Barillà: “Parma la parte più bella della mia carriera. Per il secondo posto è tutto aperto”
Le parole dell'ex giocatore dei ducali
Ospite del programma DNA Parma, l’ex centrocampista crociato Antonino Barillà ha parlato del momento dei crociati. Ecco le sue parole, riportate da parmalive.com:
“Venerdì è stata una partita bellissima, si affrontavano due squadre molto forti e c’è stato spettacolo. Il Parma ha tirato fuori qualcosa in più e si è visto, in nove è riuscito a tenere campo e palla. Il 4-3 l’ha fatto in dieci, si vede che ci sono valori importanti”.
A questo punto del campionato il tuo Parma aveva gli stessi punti di oggi. Come si riprende una stagione?
“Guardando la classifica è tutto aperto. Davanti si corre di meno, la classifica è più corta e in tante possono ambire al secondo posto. La nostra stagione è stata bella perché ci siamo stretti tra di noi provando a buttare il cuore oltre l’ostacolo. La società ambiva alla Serie A il prima possibile e questa è stata la nostra forza. Non ce l’avevano chiesta a chiare parole ma sapevamo quale fosse l’ambizione e abbiamo provato a creare un’unica famiglia: tifosi, squadra, allenatore, società, staff, eravamo un tutt’uno e non avevamo paura di niente”.
Che rapporto avevi con Gervinho?
“Le basi fondamentali le abbiamo messe nell’anno della Serie B, la società ha tenuto lo zoccolo duro e chiunque arrivasse si integrava bene. Gervinho all’inizio parlava poco, è un grande campione, ma a distanza di qualche mese rideva e scherzava con noi, sposando il progetto. Lui faceva la differenza, poi sono arrivati Inglese, Sepe, Kucka, giocatori che ci hanno aiutato. C’era un gruppo solido dalla Serie B e tutti erano a loro agio”.
C’era un nucleo italiano forte.
“Noi parlavamo tutte le lingue, ci parlavamo in ogni modo. Stavamo bene tra noi e non è mai semplice quando si è in trenta. Avevamo una testa comune, e a tutti ci piaceva dare qualcosa in più e per questo arrivavano i risultati”.
Quanto è stato importante il lavoro di Faggiano e della società?
“Il direttore ha allestito squadre che potevano ambire a lottare per tutto, ha dato in mano a mister D’Aversa squadre che lui ha fatto rendere al massimo. Il loro lavoro si vede tantissimo”.
Ti manca Parma? Che ricordo ti porti nel cuore?
“Parma è stata la parte più bella della mia carriera, ho raggiunto risultati quasi insperati. Ho lavorato con grandi campioni, ho conosciuto tante persone, parlo ancora con chi è al Parma. Quando dico che eravamo una famiglia è proprio questo: a Parma sono stato una meraviglia ed è merito anche dei ragazzi che erano lì. Reggina o Parma? In Serie A vanno tutte e due, una seconda e una vince i playoff, almeno poi posso venire a vedere una partita di Serie A”.