Cosenza, l’ex Braglia racconta: “Tutino non deve porsi limiti: nostro rapporto tra coccole ed arrabbiature”
Braglia su Tutino
Piero Braglia, ex allenatore del Cosenza e tecnico con cui Gennaro Tutino è esploso tra C e B proprio coi Lupi, ha parlato a La Gazzetta dello Sport. Di seguito le sue parole riportate da tifocosenza.it.
“Non è un caso che Gennaro abbia fatto così bene tornando a Cosenza – spiega con convinzione –, lì si sente stimato e apprezzato, ha sempre dato il meglio in contesti che l’hanno fatto sentire importante e non dove, penso a Parma, era uno tra i tanti giocatori importanti. Questo è stato un po’ il suo limite, ma credo adesso l’abbia superato. È arrivato alla piena maturità, come giocatore e come uomo, con due figli e una bellissima famiglia. A 27 anni, di limiti non deve più porsene”.
Braglia ricorda, come significativo rito di passaggio, il primo anno vissuto insieme a Cosenza, quello della promozione in B: “Il talento era fuori categoria, ma andava coccolato o stimolato a seconda dei giorni. Spesso dovevo farlo arrabbiare per tirargli fuori il meglio, ma gli volevo un bene dell’anima e lo sapeva anche lui. In quella stagione c’era anche mio figlio Thomas in squadra e a volte mi faceva presente, dall’interno dello spogliatoio, che Gennaro magari era rimasto male per qualche mio rimprovero. Allora provavo a coccolarlo per rimediare, ottenendo da questo lavoro psicologico sempre grandi risposte sul campo”.
“Gli allenatori, però, a volte non hanno tempo di entrare così a fondo nella testa di un singolo giocatore. Questo aspetto in carriera l’ha un po’ frenato, ma ora è giocatore e uomo fatto e finito. Chi lo prende, che sia il Cosenza riscattandolo o un’altra squadra, fa un affare”.