis di dare un sostegno leale all’allenatore e ai giocatori che dopo Frosinone si erano presi la responsabilità di portarci alla salvezza attraverso la filosofia dell’allenatore, anche se non ero d’accordo. Le partite di fine stagione non si vincono con i moduli, ma in altro modo: però avevamo fatto bene con il 4-3-3 ultimamente, e poi abbiamo dovuto cambiare dopo mezz’ora contro lo Spezia. Il rigore di La Spezia non sta né in cielo né in terra, abbiamo avuto arbitraggi molto negativi. Ma non è questa la ragione per cui retrocediamo, sono quelle che ho cercato di spiegare prima. Io penso che il turnover andasse fatto a Empoli più che a Foggia, però ho sempre parlato con il mister e gli ho lasciato fare le scelte che lui riteneva più opportune come abbiamo sempre fatto. Il Presidente e il Direttore Sportivo hanno diritto di confrontarsi con l’allenatore, sottolineando i fatti critici. Sulla fase difensiva bisognava fare più attenzione, ma non c’è stata disponibilità ad accettare il confronto. I 37 punti sono della squadra, non 17 dei giocatori e 20 dell’allenatore… A questo ho preferito non rispondere, per evitare polemiche. La squadra non è mai stata lasciata da sola. Ho chiesto al Direttore Sportivo di fare un passo indietro su precisa richiesta dello staff tecnico, queste cose andavano dette. Facciamo queste due partite, poi dopo il Cittadella ci ritroveremo per fare il punto della situazione. Il mercato nel finale è stato condiviso con Grassadonia: Reginaldo e Alcibiade sono sue richieste esplicite. Poi abbiamo preso Ivan, che ha giocato in Serie A, ma non ha mai fatto un minuto. Ivan è anche un nazionale, trovo strano che non abbia trovato neanche spazio per alcuni minuti. Il mister ha fatto delle scelte che ho sostenuto, ma non sono state felici. Ha delle responsabilità importanti, come le hanno i giocatori e come le ha il Presidente. Abbiamo dei budget limitati, ma la salvezza si raggiunge combattendo con le unghie e con i denti: io vedo così il calcio. Quest’anno ne abbiamo visto uno diverso, che però non ci ha portato al risultato sperato. Con un pizzico di fortuna in più sarebbe potuto succedere, non è stato così. Ivan veniva da un infortunio, ma poi stava bene: lavorando non ho potuto seguire tutti gli allenamenti, ma non capisco perché non abbia mai giocato. Avendo 37 punti, con tanta sfortuna e infortuni: credo che la rosa non sia stata sfruttata al meglio, come dimostrano i risultati. Nobile? L’allenatore chiedeva cose che non erano adatte alle sue caratteristiche, poi a gennaio gli abbiamo preso Pigliacelli. Paghera è un giocatore che ho voluto io, per un discorso di coerenza: dovevamo alzare la qualità agonistica della squadra: può avere tutti i difetti del mondo, ma la qualità agonistica non gli manca. Anche in panchina è sempre in piedi, sono caratteristiche che ha dentro. Ha sempre giocato da play e da mezzala, può fare entrambi i ruoli. Lo scambio Paghera-Vajushi è stato fatto in questo senso. Nel marasma generale di La Spezia è stato il migliore, non capisco il suo cambio. I giocatori non hanno giocato contro Atzori, ho semplicemente detto che si sono allenati come sempre e hanno fatto tre partite: le abbiamo viste tutti, dopo di che ho chiesto loro quali fossero i problemi. Abbiamo fatto zero punti su nove e la situazione era nettamente peggiorata. I giocatori mi hanno detto che prima avevano una persona e un modo di giocare in cui credevano: ne ho preso atto e tutti insieme ci abbiamo messo quel qualcosa in più per salvarci. Sull’anno prossimo parleremo dopo queste due partite, dopo la prestazione di La Spezia in segno di rispetto per i tifosi ho voluto dare queste spiegazioni. I programmi per l’anno prossimo li faremo più avanti. Vi racconto un aneddoto. Dopo la partita con il Carpi dell’andata, in cui il mister aveva detto che avevano messo un pullman davanti alla porta: il loro presidente, che è mio amico, mi ha detto di dirgli che con il pullman davanti alla porta ci si salva. Grassadonia non ha mai voluto ascoltare consigli, diceva sempre che quello era il suo gioco e andava avanti con le sue idee. Gli allenatori devono essere bravi ad adattarsi in base ai giocatori: se hai un centravanti di due metri bisogna fare tanti cross, se hai Messi e Suarez non ha senso mettere palloni alti. Mi assumo le responsabilità che ho, mentre mi dà fastidio prendermi quelle non mie. Io ho l’obbligo di credere alla salvezza, di eventuale Serie C parleremo dopo Cittadella. Oggi ho voluto convocare questa conferenza per il modo in cui abbiamo perso con lo Spezia. Di futuro parleremo più avanti”.