Ascoli, Cavion: “Non c’è un’idea sui tempi di ripresa”
CAVION ASCOLI RIPRESA – Michele Cavion, duttile centrocampista classe 94′ in forza all’Ascoli, si è raccontato ai microfoni de Il Corriere dello Sport: “I miei affetti lontani da qui? Il mio primo pensiero va a tutte le persone che sono state colpite dal virus o hanno familiari coinvolti. Purtroppo a Cremona ho lasciato molti amici, […]
CAVION ASCOLI RIPRESA – Michele Cavion, duttile centrocampista classe 94′ in forza all’Ascoli, si è raccontato ai microfoni de Il Corriere dello Sport:
“I miei affetti lontani da qui? Il mio primo pensiero va a tutte le persone che sono state colpite dal virus o
hanno familiari coinvolti. Purtroppo a Cremona ho lasciato molti amici, Roberto era uno di questi, è stato magazziniere della Cremonese ed è morto. Ho un altro amico colpito dal virus, è uscito da poco dall’ospedale, non vede compagna e figlia da oltre un mese. La situazione in quelle zone è davvero critica. Inoltre c’è mio fratello Mattia che vive a Londra. Da due anni studia e lavora lì. Ogni tanto, quando potevo, andavo a trovarlo. In questi giorni
anche lui è in casa perché le università e il luogo di lavoro sono chiusi. In Inghilterra non si aspettavano che il virus avrebbe avuto una portata tale e forse hanno un po’ sottovalutato il problema; da qualche giorno hanno iniziato a chiudere i luoghi di assembramento. La mia quarantena? Io sono rimasto ad Ascoli, fortunatamente con me c’è la mia ragazza, Noemi. I genitori di entrambi sono a Vicenza, chiusi in casa; mia mamma è segretaria e sta lavorando in smart working, mentre papà è operaio in un’azienda che ora è chiusa perché non produce beni di prima necessità». E a casa ci si allena, come meglio si può. Ho un tapis roulant, di fronte casa abbiamo il parcheggio privato, è uno spazio chiuso e coperto di circa cinquanta metri quadrati; mi alleno lì dal lunedì al sabato facendo scatti, utilizzando
la palla, insomma seguo alla lettera i programmi del preparatore. Riguardo la ripresa? Non c’è un’idea dei tempi di ripresa, non sappiamo quanto ci vorrà, speriamo che fra due settimane i dati siano confortanti. In questo momento è utopistico e prematuro parlare di ripresa. Se ci saranno le condizioni, ben venga ripartire, vorrà dire che l’emergenza sarà rientrata. Bisogna considerare che per una trasferta si spostano una cinquantina di persone fra atleti e staff . L’AIC con la Federazione sta cercando tutte le soluzioni per poter portare a termine i campionati, sappiamo l’interesse economico che c’è in ballo. Cercheranno di spostare i tempi e riprendere in estate anche a costo di dover disputare tre gare a settimana. Io – conclude – vivo di calcio, il mio sogno fin da bambino è sempre stato di giocare, ma mi accorgo che ora il calcio viene in terzo o quarto piano. Muoiono centinaia e centinaia di persone al giorno e migliaia vengono ancora contagiati, non ho idea di come si possa tornare a giocare in questa situazione.“