Parma, Balogh: “Per nessun club o calciatore è positivo cambiare spesso allenatore. Pecchia mi chiede di guidare la difesa”
Le sensazioni del calciatore ducale
Il giovane difensore centrale del Parma Botond Balogh ha rilasciato un’intervista fiume al giornale ungherese Bunteto.
Ecco le sue parole, interamente riportate da ParmaLive.com:
“Ho iniziato bene la stagione, ero in campo, ma poi sono stato fuori un mese e mezzo per infortunio. Quando mi sono ripreso, c’è stato un altro cambio di allenatore, con un nuovo staff e un nuovo sistema di gioco. Anche se sono tornato nella squadra titolare, mi sono infortunato di nuovo e non ho potuto giocare per due mesi. Poi è successa la stessa cosa a inizio 2022: ero di nuovo titolare, ma mi sono di nuovo infortunato ad aprile e non mi sono ripreso fino a fine stagione.
Dopo aver giocato in Serie A mi aspettavo di più da me stesso. L’esperienza più piacevole della scorsa stagione è stata quella di potermi presentare nella Nazionale di Marco Rossi. Gli altri miei ricordi sono meno positivi, perché non ho potuto giocare per molto tempo a causa di infortuni. Nell’ultimo mese e mezzo però sono entrato più stabilmente nella squadra.
Non sono nella posizione di criticare la dirigenza del club, non lo farò. Certo, non è positivo per nessun club o giocatore se l’allenatore viene cambiato ogni sei mesi o ogni anno e arriva regolarmente un nuovo staff con un approccio completamente nuovo. Con Pecchia cerchiamo di porre molta più enfasi sul possesso palla, cioè giocare con la palla. Ovviamente non a scapito del risultato. Un altro cambiamento è che giochiamo con quattro difensori invece di cinque. Mi piace molto anche il fatto che dica che non dovremmo adattarci all’avversario, ma attenerci ai nostri concetti di gioco.
I miei ex allenatori facevano tre o quattro allenamenti video alla settimana, dove per un’ora analizzavamo esclusivamente la tattica dell’avversario. In 20 partite quest’anno, con mister Pecchia è successo forse due volte che abbiamo analizzato l’avversario con tanta profondità. Si fida di noi e ci concentriamo sul nostro gioco, questo è un aspetto molto positivo per me. Anche se sono uno dei giocatori e dei difensori più giovani, Pecchia mi chiede di guidare la nostra difesa. Mi dice di fare uscire la mia voce e parlare molto in campo. E ovviamente, di cercare l’anticipo.
Gianluigi Buffon è una leggenda vivente. Da piccolo ero un grande tifoso della Juve, avevo la maglia di Buffon e i guanti da portiere di Buffon. Inoltre è molto diretto, cerca di aiutare tutti, mi dà anche tanti consigli durante le partite e durante gli allenamenti. Certo, ci sono i momenti in cui è serio, ma anche a 45 anni è quasi sempre il primo a fare scherzi.
Qui in Italia, nella squadra Primavera, mi sono abituato in fretta a questo stile di vita diverso, e non è stato per niente difficile, ero semplicemente contento di lavorare di più. Probabilmente avrei già accettato questo approccio più professionale anche all’MTK, ma non c’erano persone intorno a me che mi stimolavano come qui a Parma.”