Benevento, Cannavaro: “L’Ascoli ha dei pro e dei contro. Dobbiamo essere squadra”
Il tecnico del Benevento ha parlato alla sua prima conferenza italiana pre-partita da tecnico
Fabio Cannavaro, tecnico del Benevento, ha parlato della sua prima panchina in Italia che sarà contro l’Ascoli.
Ecco le sue dichiarazioni, riportate da Ottopagine:
“E’ stata una settimana in cui si è lavorato tanto. Ho cercato di non cambiare tanto, di avere un ambiente sereno al di là di ciò che ci circonda. Di avere dei ragazzi sereni. Ho girato in questi anni tra Emirati Arabi, Cina e Arabia Saudita. E’ sicuramente un calcio diverso, più fisico e meno tecnico. Alla fine è sempre calcio. Si cerca di trasmettere le proprie idee. La cosa positiva è il passaggio diretto, in passato ero abituato a dei traduttori. Questo mi piace di più perché i ragazzi capiscono molto più velocemente ciò che gli viene detto. A me non piace dare la formazione all’inizio della settimana. Ho trovato una squadra allenata con una sua caratteristica. Non devo azzerare ciò che c’è stato in passato. Cerco di mischiare ogni giorno le squadre perché so che il campionato è lungo, da qui alla fine ci sarà bisogno di tutti. Normalmente la formazione la do prima di andare a pranzo. Stasera mi studio le mie cose, poi decido. Ci sono sicuramente dei calciatori che hanno più esperienza, altri che sono fuori forma. Quindi dovremo migliorare questo aspetto. Ho un vantaggio rispetto al passato e sono le cinque sostituzioni: la gestione è da far capire ai calciatori che magari è meglio giocare sessanta minuti a tutta birra piuttosto che novanta senza essere al massimo. I nazionali stanno bene, sono un po’ delusi dai risultati ma sanno che una volta arrivati qui devono dimenticarsi del resto. Schiattarella fa parte di quei calciatori che non sono al massimo della condizione. Dovrò gestirlo da qui a un mese, non ho la bacchetta magica pensando di risolvere tutti i problemi in una settimana. Ho avuto grande disponibilità da parte di tutti. Questa è una cosa per un tecnico è importante. Abbiamo provato due sistemi di gioco. Il 4-3-3 ce l’hanno, quindi una rispolverata gli fa bene. Se sono passati a cinque è per una questione di sicurezza. So che abbiamo fatto pochi gol, quindi per realizzare di più occorre una gestione della palla diversa ma soprattutto portare più uomini in avanti. Abbiamo lavorato molto su questo aspetto. Dobbiamo prenderci qualche rischio pur sapendo che gli avversari hanno attaccanti veloci e bravi. Mi piace che i ragazzi non abbiano paura. Ho fiducia dei miei difensori, penso che qualcosa possa giocarmi in avanti. In questa squadra abbiamo tutti i tipi di attaccanti: due esterni come Farias e Ciano, due punte centrali come Simy e Forte oltre a La Gumina. Dipende dalla situazione, in base a quello uno si può divertire. A me piace avere gente in avanti che fa movimento e che sappia giocare insieme ai compagni. Abbiamo lavorato molto in fase offensiva perché dobbiamo essere propositivi, prendedoci qualche rischio. Mi è piaciuto l’aspetto dell’attenzione che hanno messo in questi giorni nell’allenamento. Molto dipenderà dalla condizione fisica di questi calciatori. Mi fa piacere di essere tornato in Italia. Cerco di non far trasparire le emozioni. È normale che mi faccia piacere tornare nel calcio italiano. Farias e Ciano sono due calciatori di qualità e di categoria. Dobbiamo ritrovarli a livello di condizione fisica, ma soprattutto a livello mentale. Farias è un brasiliano, ogni tanto soffre di affetto. Ho bisogno di tutti. Il mio obiettivo è quello di dare a tutti la possibilità di giocare e di esprimersi al meglio. L’aspetto fisico è fondamentale. Mi piace il concetto di attaccare in avanti per ridurre spazio e tempo all’avversario. Ci sono dei calciatori che possono farlo e altri no per caratteristiche fisiche, poi c’è l’aspetto mentale. Devo lavorare su questo aspetto. Penso che tutti i calciatori siano portati a un certo tipo di aggressione. A me piacciono giocatori pensanti. La posizione di Glik? Sicuramente è meno abituato ad andare in fascia, però a volte un allenatore pensa che nelle uscite da dietro ci sono dei calciatori con delle qualità tecniche superiori. A me piace più centrale per una questione di struttura fisica. Tutti quelli che ho sono abituati a giocare a tre o a quattro, mi interessa che ragionino nella stessa maniera. Glik può giocare in qualsiasi ruolo. Dell’Ascoli ho visto tanto. Mi dicono che forse cambierà sistema di gioco, ma le caratteristiche dei calciatori sono sempre quelle. Dovremo stare attenti alla velocità degli attaccanti, bravi a non perdere palla sulla trequarti. Penso che come tutte le squadre ha dei pro e dei contro, dovremo essere bravi a lavorare su quelle cose che ci convengono a noi. Dobbiamo essere squadra. Mi piace l’entusiasmo della città, un po’ meno l’euforia. Il mio arrivo è un qualcosa di bello, ma questo non vuol dire che arriverà la serie A domani mattina. Questa squadra ha avuto delle difficoltà, non posso permettermi di pensare alla prossima. Questo entusiasmo non deve essere una pressione, ma uno stimolo per fare bene e basta. Non dobbiamo farci distrarre da cose extracalcistiche. Molto dipende dalla testa. I dati sono importanti, ma ci sono tante cose da valutare. Non mi preoccupa l’aspetto motivazionale: non ho ragazzi superficiali. La richiesta di un campo è stata fatta, penso che sia fondamentale per avere una buona qualità di un allenamento. Durante la settimana si vede l’impatto dell’allenatore, poi molto si vede in settimana. Se loro sul campo si divertono allora si divertono tutti. Bisogna trovare un equilibrio e una continuità di risultati“.