Venezia, Altare: “Obiettivo Serie A. Qui per tornare ad essere protagonista”
Le parole del difensore arancioneroverde
Arrivato in estate in prestito dal Cagliari insieme a Nunzio Lella, Giorgio Altare non ha fatto difficoltà a diventare una pedina importante per la difesa del Venezia di Paolo Vanoli. Il centrale bergamasco ha rilasciato un’intervista al sito di Gianluca Di Marzio, dove ha parlato in merito alla sua esperienza in Laguna.
Queste le sue dichiarazioni, riprese da Tuttoveneziasport:
“Sono qui perché ci ho creduto. A Venezia si sta bene. L’obiettivo? La Serie A”.
Sullo spogliatoio: “Un bel mix internazionale. A volte parlo inglese, altre provo a insegnare un po’ di bergamasco. Volevo tornare a essere protagonista, non essere uno dei tanti. So quanto valgo e desideravo potermi esprimere”.
Sul d.s. Antonelli: “Mi chiamava sempre per convincermi. Vanoli è il miglior allenatore avuto. I tifosi? Il nostro uomo in più. Vogliamo averli vicini. Se ci sarà bisogno, comprerò un biglietto a chi non potrà comprarselo. Cerco di trasmettere positività ai compagni. Mi chiamano ‘Gigante buono’, mi faccio voler bene. Vedo che mi seguono e sono la mia benzina. Unione, lavoro e cura del dettaglio, il resto arriva di conseguenza”
“Sono convinto di poter tornare in A. Mi pongo sempre degli obiettivi, senza è inutile giocare. Sognavo la Nazionale, ma non è mai arrivata la chiamata. Rispetto ad altri che ci andavano, sono riuscito a fare carriera. E comunque la maglia azzurra resta un mio obiettivo”.
Sull’attaccante più forte che abbia sfidato: “Lautaro. Ma anche Pohjanpalo non scherza. La pasticceria? Alle superiori facevo l’alberghiero. Era un’alternativa nel caso in cui non ce l’avessi fatta con il calcio. Il rifiugio in montagna? Mi rilassa“.
“Ora mancano 8 finali. I gol? Da piccolo mi piaceva esultare come Toni. Replicare la sua esultanza? Dai, va bene. Promesso”.