Como, Facchin: “Piansi abbracciando Buffon… Non sarà facile sfidare la Reggina, vogliono reagire”
COMO FACCHIN REGGINA – Davide Facchin, portiere del Como, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de La Provincia di Como. Il classe 1987 ha ritrovato un posto da titolare, dopo che all’inizio della stagione era stato gerarchizzato come secondo. L’estremo difensore 34enne si è raccontato, spiegando i suoi stati d’animo durante questi mesi. Ecco […]
COMO FACCHIN REGGINA – Davide Facchin, portiere del Como, ha rilasciato una lunga intervista sulle pagine de La Provincia di Como. Il classe 1987 ha ritrovato un posto da titolare, dopo che all’inizio della stagione era stato gerarchizzato come secondo. L’estremo difensore 34enne si è raccontato, spiegando i suoi stati d’animo durante questi mesi.
Ecco le sue parole:
Davide, in porta un po’ a sorpresa, ma non per caso. E in un momento delicato del campionato. Come la stai vivendo? “Bene. Io per la prima volta quest’anno avevo accettato fin dall’inizio il ruolo di secondo. Per tanti fattori che ho capito e vissuto con serenità, avendo anche scelto di legarmi al Como per più anni. Posso anche capire che scegliere di puntare tutto su di me avrebbe potuto essere una scommessa, è stata una scelta di comune accordo. Però farsi trovare sempre pronti è comunque un dovere, fa parte di questo mestiere e del mio modo di essere”.
E così è stato, nonostante quel gol imparabile a Monza abbia reso la strada ancora più in salita… “Diciamo che forse un mese prima sarebbe stato un po’ più semplice, il mio ingresso è coinciso con un momento più delicato per tanti motivi. Ma partite facili comunque qui non ce ne sono. E poi dai, lo sappiamo, questa squadra più prende cazzotti e più sa reagire. L’abbiamo visto l’anno scorso. In tanti, all’esterno, dicevano che vincevamo un po’ per caso, che altre squadre giocavano meglio ed erano più forti… Stiamo dimostrando che un caso non è stato, evidentemente”.
A proposito, domenica a Vicenza c’erano più giocatori dell’anno scorso che nuovi. “Ed è stata in effetti una vittoria simile a qualche vittoria di un anno fa, nel campionato della
promozione. Abbiamo carattere, e questo aiuta anche a superare i limiti che certamente anche noi abbiamo”.
Tra l’altro domenica non si è preso gol, ed è successo poche volte quest’anno. “Ma vale per tutti, però. E’ un campionato in cui tutti giocano in maniera molto offensiva, provate a vedere quanti 0-0 ci sono stati sinora, pochissimi”.
E’ la B che ti aspettavi, in generale e per il Como? “E’ un campionato di altissimo livello, e questo è indiscutibile. La difficoltà è alta. Per quanto riguarda noi, nessuno può mai sapere come vanno effettivamente le cose sinché non si va in campo. Però avrei scommesso su un nostro percorso positivo, dopo aver vissuto la stagione scorsa”.
In questo spogliatoio sei uno dei leader riconosciuti, sia che tu giochi o non giochi. Cambiando la categoria è stato più difficile? “E’ un ruolo che mi prendo volentieri. Credo che sia anche giusto, per chi ha una certa esperienza e un certo carattere, prendersi certe responsabilità. No, la categoria non c’entra. Nelle dinamiche di spogliatoio, quelle che all’esterno giustamente non si conoscono e che sono invece fondamentali, c’entrano le persone, la lealtà, la capacità di non risparmiarsi anche nell’essere duri quando
serve. E tutto questo conta almeno tanto quanto gli aspetti tecnici. Nel nostro gruppo ci sono due alternative, o ti adegui o sei escluso”.
Si sono adeguati tutti allo stesso clima, a quanto sembra guardando da fuori. “Sì, e credo senza fatica. Perché è vero che la società facendo il mercato ha scelto le persone, non solo le loro qualità in campo. Questo si vede nel gruppo. E chi è arrivato si è messo a disposizione nel modo giusto, trovando già un gruppo affiatato e leale”.
Domenica sarebbe bello riuscire a fare il bis, parlando di porta inviolata… “No, non diciamolo. Io personalmente preferisco sempre affrontare un animale sano che un animale ferito, com’è in questo momento la Reggina. Ricordiamoci che loro non sono degli sprovveduti, erano partiti molto bene, e dopo il cambio di allenatore hanno una gran voglia di reagire”.
E sono una tua ex squadra, una di quelle che non ti hanno dato l’opportunità di giocare in B… “Me la sto godendo adesso, a 34 anni è bello poter giocare anche un po’ per sé stessi, senza ambizioni di arrivare chissà dove. Il Como in questo momento è la condizione ideale per me”.
Ma a proposito di traguardi, c’è stato per te un momento particolarmente emozionante, giocando nella porta di fronte a Buffon. Alla fine vi siete presi gli stessi gol, uno a testa. Una bella soddisfazione… “Ammetto che anche uno un po’ freddo come me quella sera si è emozionato tanto. Io sono cresciuto con Buffon come modello, per i ragazzi della mia età nel mio ruolo il riferimento era lui. Quella partita me la sono goduta come un premio. Gli ho chiesto se potevo abbracciarlo, mi sono commosso. Ecco, quella sera essere in campo ha avuto davvero un significato speciale per me”.