“Benevento, Barba: “Indescrivibili le emozioni vissute al Camp Nou”
BARBA BENEVENTO Camp Nou – Federico Barba, duttile difensore classe 93′ in forza al Benevento, nel corso di un’intervista riportata dal sito ufficiale del club, si è raccontato: “Il settore giovanile a Roma? Sono stati degli anni belli. Ho incontrato dei compagni di squadra forti, di cui molti adesso giocano ad alti livelli. Tra questi […]
BARBA BENEVENTO Camp Nou – Federico Barba, duttile difensore classe 93′ in forza al Benevento, nel corso di un’intervista riportata dal sito ufficiale del club, si è raccontato:
“Il settore giovanile a Roma? Sono stati degli anni belli. Ho incontrato dei compagni di squadra forti, di cui molti adesso giocano ad alti livelli. Tra questi c’è anche Antei che ho ritrovato a Benevento. Nella Roma sono stato bene, ho vinto anche uno scudetto con la Primavera. De Rossi? E’ come un padre. Tratta tutti al meglio, in modo da far crescere ogni singolo ragazzo nel migliore dei modi. In fondo la sua storia è nota a tutti. Il mio idolo? Appartengo alla generazione che ha vissuto i campioni del mondo nel 2006. Da difensore ho sempre ammirato Materazzi. Se devo parlare di un calciatore che ho sempre ammirato al di là del ruolo è Francesco Totti. Un vero e proprio fuoriclasse. Tra l’altro da piccolo ho giocato nella scuola calcio che poi ha preso il suo nome: spesso veniva a trovarci ed era sempre una grande emozione vederlo da vicino. Il mio primo goal in Serie A? Giocavo nell’Empoli e quel giorno incontravamo la Lazio. Venivamo da una serie di risultati negativi e fortunatamente arrivò una vittoria liberatoria, grazie anche al mio primo gol in massima serie. Nessuna faziosità contro i biancocelesti: è vero ho giocato nella Roma, ma non tifo per nessuna delle due. Mister Sarri? E‘ un vero e proprio maestro. Con lui puoi parlare di tutto: è molto acculturato. Poi sul piano tattico ha tanto da insegnare. Vedendo la sua metodologia d’allenamento non mi ha sorpreso la sua carriera, spero che possa fare sempre meglio. Il calcio estero? E’ un’esperienza importante, capace di formarti in tutto e per tutto. Spesso hai anche delle difficoltà a rientrare in Italia dopo un periodo all’estero. Sono un difensore e per me non è stato semplice adattarmi sin da subito al nuovo tipo di gioco, anche perché l’organizzazione è totalmente diversa rispetto a quella che c’è qui. L’inferiorità numerica e le praterie alle proprie spalle sono all’ordine del giorno. In Italia c’è un altro tipo di impostazione, ma questo ovviamente non è garanzia di vittoria. I tifosi? Il calcio è amato in tutto il mondo, ma all’estero c’è una minore foga nei confronti dei calciatori e delle squadre. Si vive tutto in maniera diversa. Onestamente a me piace vedere il colpo d’occhio, gli stadi pieni: uno spettacolo che è la vera essenza del calcio. Purtroppo dovremo prepararci a vedere gli impianti vuoti, ma siamo in emergenza e siamo costretti ad accettarlo. Barcellona? Giocare al Camp Nou è stata un’emozione particolare. Loro erano al completo e vedere Messi da vicino fa sempre un certo effetto. Ha deciso la gara con un paio di giocate: è davvero un fenomeno. Ronaldo “il fenomeno” in veste di presidente? Al Valladolid ho trovato Ronaldo come presidente. E’ sempre molto presente, pronto a soddisfare ogni esigenza. Mi ha fatto davvero una bella impressione. Cosa mi ha spinto a venire a Benevento? Il direttore Foggia mi cercava da tempo, questo aspetto ha influito nella mia scelta. Al Valladolid ho deciso di cambiare perché l’allenatore mi chiedeva altre cose, quindi l’opportunità sannita l’ho colta al volo. Ho trovato un gruppo fantastico. Certo, mi aspettavo qualche difficoltà nell’inserirmi all’interno di una squadra perfetta, ma i compagni mi hanno subito accolto alla grande e questa ha facilitato tutto. Il mister è molto preparato, la società ambiziosa. Ci sono tutti i presupposti per fare bene. La Serie A? Non abbiamo ancora fatto niente, manca l’aritmetica. Al di là di questo, tra i grandi non avrei problemi a giocare anche come terzino: l’ho fatto anche ai tempi del Chievo Verona. Differenze con la B? Sono molte. In questo bisogna migliorare e infatti sarà dura ambientarci sin da subito. Il mercato? Non mi hanno impressionato i nomi che il presidente Vigorito ha fatto a gennaio, come quello di Ibrahimovic. Ha le potenzialità per portare a casa calciatori del genere. A questo punto aspettiamoci delle sorprese l’anno prossimo. In merito alla ripresa? Si parla di salute, quindi c’è la massima priorità. Facciamo parlare i medici e gli esperti e seguiamo le loro direttive. Posso solo dire che siamo pronti: ci stiamo allenando duramente e – conclude – non aspettiamo altro che un cenno per tornare in campo“.