Che fine ha fatto… Marco Ferrante
Alla ri-scoperta di Marco Ferrante
Mantenere un archivio storico di tutti i protagonisti e gli avvenimenti che hanno caratterizzato epoche differenti è quanto di più significativo e utile affinché l’analisi del presente possa avvicinarsi quanto più possibile al vero. Da qui nasce la voglia di portare avanti la rubrica “Che fine ha fatto“. Oggi parleremo di una bandiera del Torino: Marco Ferrante.
Marco Ferrante è nato a Velletri il 04/02/1971. Cresciuto nel Lazio ma di origini campane, Ferrante cresce calcisticamente nel Napoli di Maradona. Ciò gli consentì di ammirare ed imparare da vicino da una delle squadre più forti della storia del calcio italiano. Con i partenopei vince addirittura la Coppa Uefa nel 1989 e lo scudetto l’anno dopo. Non scendendo mai in campo in nessuna delle due competizione ma ricevendo diverse convocazioni. Non male come inizio per un diciottenne.
Fiutate le potenzialità e percepita la necessità di implementare il bagaglio di esperienza, viene mandato a farsi le ossa in Serie B. Il 1990 rappresenta l’anno in cui Ferrante intreccia la sua storia col campionato cadetto. Decide di puntare su di lui dapprima la Reggiana, con cui la prima stagione si rivela inevitabilmente complessa: 25 presenze e 5 reti. Poi è il Pisa a farsi avanti. Forte dell’esperienza acquisita l’anno precedente, arriva l’exploit per lui: 13 marcature in 35 presenze. Il periodo tra l’agosto del 1992 e il 1993 sarà un momento particolare per lui. Tanti esperienze tra Napoli, Parma e Piacenza in Serie A e poca sostanza. In cerca di certezze da cui ripartire, opta prima per il Perugia e poi per la Salernitana. In Umbria termina la stagione con una media di un gol ogni undici presenza, in Campania con quella di una rete ogni cinque gare. Quando si dice che tutto accade per una ragione, potremmo prendere ad esempio il caso di Marco Ferrante e del Torino.
La stagione 1996-1997 si prospetta difficoltosa sia per il ragazzo, sia per il Toro. Caso, destino o fato ha fatto incrociare i loro destini. La prima stagione in maglia granata ha significato per lui 13 timbri in 29 presenze, come al suo anno migliore fino a quel momento. 23 reti in 42 presenze l’anno successivo, 30 reti i 40 presenze nel 1998-99, l’anno della promozione. Anche in Serie A, con il Toro, il suo score si mantiene elevato con 18 gol in 30 presenze. Nonostante tutto arrivò la retrocessione. Un altro anno di B con il Toro e poi il passaggio all’Inter, dove le cose non vanno come sperato. Ancora granata per altre tre stagioni. Chiuderà la sua esperienza con i piemontesi con 123 gol in 252 apparizioni. Tra il gennaio 2004 e il giugno 2007 ha alternato varie esperienza tra Catania, Bologna, Ascoli, Pescara e Verona non riuscendo mai a lasciare il segno. A fine stagione 2007 è arrivato l’annuncio dell’addio al calcio.
Va sottolineato, nell’incredibile percorso della sua carriera, anche la presenza con la Nazionale Italiana Under 21 nell’amichevole contro l’Egitto del 1992. Nello stesso anno ha preso parte alla spedizione della stessa per i giochi olimpici di Barcellona, senza mai essere utilizzato.
Terminata la carriera da calciatore, è poi diventato procuratore per i calciatori. Successivamente allo svolgimento dei corsi a Coverciano per la qualifica da direttore sportivo, ricopre vari ruoli a livello dirigenziale. Per ultimo al Chieri in Serie D, come responsabile dell’area tecnica. È stato esonerato il 23/10/2024.