5 Aprile 2024

Pisa, Aquilani: “Io alla Fiorentina? Qui c’è un progetto biennale che voglio portare a termine”

Il bilancio di Aquilani sulla sua esperienza in nerazzurro

La prima stagione tra i grandi ed un Pisa che naviga a vista sulle onde di una movimentata zona playoff. I nerazzurri di Aquilani vogliono dire la loro da qui a fine stagione, consapevoli di potersela giocare con chiunque, come successo nell’ultimo turno con il Palermo. Proprio Aquilani, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, ha fatto un primo bilancio della sua esperienza sotto la Torre, unendo i 3 ponti temporali della sua vita, il passato da calciatore, il presente da allenatore e un futuro da scoprire.

Ecco le parole di Aquilani:

“Aver fatto il calciatore aiuta fino a un certo punto, le dinamiche cambiano, però aver giocato mi ha aiutato nella gestione. Il mio percorso? Sei mesi all’U18, poi sei con Iachini, quindi tre anni in Primavera. Se le cose non le sperimenti, non puoi avere le risposte che servono. Con i giovani puoi permetterti di sbagliare, qui no. Barone? Avevamo un rapporto umano molto importante. Percepivo una stima che a volte mi dava imbarazzo, mi voleva proprio bene e io volevo solo ripagarlo. L’avevo sentito due giorni prima, la sua morte mi ha sconvolto. Si parla di me alla Fiorentina? Abbiamo fatto un lavoro importante, come trofei e crescita di calciatori. Credo sia per quello, ma al Pisa ho iniziato un progetto biennale che vorrei portare a termine. Il mio bilancio a Pisa? Ci sono state difficoltà, tra infortuni, sconfitte incredibili e punti buttati. È come se avessi fatto tre anni in uno. Sono ambizioso, i bilanci li faremo più avanti. È dura ovunque, ma questo è un campionato particolare: grande equilibrio, gare decise da episodi con allenatori che lavorano proprio su questo. Qui il dettaglio fa la differenza”.

Colleghi di livello e idea di gioco

“Mi piace Vivarini. E poi i miei amici Nesta e Pirlo: a me piace chi è coerente con le sue idee a prescindere dai risultati. Gli infortuni: a volte mancavano proprio i giocatori. Non sono integralista sui moduli, ma sui concetti: a volte difendiamo a 4, altre a 3, dipende dalla partita. La mia idea di calcio nasce dalle esperienze in campo, con uno sviluppo mio. Ho conosciuto il calcio inglese, portoghese, spagnolo, ho sempre avuto tanta curiosità. Ho un grande rapporto con De Zerbi, mi ha ispirato per tante cose, ma è impossibile fare copia-incolla. Ho avuto la fortuna di lavorare cinque anni con Spalletti, uno che ti spiega le cose e te le fa tenere dentro. Qui a Pisa non mi sono mai sentito in discussione, ma capivo che avrei dovuto fare di più. Ne sono successe tante e sono ricadute sui risultati. Questo ha portato a vedere tutto nero. Però lunedì per prima volta c’era lo stadio aperto e bello pieno, abbiamo vinto una grande partita col Palermo: speriamo che questo entusiasmo ci accompagni fino in fondo. Gol subiti nei finali? Abbiamo commesso errori, anche io. E c’è stata un po’ di sfortuna, tante espulsioni: cose che non si possono allenare. Era un peccato rovinare le prestazioni con errori del genere. Lunedì abbiamo capito tante cose. Siamo nelle condizioni migliori per il finale. A cominciare da Brescia“.