Parma, Brunetta: “Cattivo inizio non per via della pressione. Abbiamo tutto per tornare in A”
BRUNETTA PARMA PROMOZIONE – Juan Brunetta, jolly offensivo del Parma, ha parlato in esclusiva a Parmalive.com degli obbiettivi dei suoi. Queste le sue dichiarazioni: “Il nostro è stato un inizio strano, anche se le prime partite abbiamo giocato abbastanza bene. Poi la cosa si è un po’ complicata però credo che ciò che ci manca è l’essere un […]
BRUNETTA PARMA PROMOZIONE – Juan Brunetta, jolly offensivo del Parma, ha parlato in esclusiva a Parmalive.com degli obbiettivi dei suoi.
Queste le sue dichiarazioni:
“Il nostro è stato un inizio strano, anche se le prime partite abbiamo giocato abbastanza bene. Poi la cosa si è un po’ complicata però credo che ciò che ci manca è l’essere un po’ più attenti per quello che riguarda la fase difensiva, anche perché penso che in attacco stiamo facendo abbastanza bene. Poi, integrando l’esperienza di Vazquez e quella di Buffon con ragazzi più giovani, penso che la squadra abbia tutto per lottare per tornare in Serie A. Non è per via della pressione. Chiaro che la abbiamo, sappiamo che abbiamo l’obiettivo di tornare in Serie A. Siamo una squadra quasi completamente nuova, affrontiamo gara in gara e adesso arriva la partita contro il Monza, una squadra forte e un rivale difficile. Speriamo di vincere e che sia il punto di partenza. Sì, è un campionato molto difficile. Ci sono partite complicate, quando gli avversari si chiudono è difficile riuscire a sfondare. Le partite non sono mai finite, come dimostra quella contro la SPAL, in cui eravamo avanti di due gol al settantacinquesimo. Dobbiamo essere concentrati fino alla fine, deve essere l’atteggiamento fondamentale per noi per terminare le partite in maniera tranquilla. L’anno scorso non ho avuto molte occasioni per giocare, volevo un’altra opportunità per dimostrare quanto valgo realmente. Ho parlato con il mister, c’è stata l’opportunità di restare e quando abbiamo conversato è stato molto convincente e scegliere di rimanere è stato facile. Le idee di Maresca hanno bisogno di tempo per essere assimilate, ma l’importante è che le sue idee siano chiare. Siamo noi che poi dobbiamo metterle in campo. Il primo giorno, a Castelrotto, il suo messaggio era chiaro: che si vinca, pareggi o che si perda noi proseguiamo con la stessa idea, la sua, e ora stiamo lavorando per assimilarla al massimo. Sono convinto che non siamo nemmeno a metà di quello che possiamo fare. Anche se stiamo facendo parecchi gol non possiamo far altro che migliorare, credo che possiamo fare bene. Spero che prima della metà del campionato potremo già essere al nostro massimo. Le idee del mister sono chiare, ora sta a noi riuscire ad immagazzinarle il prima possibile e ci auguriamo che presto lo avremo fatto. Il mister ci chiede cose precise per quanto riguarda l’attacco, alcuni movimenti che siamo riusciti a far vedere a sprazzi in alcune partite, mentre molto meno in altre. Vuole che teniamo il possesso e che si trovino le tracce tra le linee, che tutti partecipino alle fasi. Dobbiamo arrivare facilmente sulla trequarti, poi ce la giochiamo con l’uno contro uno dove abbiamo giocatori molto forti che possono fare la differenza. Ci parla molto, ci spiega le situazioni di gioco e come riuscire a sbrogliarle. Ci dice come passare la palla, che è una cosa molto importante per noi. Per me è importante questo dialogo, e lo è soprattutto per le partite, che è la cosa più importante. Mi sento bene con fiducia, e credo che posso anche fare meglio e dare di più alla squadra. La cosa importante è che mi sento bene, è bello poter giocare e avere continuità, cosa che per fortuna mi sta capitando. Devo continuare ad allenarmi, ora l’importante è che la squadra faccia bene. L’anno scorso è stato un anno complicato, io non ho cominciato la stagione con la squadra, sono arrivato dopo e poi c’è stato il cambio di allenatore, ma i risultati non arrivavano. Non posso spiegarlo più di tanto, anche perché in campo ci sono stato poco. I miei compagni si impegnavano, provavano a vincere ma è andata così. Per me è stato molto difficile, per questo penso che quest’anno sia una grande opportunità. Dopo l’anno scorso vogliamo fare le cose per bene per tornare rapidamente in Serie A, dove il club deve stare. Credo che possa essere l’anno della consacrazione per tutti, non solo per me. Se la squadra cresce e lotta arriveremo in Serie A. A livello personale, come ho detto, mi sento bene, con fiducia. Ho giocato in ruoli diversi e l’importante è giocare. Con Vazquez parliamo