12 Novembre 2021

Ascoli, senti Sottil: “Il calcio sta cambiando. Noi dobbiamo ragionare gara per gara..”

ASCOLI SOTTIL CALCIO – Andrea Sottil, allenatore dell’Ascoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Il tecnico dei bianconeri ha spiegato la sua visione che ha del calcio, analizzando gli obiettivi stagionali. Inoltre, il classe 1974 ha commentato il campionato di Serie B. Ecco le sue parole: Il segreto del […]

ASCOLI SOTTIL CALCIO – Andrea Sottil, allenatore dell’Ascoli, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Il tecnico dei bianconeri ha spiegato la sua visione che ha del calcio, analizzando gli obiettivi stagionali. Inoltre, il classe 1974 ha commentato il campionato di Serie B.
Ecco le sue parole:

Il segreto del suo modo di allenare, in seguito alle due salvezze: “Erano due situazioni diverse a Pescara mancavano poche partite l’autostima era zero, ad Ascoli, invece, ho avuto più tempo per incidere sull’aspetto tecnico-tattico, ma fondamentale è stato capire fin da subito la strada da prendere a livello tattico di motivazione. Avvalersi di un Mental coach come Eugenio Vassalle ha rappresentato un valore aggiunto”.

Sull’importante del trequartista: “La propensione offensiva è sempre un buon segno, però bisogna essere equilibrati nelle due fasi. Più che i sistemi di gioco contano l’occupazione degli spazi e le caratteristiche dei giocatori. Avere elementi con requisiti diverse ti permette strategicamente di fare una partita o un’altra, a seconda delle situazioni”.

Il 10 non va più di moda? “Il calcio va a periodi. Il 10 è fuori moda visto che si gioca con due appoggi larghi, le ali, e un centravanti. Noi, però ad esempio abbiamo un Sabiri c’è un numero 10 moderno, un tuttocampista, uno che gioca sempre fra le line, in grado di cucire il gioco fra centrocampo e attacco”.

Sul livello dell’attuale Serie B: “ Il calcio è cambiato tanto. Intanto sono diverse le regole, che premiano lo spettacolo e penalizzare i difensori. Ora c’è il VAR, il regolamento è rigido, le mani non si sa dove metterle, si prendono facilmente espulsioni o ammonizioni. È un calcio più veloce. Qualche anno fa c’erano difensori più arcigni, attenti, mestieranti, ora devono stare più attenti”.

Sugli obiettivi del suo Ascoli: “Intanto vogliamo migliorare il concetto del noi, della nostra entità, autostima e consapevolezza. Penso che questa squadra se la possa giocare con tutti, peraltro con ulteriori margini di crescita”.

Su Pulcinelli: “Il patron, l’ho sempre detto, è schietto, molto carismatico, trova sempre il modo e parole giuste per farci sentire vicinanza e stima. Con me ha un rapporto basato su confronto, lealtà, umanità e semplicità. C’è stima reciproca. E poi… Il patron è un vincente, lo dimostra il suo excursus imprenditoriale”.

Sui punti deboli della sua rosa: “Vorrei più continuità dal punto di vista dell’atteggiamento, cioè 100’ con piglio e cattiveria agonistica costanti”.

Sui punti di forza: “Alla consapevolezza di un grande collettivo e la sensazione di essere sempre pungenti e pericolosi quando si attacca, l’ottimismo di riuscire a trovare sempre la giocata giusta”.

Le favorite per la promozione: “ Sulla carta Benevento, Parma, Monza e Crotone, il campo poi è giudice sovrano e li convince il budget, ma la squadra più cattiva, organizzata, che corre. In questa categoria non conta il blasone. Avere calciatori importanti aiuta, certo, ma non è tutto, se non ci sono umiltà e capacità di soffrire…”.

Sull’Ascoli in Serie A: “Il nostro obiettivo non è a lungo termine. Ragioniamo gara per gara, dopo il giro di boa vedremo dove saremo”.