Perugia, l’ex Comotto: “Società seria, anche se quest’anno si è cambiato troppo in fretta”
Le parole dell'ex direttore Comotto sul Perugia
Gianluca Comotto e la sua parentesi con il Perugia da direttore. L’ex calciatore e dirigente di Fiorentina e Perugia ha parlato in esclusiva ai microfoni di Sportitalia, raccontando proprio della sua esperienza umbra e di come sia finita in maniera piuttosto singolare.
Ecco le parole di Comotto:
A Perugia non è finita benissimo, ci ho pensato molto, è stato un pensiero ricorrente anche perché ho avuto molto tempo per riflettere. Voglio sempre cercare di essere positivo, secondo me era una parentesi destinata a chiudersi. Dopo la retrocessione il presidente decise di mettermi come figura di riferimento, due anni dopo ci siamo ripresi e avevamo sistemato la situazione, quindi forse il mio lavoro poteva definirsi concluso. Non mi sono sentito usato, questo è il calcio. Questo è il nostro lavoro, se uno pensa ai sentimenti magari fa altri ragionamenti: quando si parla di lavoro bisogna mettere da parte le emozioni. Il presidente aveva in mentre altri tipo di situazioni: aveva bisogno di un direttore generale meno tecnico e più competente dal punto di vista commerciale. Anche il presidente voleva tornare ad essere più presente all’interno della gestione. Santopadre a livello finanziario è uno dei più bravi, sa far quadrare i conti. In questo calcio poco romantico è una figura che funziona: dopo la retrocessione è stato bravo, non era scontato rimettere le cose al proprio posto. Alvini? E’ così come appare: un grande lavoratore, un amante del calcio. Si vede che arriva dalle categorie minori, le ha fatte tutte. Ci mette sempre amore, è una persona che apprezzo tantissimo. Il Perugia è una società seria, da questo punto di vista non voglio sentire certe cose perché non rispecchiano la verità. Quest’anno la squadra ha cambiato progetto troppo in fretta e sta pagando questo: da quel momento in poi si è creata una grande confusione”.