Brescia, P. Bisoli: “Tra Dimitri e i tifosi rapporto d’affetto, Inzaghi grandissimo allenatore”
BRESCIA BISOLI INZAGHI – Pierpaolo Bisoli, allenatore italiano, ha rilasciato una lunga intervista al portale Bresciaingol.com. L’ex centrocampista, che ha giocato anche un anno al Brescia nella stagione 2000-2001, ha parlato della carriera di suo figlio Dimitri Bisoli, attualmente giocatore e capitano delle Rondinelle, e del lavoro svoltosi finora da mister Inzaghi. Ecco le parole dell’ex […]
BRESCIA BISOLI INZAGHI – Pierpaolo Bisoli, allenatore italiano, ha rilasciato una lunga intervista al portale Bresciaingol.com. L’ex centrocampista, che ha giocato anche un anno al Brescia nella stagione 2000-2001, ha parlato della carriera di suo figlio Dimitri Bisoli, attualmente giocatore e capitano delle Rondinelle, e del lavoro svoltosi finora da mister Inzaghi.
Ecco le parole dell’ex allenatore della Cremonese:
“Fin da piccolo Dimitri ha avuto la passione per questo sport, addirittura quando aveva 3 anni era sempre a giocare a calcio contro il muro o in casa. Abbiamo tantissimi ricordi in famiglia di nostro figlio che sin da quando era piccolissimo voleva solo il pallone anche in spiaggia, nessuno poteva toglierglielo, non gli piaceva altro. Io sicuramente notavo che aveva una marcia in più degli altri ragazzi, sin da quando giocava nelle giovanili di Porretta Terme, Foligno o Bologna, ma non ho mai insistito nel farlo giocare a calcio, era lui che mi chiedeva sempre di andare ad allenarsi. È stato un processo naturale, faceva prima le partite con quelli della sua età e poi anche con i più grandi. Io lo vedevo come un genitore e non come un fanatico.”
Arrivati al calcio professionistico: “Ero orgoglioso, anche perché da me non è mai stato aiutato, si è fatto da solo. Non gli ho mai trovato una squadra, erano le varie compagini a cercarlo, io potevo solo dargli dei piccoli consigli, ma volevo che si creasse il suo percorso. Non ho mai voluto lucrare su di lui nonostante venissi chiamato dalle varie squadre per avere informazioni su mio figlio”.
“La nostra famiglia è sempre stata molto unita, quando ero un calciatore loro mi seguivano ovunque e cosi negli anni abbiamo costruito questo bellissimo rapporto. I miei figli ora hanno la loro famiglia, ma questo legame non si è mai sciolto, anzi si rafforza sempre di più. Io non cerco mai d’invadere la professione di Dimitri ed infatti è lui che mi chiede dei consigli calcistici proprio per evitare di creare interferenze alla sua carriera, anche perché io gli parlo sempre da padre. Mio figlio ultimamente ha passato un brutto periodo, sua mamma e suo fratello lo hanno aiutato tantissimo, io ero l’ultimo solo perché affronto i problemi più di petto però non smetterò mai di essere vicino a lui.”
Su Brescia: “Cercavo di fargli vivere bene l’ambiente, veniva sempre allo stadio e si appassionava alla tifoseria già da piccolo. Abitavamo a Nave dunque il centro città era poco vissuto però ci trovavamo spesso nell’oratorio dove poteva giocare a calcio con i suoi coetanei. É molto bello che lui sia tornato a Brescia e che stia diventando una bandiera per la squadra. Sono felice che tra Dimitri e i tifosi ci sia un reciproco rapporto di affetto, io sono di una mentalità vecchia, ma penso che sia molto meglio essere una leggenda di una squadra che guadagnare molti soldi.”
“Il Brescia in questo momento è primo in classifica e questo vuol dire che il percorso intrapreso da Inzaghi sta dando degli ottimi risultati. Il valore dei giocatori è indiscutibile e il fatto di avere un presidente che è affezionato alla propria squadra e che sia un intenditore di calcio è importante. La mossa più importante che ha fatto il Brescia è stato il ritorno di Marroccu perché è una figura molto carismatica e da quando è tornato si vede, anche in campo, che i calciatori sono sereni. Inzaghi è sicuramente un grandissimo allenatore e lo ha dimostrato anche con il Benevento. Le sfortune nel calcio sono dietro l’angolo ma lui ha indubbiamente trovato un equilibrio per gestire la rosa nel pieno delle forze. Viviamo le partite nello stesso modo, vedo spesso che sbraccia e urla molto e mi identifico in queste emozioni. É giusto che ognuno abbia il proprio modo di allenare, credo nell’idea che non si possano copiare troppo le capacità di gestire una squadra da altri allenatori altrimenti i calciatori lo capiscono e la fiducia viene a mancare. Noi allenatori siamo sempre giudicati e se non sei credibile vieni smascherato dunque bisogna crearsi il proprio modo di allenare.”
“Il Pisa la considero la sorpresa del campionato, mi aveva incuriosito da subito per come affrontavano le partite. In serie B ci sono sempre dei momenti particolari e ogni squadra deve riuscire a superarli, la compagine che riesce meglio in questo compito ha più facilità nel futuro. Monza e Parma sono squadre che nonostante gli investimenti sulla rosa sono molto attardate.
La B è tremenda, fino a febbraio o marzo non si potrà sapere chi vincerà.
Potrebbe essere che una squadra dal nulla salga nelle prime tre posizioni, come il Como che sta risalendo ed è addirittura in zona play off. Bisogna essere sempre pronti a tutto”.