Antenucci vs Mignani? “Meritavo più considerazione. Avremmo potuto scrivere una pagina diversa”
Parole molto dure, che probabilmente spiegano anche l'addio
Svincolato al termine dell’esperienza col Bari, Mirco Antenucci ha rilasciato un’intervista dai toni piuttosto polemici a Gianlucadimarzio.com. Palese il rimando alle scelte attuate da mister Michele Mignani nel finale di stagione.
“Ho sempre pensato alla carriera non come un guadagno ma come una sfida continua e le mie scelte da 15 anni a questa parte hanno sempre detto questo. Vado alla costante ricerca di sfide con me stesso. A Bari non sentivo più la fiducia di prima, sembrava che il fatto che restassi o andassi via non facesse la differenza. Questo non mi va, sono sempre andato via quando mi sono sentito un peso.
La promozione di Latina è la tappa da ricordare, siamo venuti fuori dall’inferno della Serie C. Avrei voluto giocare Bari-Cagliari e cambiare risultato a quella partita. Tre giorni prima ero stato chiamato in causa al 94′ fuori casa per battere un rigore che valeva il pareggio: per me ha significato assumersi una grande responsabilità. Ho accusato il fatto di non essere stato nemmeno preso in considerazione per il riscaldamento tre giorni dopo. Non ne faccio una questione di riconoscenza ma di meritocrazia. Ho dato sempre tutto per questa maglia, a tutti.
Il Salento è stato sempre un posto in cui ho scelto il futuro. Avevo scelto in Salento tra Parma e Spal sette anni fa, quattro anni fa ho deciso di venire a Bari e ora ho scelto di andare via. Ho preso questa scelta in questi giorni, mentre in vacanza con Di Cesare e le nostre famiglie. Ho chiesto scusa a Valerio quando ci siamo salutati piangendo come bambini, gli ho fatto passare cinque giorni di inferno. Non sono stati giorni semplici, quello che c’è nel post è quello che mi porto dentro: è stata una decisione veramente difficile, non credevo di essere legato così intensamente a Bari e alla città.
Ho girato tantissimo in carriera proprio per la sete di sfide che ho sempre avuto. Volevo sentirmi sempre un giocatore importante. Qui è nata la mia terza figlia e sono legato come lo sono stato a Leeds, dove è nata la seconda. Ho trovato un ambiente meraviglioso e con questo aggettivo includo tutti. Mi hanno emozionato i messaggi di saluto dei tifosi: hanno apprezzato la persona, su Instagram e Whatsapp ho ricevuto grandi attestati di stima e non me l’aspettavo. Vuol dire che sono stato me stesso, leale e umile.
Valerio è un fratello, al di là del calcio dove ne abbiamo vissute tante. Siamo stati criticati anche perché ci siamo presi più responsabilità di quelle che avevamo: è un ragazzo speciale, un simbolo di questo club e spero che quest’anno riesca a raggiungere l’obiettivo che si è prefissato e che rimanga a giocare e lavorare con il Bari anche quando avrà smesso. Per lui penso di essere stato lo stesso. Un confidente, un amico, ha una stima in me enorme come calciatore. Se questa esperienza è durata quattro anni il 60-70% è merito suo.
Nell’estate del 2021, dopo che avevamo perso i playoff con Auteri ho chiamato il presidente. Non gli ho detto che volevo andare via ma gli ho detto che volevo fare parte del progetto e che se avesse voluto cambiare non avrei portato rancore. Per fortuna abbiamo deciso il meglio: è stato un momento importante. Anche al tempo dell’addio di Auteri e dell’arrivo di Carrera in panchina ho avuto un infortunio e c’è stata una confusione incredibile. Bari chiede tanto, ha un bacino di utenza incredibile, è normale che la C potesse stare stretta. Siamo stati bravi a tornare in B.
Forse mi sarei meritato qualcosina in più onestamente. Forse avremmo potuto scrivere una pagina diversa”.