Ascoli, Felicioli: “Questa maglia la sento mia, questa è casa mia”
ASCOLI FELICIOLI – Il nuovo terzino dell’Ascoli, Gian Filippo Felicioli, dopo 5 anni è tornato a vestire la maglia bianconera. Queste le sue parole secondo quanto riporta il sito ufficiale dell’Ascoli: “Questa maglia la sento mia, questa è casa mia” – dice fuori intervista a chi gli sta affianco. Vorrei dare il mio contributo a una […]
ASCOLI FELICIOLI – Il nuovo terzino dell’Ascoli, Gian Filippo Felicioli, dopo 5 anni è tornato a vestire la maglia bianconera. Queste le sue parole secondo quanto riporta il sito ufficiale dell’Ascoli: “Questa maglia la sento mia, questa è casa mia” – dice fuori intervista a chi gli sta affianco. Vorrei dare il mio contributo a una squadra che è già forte e che gioca un ottimo calcio, sono l’ultimo arrivato ed entro in punta di piedi, cercherò di dare il mio apporto quando sarò chiamato in causa. La trattativa è stata abbastanza veloce, il mio desiderio è sempre stato quello di tornare, quindi, quando il mio agente mi ha detto dell’interessamento dell’Ascoli non ci ho pensato un attimo. Il Direttore Lupo è stato fondamentale, è lui che un paio di anni fa mi aveva portato a Venezia facendomi sentire la sua fiducia. Anche se qui ho giocato solo un anno, sento d’essere come a casa mia. Ho ricordi bellissimi della prima esperienza in bianconero, era la prima volta fra i professionisti, avevamo un gruppo straordinario ed è stato l’anno che mi ha formato di più facendomi diventare quello che sono adesso, diciamo che oggi si chiude un po’ il cerchio. Lontano da Ascoli ho trascorso anni fra alti e bassi per qualche problema fisico e di altro tipo. Lo scorso anno a Venezia siamo stati autori di una cavalcata importante che in Laguna mancava da venti anni, diciamo che la stagione scorsa è stata per me quella della rivincita. Della squadra conosco Buchel, con cui ho condiviso l’esperienza a Verona, Leali, con cui ho giocato a Perugia, e Danilo Quaranta, con cui ho fatto il ritiro estivo con l’Ascoli, ma poi lui andò in prestito in un’altra squadra. Il numero 5? La 14 non era libera, così ho optato per la n. 5, 1+4…”.