spesso, mi spiega tante cose: da come controllare il pallone a come passarlo per fare più male agli avversari. È un privilegio per noi avere un giocatore così. Mi aiuta tanto anche solo vederlo e soprattutto quando qualcuno ha un dubbio va da lui e gli fa domande. La stessa cosa succede con Gigi Buffon, una persona con cui posso parlare come se fosse mio fratello. È un uomo semplice, se vede che hai un problema ti sta accanto e ti dice qualche parola. È molto importante per noi. Gigi è molto importante perchè non ti fa rilassare. Ci tiene sul pezzo, ci fa allenare più forte per raggiungere il massimo, è molto importante per la nostra crescita. Poi è un vincente, ha vinto praticamente tutto in carriera e per noi è un modello sia in campo che fuori, dove ci aiuta tantissimo. Dybala mi piace molto. È molto amico anche di Franco Vazquez, gli ho chiesto qualcosa. Sono giocatori di un livello diverso, è importante chiedere consigli per capire come migliorare. Abbiamo parlato di Dybala ma anche di altri grandi giocatori con cui hanno giocato. Franco non ha avuto fortuna nell’ultima partita con il cartellino rosso e sfortunatamente non lo avremo in campo. Però sì, è un uomo molto importante per noi: sappiamo che se gli diamo la palla negli ultimi trenta-quaranta metri di campo ci fa la differenza. Poi ci sono Mihaila, Dennis Man, giocatori che nell’uno contro uno sono fortissimi. Sappiamo che stiamo facendo molti gol, se miglioriamo difensivamente come squadra e chiudiamo prima le partite la squadra arriverà sicuramente. Manca equilibrio. Una volta che lo aggiusteremo penso che potremo fare un grande campionato. Siamo una squadra e sappiamo che Franco deve essere fresco negli ultimi venti-trenta metri per essere devastante e quindi diventando solidi e stando più uniti potremo correre meno e sfruttare Dennis e Franco negli ultimi metri. In ogni caso va sottolineato che Vazquez fa un lavoro importante, ma è chiaro che preferiamo averlo fresco negli ultimi metri per fargli fare quello che fa meglio. Non so se sono un leader ma è importante per me fare sentire bene i miei compagni. Chi gioca si sente importante, poi ci si allena contenti in settimana. L’anno scorso non ho giocato e ho sofferto tanto, ero triste. Ora sono contento e allegro. L’anno scorso ho visto Roberto che ha sofferto molto, ha avuto degli infortuni e non ha passato dei bei momenti. Poi è arrivato il gol con il Pordenone e ho chiamato tutti dentro a festeggiare perché se lo meritava, è un giocatore molto importante per noi. Se sta bene è un uomo di qualità ed esperienza, ci può dare una grande mano in attacco. Spero che possa arrivare al 100% perché ci può aiutare molto. Il gruppo è forte e ci sono grandi persone. Allo stesso tempo è importante avere gente di esperienza per fare gruppo e penso che adesso, amalgamando giovani e più esperti, manchi poco ad essere al meglio. Dentro il campo dobbiamo essere un po’ più uniti e lottare insieme e così per qualsiasi squadra sarà complicato farci male. In difesa abbiamo grandissimi giocatori, in porta c’è Gigi e può essere difficile farci gol. L’aspetto psicologico è molto importante. Non manca molto per vedere sul campo cosa ci chiede Maresca, ma l’aspetto psicologico va curato e con la SPAL si è visto in maniera chiara. Abbiamo giocato un buon primo tempo, nella ripresa abbiamo fatto peggio ma stavamo gestendo senza grandi difficoltà. Poi è arrivato il gol all’ottantesimo e da lì l’aspetto psicologico ha inciso. Dobbiamo essere forti di testa e possiamo farlo molto bene. Quando non ho palla soffro, poi quando gioco sull’esterno per me è più difficile perché lui mi chiede di dare ampiezza in campo. È una cosa diversa per me, mi piace di più giocare in mezzo al campo, da mezzala o anche seconda punta. Preferisco stare al centro del campo, sull’esterno abbiamo giocatori rapidi ed esplosivi come Man, Mihaila, a cui viene molto più facile l’uno contro uno. Io in mezzo posso trovare più tracce. Abbiamo molti giocatori ottimi, abbiamo giovani interessanti. Ho detto di Juric ma anche Traoré, che è arrivato da poco, può fare bene. Ci sono molti ragazzi che possono fare la differenza, ora serve inglobarli in squadra e poi starà alle scelte dell’allenatore. Il mio obiettivo è fare bene di partita in partita e aiutare la squadra a vincere, perché la cosa più importante è che la squadra torni in A. A livello individuale voglio giocare e fare un bel campionato, ma la cosa più importante è essere promossi: abbiamo una squadra che deve giocare in Serie A, sia per gli uomini che per il club e la sua storia”.