13 Dicembre 2024

💥 Cellino senza freni: “Un c******e a venire a Brescia! Prima di me 100 anni tra B e C, i tifosi oggi sono i primi nemici”

Nuovo affondo del patron

Emilio Andreoli/Getty Images - Via One Football

Massimo Cellino, patron del Brescia, è tornato a parlare in maniera molto dura ai microfoni della stampa locale, soffermandosi nuovamente anche sul recente esonero di Rolando Maran e non lesinando nuove, pesantissime frecciate ai tifosi delle Rondinelle. Ecco quanto ripreso da Bresciaingol.com:

Speriamo che la Vittoria Alata sia di buon auspicio…

“Se si trattasse solo di fortuna, allora sì… Ma ora la fortuna bisogna anche andarsela a cercare. Deve essere sia un buon auspicio, sia uno stimolo“.

Come ha visto i ragazzi dopo il cambio dell’allenatore?

“Ho 35 anni di calcio alle spalle… Li ho visti un po’ più tonici, più sul pezzo, meno confusi. Poi i frutti del lavoro si vedranno, questa volta speravo di non dover dare la scossa”.

Ha pazientato più del solito…

“Avevo fiducia“.

Lei ha detto che Maran «non ha raccolto la sfida». Che cosa intendeva?

“Non aveva iniziato male, ma non appena c’è stato da misurarsi, mi è sembrato più timoroso. Questi ragazzi son giovani, c’è bisogno di positività…

L’anno scorso però Maran aveva fatto un grande lavoro…

“Infatti gli ho allungato il contratto, investendo su un allenatore che non volevo assolutamente cambiare, perché sono dei costi che in questo momento non possiamo sostenere. Ho fatto di tutto per evitare di esonerare Maran, ma bisogna essere in due…“.

Come ha visto Pierpaolo Bisoli in questi primi giorni da allenatore del Brescia?

“È stato un mio calciatore, lo conosco da una vita: è un gran lavoratore, molto determinato che conosce molto bene la categoria. Nella vita bisogna avere l’allenatore giusto nel momento giusto“.

Come Maran era stato l’allenatore giusto lo scorso anno…

“Non dico che non lo fosse adesso, ripeto: io non posso sempre pregare, guardando il cielo che mi dice di fare qualcosa. Tutte le preghiere che sapevo ormai le ho dette“.

Su Borrelli lei ha investito molto, ma i numeri per ora sono deficitari…

“Se guardo la partita di Catanzaro, salvo solo Galazzi che è rimasto fuori 2 mesi. Ho visto una squadra confusa e impaurita, non è solo un problema di punte: a fare i professori nel calcio ci si mette poco“.

I tifosi domenica hanno annunciato che entreranno al diciassettesimo minuto. Come l’ha presa?

“Quando i tifosi si mettono a fare comunicati, non son più tifosi. I tifosi che tifano Brescia sono quelli che aiutano la loro squadra. Io sono un straniero a Brescia e mi ammazzo per la mia squadra, facendo più che posso e anche di più. Quando ci sono le pretese e non si dà amore, si raccoglie ciò che si merita. Io sono qui da 6 anni, c’è qualcuno che è qui da 20-30. Non è che prima il Brescia facesse la Champions League o navigasse nell’oro: non ho mai detto di essere un milionario che sarebbe venuto qui a portare il Brescia in Europa. Ho portato ciò che sapevo fare, lavorare. Ho fatto quel che potevo, subendo ricatti, minacce e violenze: allora che c***o volete? Avete fatto 110 anni, 10 in serie A e 100 tra B e C e non penso sia solo colpa mia. Bisogna cambiare questa mentalità, non chiedendo sempre qualcosa, ma dando. Se i nemici ce li abbiamo in casa, dove vogliamo andare?“

Lei non si imputa niente in questi 7 anni?

“Io mi imputo tutto ogni giorno. Prima cosa che mi imputo è essere venuto qui, perché sono un coglione. La verità è questa: non mi aspettavo così poca maturità sportiva e un atteggiamento ostile che mi risulta ci fosse anche prima. Io sono un povero cameriere“.

Il fatto che siate venuti qua con il Comune è un segno di pace?

“Il nostro sponsor ha avuto quest’idea. Abbiamo dei valori che non ci rendiamo conto neanche di avere. Ha voluto fare un regalo a Brescia“.

Quanto è stufo da uno a dieci?

“Stufo è una bella parola. Quanto sono stufo e amareggiato? 110 e glielo dico sinceramente. Combatto perché ho degli impegni con i dipendenti, con qualche amico sponsor e con i giocatori“.

Quindi all’orizzonte non c’è nessun compratore?

“La macchia di quanto successo con il Cosenza lo scorso anno è profonda. Speravo che avesse insegnato qualcosa, ma non hanno imparato nulla. Devo difendere io la città, da solo? Scusate ma non ci riesco…“