Pisa, Aquilani: “Cittadella è una delle squadre più complicate. Difesa a tre opzione come a quattro”
Le parole del mister prima della gara
L’allenatore del Pisa Alberto Aquilani è intervenuto nella conferenza stampa prima della partita contro il Cittadella.
Ecco le sue parole:
“Ho visto voglia e consapevolezza, attitudine corretta per affrontare il break delle nazionali nella maniera giusta. I ragazzi rientrati sono arrivati in momenti diversi ma stanno tutti bene fisicamente. Oggi Mlakar e Nagy faranno il primo allenamento. Gliozzi è rientrato dopo un lunghissimo stop, ma non ha ancora la condizione. Ha fatica ancora da fare davanti a sé. Lui sa che, prima di arrivare a una buona condizione, ci vorrà ancora un po’ di tempo, ma si sta allenando, fa fatica e vuole recuperare il tempo perso nel minor tempo possibile. Sono contento di rivederlo. Arena è rientrato anche se ha fatto poco e Vignato sta bene, sta gestendo un piccolo problema.
Domani abbiamo il Cittadella e il focus è su questo. Siamo consapevoli che affronteremo una squadra tosta, si identifica in Serie B come una delle squadre più complicate con le quali giocare, ha una filosofia ben precisa. Abbiamo preparato la partita e cercheremo di mettere in campo tutto ciò che fa parte del nostro processo di lavoro, cercando di vedere i miglioramenti necessari per fare una grande partita. Sappiamo che dobbiamo vincere, ma vogliamo fare una grande partita.
Coi sé e coi ma non andiamo da nessuna parte. Dobbiamo capire che con le chiacchiere andiamo poco lontano. Il nostro focus è quello di una gara di campionato complicata, difficile, ma abbiamo tutte le qualità per poter fare una partita molto importante. Tutto quello che c’è dietro per me non conta niente, conta l’attitudine e la fame.
Per me il campionato del Pisa è iniziato quando è iniziato. Siamo alla nona partita e abbiamo una gara da recuperare. Dobbiamo tenere presente l’esperienza di ciò che è accaduto nelle partite precedenti. Non dobbiamo dire che inizia un nuovo campionato, dobbiamo portare cose migliori e nuove. Sono discorsi che contano poco. La mia idea è che domani ci sarà un’altra partita, ci sono state cose negative e positive, ma oggi manca la vittoria in casa e l’entusiasmo derivato dal risultato, soprattutto dalla vittoria interna. Per raggiungere questo risultato bisogna lavorare bene e il focus è sul lavoro. Dobbiamo essere pronti a cambiare anche quando la partita va in una direzione diversa da quella che ci aspettavamo.
La difesa a tre è un’opzione così come la difesa a quattro. Vedremo chi avremo a disposizione e poi decideremo. D’Alessandro ha fatto la risonanza ieri e si trova a metà percorso. Dimostra una voglia matta di recuperare e ha l’attitudine giusta per rimettersi in pista. Ci vuole il tempo necessario perché è un infortunio delicato.
La tranquillità me la danno i giocatori. Se vedo i giocatori consapevoli questo mi restituisce energia e fiducia. Questo è un percorso lungo sperando che i puntini si allineino e che ci diano grosse soddisfazioni perché ci teniamo tanto. Vivo di partite ed emozioni e senza l’agitazione non si può fare questo lavoro. Li vedo applicati nella maniera totale per affrontare un percorso, ovvero un processo tecnico e mentale. Non è che noi chiediamo chissà cosa. E’ semplicemente mentalità. Nel calcio il risultato conta e questo restituisce l’energia in più e in meno.
Se un giocatore come Nagy è un pezzo così importante di una nazionale prima in classifica nel proprio girone va fatta una riflessione. Nonostante l’abbia fatto giocare poco si è sempre allenato bene. L’ultima partita ero in dubbio di farlo giocare perché era molto motivato. Ho fatto delle scelte perché abbiamo tanti giocatori importanti in mezzo al campo. A volte scelgo bene e a volte scelgo male, ciò che posso dire è che nessuno ha messo fuori Nagy.
Piccinini non doveva far parte di questa rosa, doveva andare via. Poi ha iniziato ad allenarsi bene, ad andare forte e a far vedere che non era l’ultimo come poteva essere all’interno di questa lista. Questo ci fa capire che nel calcio che aver fame conta. Quando ci siamo resi conto che ci dava garanzie l’abbiamo fatto giocare. E’ una bella storia perché lo prendo come esempio. Nessuno chiude la porta a nessuno, i nomi contano fino a un certo punto. Si è meritato un posto da titolare in partite molto delicate.”
Lo riporta Sestaporta.news.