Cittadella, Antonucci si racconta: “A Salerno ho toccato il fondo, ora sono rinato!”
CITTADELLA ANTONUCCI RINATO – Mirko Antonucci, attaccante del Cittadella, si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Il classe 1999 ha ripercorso ogni esperienza della sua (giovane) carriera, raccontandola senza filtri. Ecco le sue parole: Sull’esperienza a Setubal: “Sono andato all’estero ed è cominciata la pandemia. Non sapevo la lingua e dovevo […]
CITTADELLA ANTONUCCI RINATO – Mirko Antonucci, attaccante del Cittadella, si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Il classe 1999 ha ripercorso ogni esperienza della sua (giovane) carriera, raccontandola senza filtri.
Ecco le sue parole:
Tutto sembra filare liscio, ma dopo la sconfitta per 3-1 contro il Boavista del 18 giugno gli crolla il mondo addosso. La società decide di terminare il contratto con lui dopo che insieme alla fidanzata aveva postato un simpatico video su Tik Tok: “Non capivo cosa stesse succedendo. Ero contento dopo la e poi mi è arrivata la bastonata. L’allenatore mi ha bloccato su Whatsapp e non ho nemmeno avuto la possibilità di andare a parlare faccia a faccia con lui, mi hanno vietato di andare al campo. Mi hanno fatto passare per quello che non sono. Ma non ho rancore, sono cresciuto tanto e ho preso il meglio da quella brutta esperienza”.
Sulla sua rinascita: “Mi ha cambiato la vita il mio mental coach, Sandro Corapi. Ho cominciato a lavorare su di me e sulla mia personalità. Lui mi ha ridimensionato ed è stato il trampolino per il mio rilancio. Se riguardo indietro riconosco Mirko ma non come è adesso. Sono un’altra persona”.
Sulla futura moglie Ginevra: “Io sono cresciuto senza papà e una figlia ti cambia tutto. Non esco spesso e ho legato tanto anche con i compagni che hanno bambini piccoli come me. Ginevra l’ho conosciuta su Instagram scrivendole che mi sembrava di averla già vista da qualche parte…”.
Quando le cose vanno bene sono tutti amici, quando vanno male le persone su cui puoi puntare le conti sulle dita di una mano. Mirko l’ha imparato sulla propria pelle. E sebbene il sangue della capitale frenetica gli scorra ancora nelle vene, vedi la scelta del numero 48 come quello dell’esordio con la Roma, la tranquilla Cittadella è l’habitat perfetto per ridimostrare a tutti quello che aveva già fatto vedere nelle giovanili giallorosse. D’altronde cambiare è come nascere di nuovo: “E spero se veda”.