Ascoli, il ds Valentini: “Sono contento e innamorato, qui il calcio è dei tifosi”
ASCOLI VALENTINI TIFOSI – Parole d’amore di Marco Valentini, rilasciate in un’intervista a gianlucadimarzio.com, che dopo le prime esperienze delle stagioni 2008/2009 e 2011/2012, torna a ricoprire il ruolo di direttore sportivo dell’Ascoli. Nelle sue dichiarazioni si percepisce il senso di appartenenza con la città e con i tifosi, sottolineando anche l’immediato feeling creatosi con il […]
ASCOLI VALENTINI TIFOSI – Parole d’amore di Marco Valentini, rilasciate in un’intervista a gianlucadimarzio.com, che dopo le prime esperienze delle stagioni 2008/2009 e 2011/2012, torna a ricoprire il ruolo di direttore sportivo dell’Ascoli. Nelle sue dichiarazioni si percepisce il senso di appartenenza con la città e con i tifosi, sottolineando anche l’immediato feeling creatosi con il presidente Pulcinelli e il mister Sottil.
Ecco le sue parole:
“Di questi primi venti giorni cosa posso dirvi? Che sono contento, innamorato e dormo pochissimo. Penso all’Ascoli, solo all’Ascoli. Non ne puoi farne a meno, è il trasporto della città…”.
“Mi fa stare davvero bene essere il direttore sportivo dell’Ascoli, è nato tutto così in fretta… Con il patron Pulcinelli è scattata un’intesa immediata, ci siamo ‘fidanzati’ in cinque minuti. Un colpo di fulmine. Avevo davvero bisogno di una persona come lui per tornare a fare ciò che amo. E’ sempre carico di entusiasmo, ti trasmette positività, è un piacere stargli accanto. Voglio sdebitarmi con lui sul campo, nel solo modo che conosco, cioè lavorando a testa bassa dalla mattina alla sera”.
Anche con Andrea Sotti: “Cinque minuti per conoscerci e trovarci, su tutto. Siamo uguali, in spirito e determinazione…”.
“Due concetti semplici ho espresso ai ragazzi: il primo è che non voglio sentir parlare di calciomercato, anche perché si chiama ‘sessione di gennaio’ e siamo a novembre… Il secondo, il più importante, è che noi dobbiamo rendere fiero il nostro popolo, incarnandone sempre i valori: dna battagliero dal primo al novantesimo, avere il fuoco dentro, azzannare l’avversario, dare fino all’ultima goccia di sudore. Perché questo è il nostro popolo, questa è Ascoli. E se avremo fatto ciò, il risultato passerà quasi in secondo piano…”
“Ricordo da bambino quando venivo a vedere le partite qui con papà e nonno. La curva faceva venire la pelle d’oca, lo stadio era sempre pieno, era una guerra per trovare un biglietto alla domenica. Qui si vive il calcio come negli anni ’80, il calcio dei tifosi, il calcio della domenica. Ciò che vogliamo e dobbiamo fare noi…”.