Como, Barba si racconta: “Il nostro stadio è un quadro. Sarri ti cambia la visione, Inzaghi un passionale”
Le parole di Barba
Federico Barba, difensore del Como, ha parlato a gianlucadimarzio.com toccando diversi temi. Di seguito le sue parole.
“A casa mia nessuno giocava. I miei fratelli facevano tennis, i miei genitori mi mandarono a nuoto. Nel centro sportivo c’era una squadra di calcetto e chiesi a mia madre di provare”. La prima esperienza è alla Totti Soccer School, l’academy dell’ex numero 10: “La prese un anno dopo il mio arrivo”. Il riferimento da bambino? “Da difensore mancino seguivo Materazzi”. A far la differenza, spesso, sono anche le persone che trovi. Per qualità morali e valori trasmessi: “Mi ritengo fortunato per gli allenatori che ho incontrato. Mauro Casaroli, Beppe Incocciati, Andrea Stramaccioni, Alberto De Rossi, tutti grandi maestri”. Un passaggio alla Cisco Roma e poi il settore giovanile giallorosso: “Per chi cresce a Roma non c’è squadra migliore dove andare”. Crescere a casa: “Rimanere vicino agli affetti con un percorso di crescita ‘normale’ non è scontato”.
Osservare per imparare: “A me piaceva tanto Juan, mi ha dato tanti consigli. Insegnamenti che ancora mi porto dietro”. Anni speciali: “Politano, Caprari, Florenzi, un gruppo forte. Ci siamo tolti diverse soddisfazioni”
L’incontro con Sarri: “Ho trovato un allenatore che è un maestro. Bisogna abituarsi a ciò che pensa. Ha le sue convinzioni e devi essere in grado di applicarti. Una volta capito, riesci a entrare nei suoi meccanismi e a crescere. Ti dona una nuova visione del gioco, sia come singolo che come collettivo”. Meglio incontrarlo da giovane o con una maggior esperienza alle spalle? “Da una parte forse è meglio a inizio carriera quando si è più ‘flessibili’; dall’altra incontrarlo in una fase successiva ti agevola”. Il racconto dell’uomo: “Una persona colta e dalla grande intelligenza con cui si può parlare di tutto”
Pippo Inzaghi: “In lui vive una passione incredibile, la stessa che aveva da giocatore. Te la trasmette nel suo essere allenatore. È eccezionale”.
Un anno a Pisa e poi l’arrivo a Como: “Sensazioni ottime fin da subito. Una proprietà straniera che ha un progetto preciso per il suo futuro. Ho trovato un bell’ambiente. In campo lo si vede in campo. È stato un buon inizio, ora dobbiamo migliorarci e fare qualcosa in più”. Il fascino del Sinigaglia affacciato sul Lago. Le tribune che si perdono nell’orizzonte delle onde: “Stadio unico. Sembra quasi un quadro”.
Le vie strette che si combinano in modo coerente con quelle centrali. Il lungolago e lo stadio, passando per i paesini che la circondano. Como è città particolare. Nella sua eleganza, nel suo intimo legame con il lago, nel suo essere incontro di paesi diversi. Una città che rispecchia la curiosità che vive in Federico. Ed è forse giusto che si siano trovati in questo momento: “È bellissima. Camminandoci senti lingue e influenze diverse. Un fascino intramontabile”