Benevento, Cannavaro: “In casa fatichiamo. Simy un fenomeno a livello mentale. Letizia…”
Le parole di Fabio Cannavaro prima della sfida tra Benevento e Cittadella
Fabio Cannavaro, allenatore del Benevento, ha parlato in conferenza stampa in vista della sfida col Cittadella. Di seguito le sue parole riportate da ottopagine.it.
“Non siamo fortunati con questi episodi. Letizia farà gli accertamenti, speriamo che non sia nulla di grave, sono più fiducioso perché l’ho visto camminare stamattina. Ultimamente fatichiamo troppo in casa, vincere è troppo importante. Il Cittadella è una squadra fastidiosa, bisogna ragionare tanto. E’ la squadra prima per il recupero dei palloni e per duelli vinti. Dobbiamo essere molto freschi di testa, senza avere fretta perché si può vincere al novantesimo. Dovremo essere bravi a evidenziare i loro limiti.
“Ho parlato spesso con Forte. Sicuramente vive di gol come tutti gli attaccanti. Lo avevo visto sereno anche contro il Bari. Col Parma è stato bravo a fare determinati movimenti, avere due calciatori come Tello e Farias alle spalle è tanta roba per un attaccante.
Ci sono altre possibilità in difesa, non è scontato che Improta giochi a destra. Improta è un calciatore che tanti allenatori vorrebbero avere perché si adatta bene. Aspettiamo domani mattina. Errori arbitrali? È un concetto che deve valutare la società. Spero solo sia stato un errore in buonafede. Il concetto che devo dare ai calciatori e che devono pensare il più possibile. Non voglio pensare sia tutto figlio di quanto accaduto a Reggio”.
Glik? Ho visto gente tornare dal sudamerica e giocare in meno di 24 ore. Lui è un professionista. E’ stato bravo, per noi si è rivelata una presenza molto importante. Mi aspettavo questo. Simy è un fenomeno dal punto di vista mentale: è un ragazzo straordinario. Negli ultimi due anni non ha mai fatto quattro partite di fila, quindi non voglio correre il rischio di buttarlo dentro per poi perderlo. Paleari è un portiere importante. Lui prima era abituato a toccare molte palle. La difficoltà sta quando ti tirano una volta in porta. Per me l’errore non è dove finisce, ma parte sempre prima. Analizziamo quello“.