Bari, Di Natale su Marino: “Mi ha cambiato la carriera. La squadra? Costruita per la promozione”
Le parole di Antonio Di Natale sull'esonero di Mignani e sull'ingaggio di Pasquale Marino da parte della dirigenza del Bari.
Antonio Di Natale, ex calciatore e storica bandiera dell’Udinese, ha commentato dai microfoni di pianetabari.com l’arrivo a Bari di Pasquale Marino. I due hanno lavorato insieme per tre anni in bianconero: dalle parole dell’ex attaccante si evince quanto il tecnico abbia un avuto un notevole impatto per la sua carriera. Di seguito le dichiarazioni rilasciate da Di Natale:
«Marino ha tanti anni di esperienza, è un grandissimo allenatore e lo ha dimostrato nel corso degli anni. Dal punto di vista tattico è un allenatore che predilige il 4-3-3. Ha esperienze importanti, io ho avuto la fortuna di conoscerlo all’Udinese e allo Spezia. Lui è un allenatore a cui piace molto giocare e attaccare, un po’ come tutti gli allenatori che fanno il 4-3-3, sulla scia di Zeman. Adesso potrà dimostrare il suo valore in una piazza importante come Bari. Io e il mister abbiamo un bel rapporto, molto onesto. Quando ci vediamo parliamo di calcio tranquillamente, come due amici”.
“Quando mi cambiò ruolo? Non avevamo attaccanti in quel periodo, allora il mister mi propose di giocare nel ruolo di centravanti. Era una posizione che non avevo mai ricoperto in carriera, considerato che non sono stato un attaccante classico come quelli di 1,90, sono alto 1,70. Da quell’Udinese-Palermo il mister mi ha cambiato e allungato la carriera. Modo di giocare? Questo lo deve decidere il mister, perché lui conoscerà bene la squadra e le sue caratteristiche. Di sicuro questa è una delle sue qualità più importanti: può cambiare ruolo ai suoi calciatori e trovare quello giusto in cui possono essere impiegati. Un altro esempio è quello di David Okereke a La Spezia, che ha incontrato da esterno e l’ha trasformato in centravanti, facendolo andare in doppia cifra. Queste settimane potranno essergli utili per conoscere meglio il gruppo e lavorare sui ragazzi”.
“Il mister è bravo nello spogliatoio con i calciatori: è una persona con cui si può parlare, ha un carattere forte. Sa essere una persona schietta: se dice una cosa è perché la pensa. Gli piacciono le persone che si allenano in silenzio e lavorano. La fortuna del Bari ora è avere un direttore che già conosce l’allenatore e sa come lavora. Il Bari una squadra costruita per stare in alto e lottare per la promozione, insieme a diverse altre squadre forti. Dispiace per l’esonero di Mignani, che io conosco bene: bravo collega e bravissima persona. In ogni caso, questa è una squadra costruita per fare bene. Marino non è un allenatore finito: è stato fermo solo un anno. Ha solo 61 anni, può ancora fare bene: si parla molto del fatto che gli allenatori esperti siano superati, ma non è vero, e lo sta dimostrando anche Zeman. Marino può fare bene, si merita una piazza come Bari“.