Genoa, palla al cuore del centrocampo Badelji: “Sono rimasto perchè nulla era paragonabile a riportare il Grifone in A”
BADELJ GENOA – Milan Badelj è il faro del centrocampo del Genoa, ed è uno di quei calciatori che ha accettato la retrocessione del Grifone e che è sceso in Serie B con in testa la nobile missione di riportare i rossoblu in Serie A. Il centrocampista croato ha rilasciato un’intervista al Secolo XIX, in […]
BADELJ GENOA – Milan Badelj è il faro del centrocampo del Genoa, ed è uno di quei calciatori che ha accettato la retrocessione del Grifone e che è sceso in Serie B con in testa la nobile missione di riportare i rossoblu in Serie A. Il centrocampista croato ha rilasciato un’intervista al Secolo XIX, in cui ha messo in chiaro le sue sensazioni sulla nuova stagione e gli obiettivi che il Genoa proverà a raggiungere.
Ecco un estratto dell’intervista di Badelji:
“Quest’anno siamo partiti abbastanza presto. La squadra si conosce sempre meglio, sono rimasti giocatori dell’anno scorso abituati a questo tipo di lavoro e gli altri si sono inseriti rapidamente. E poi contano anche i risultati. Sono amichevoli, ma vincere contro la Lazio, fare una buona prova contro il Mallorca e fare tanti gol contro una squadra di Lega Pro ci ha dato fiducia. Con i nuovi arrivi siamo migliorati? Alla fine lo dirà il risultato quanto è migliorato… Credo che sia sempre la squadra che alla fine dà visibilità ad un’individualità. Noi saremmo tutti super felici se Massimo Coda facesse 30 gol… Direi che siamo ben equilibrati e ben coperti in tutte le posizioni: la squadra è fatta per risalire subito in A”.
La scelta di rimanere e il rapporto con Blessin
“Non mi è arrivato nulla che potesse essere paragonato agli stimoli che mi dà la possibilità di riportare subito il Genoa in Serie A. Sarebbe un percorso importante che mi consentirebbe di creare un grande legame con la città e con la nostra gente. Blessin? Chiede una squadra aggressiva, energica. Il mister preferisce calciatori che rischiano. Abbiamo un ottimo rapporto, è chiarissimo che lui fa l’allenatore e io il calciatore ma tra di noi ci capiamo. So benissimo cosa si aspetta da me e da parte mia c’è tanta stima, lo rispetto molto. Fendrup? Sta crescendo velocemente, sta zitto, pedala e ascolta. Se fossi un allenatore guarderei il suo rendimento dall’inizio alla fine della stagione per capire quanto sono riuscito a trasmettergli”.