16 Novembre 2020

Calcagno (AIC): “Taglio stipendi? La preoccupazione c’è. Lo sport non può prescindere dall’aspetto solidaristico”

TAGLIO STIPENDI AIC CALCAGNO – Umberto Calcagno, Vicepresidente dell’AIC, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Scanner, sulle frequenze di TMW Radio, soffermandosi, tra gli altri temi, anche sulla riforma del lavoro sportivo e sul taglio degli stipendi: “Quanto contenuto nelle bozze viste fino a oggi e nelle comunicazioni ministeriali, ci lascia ben sperare. Il […]

TAGLIO STIPENDI AIC CALCAGNO – Umberto Calcagno, Vicepresidente dell’AIC, ha rilasciato alcune dichiarazioni durante la trasmissione Scanner, sulle frequenze di TMW Radio, soffermandosi, tra gli altri temi, anche sulla riforma del lavoro sportivo e sul taglio degli stipendi:

“Quanto contenuto nelle bozze viste fino a oggi e nelle comunicazioni ministeriali, ci lascia ben sperare. Il mese scorso abbiamo incontrato il ministro Spadafora per manifestargli vicinanza e sperare che questo percorso così lungo nella tutela dei diritti possa arrivare a compimento. C’è un problema di sostenibilità oltre quello delle tutele, e il ministro la cosa ce l’ha ben presente: ci saranno misure di accompagnamento verso questo lavoro sportivo. Un po’ come quanto messo in piedi per le ragazze di Serie A, per il cui status di professioniste abbiamo fatto passare oggi una delibera e che godranno di 11 milioni di euro di risorse per la transizione verso il professionismo. Il ragionamento è di sistema”.

“Taglio stipendi? La preoccupazione c’è. Parlare di stipendi, anche a livello giornalistico e mediatico, è di più facile lettura. I calciatori professionisti nella prima fase della pandemia hanno fatto la loro parte, e ci rendiamo tutti conto di quanto il paese stia soffrendo. La nostra posizione è che tutti debbano fare la propria parte, scindendo realmente cosa derivi dal Covid e cosa il mondo professionistico patisca per scelte o per mancate riforme auspicate da tempo. Se da una decina d’anni non riusciamo a capire che una distribuzione diversa delle risorse rispetto a oggi è l’unico partenza, si rischia di creare situazioni sterili anche a livello programmatico. Mi auguro si prenda spunto dalle difficoltà, e che si guardi intorno a noi, in Spagna, Germania o Inghilterra e alla mutualità che hanno e che riversano verso la loro base. Lo sport non può prescindere dall’aspetto solidaristico, o si creerà un divario sempre superiore”.