Pisa, Corrado: “Dopo il goal non abbiamo più giocato. Maran? I primi a farsi un esame di coscienza siamo noi”
CORRADO PISA REGGINA – Giovanni Corrado, direttore generale del Pisa, ha parlato a seguito del KO interno rimediato dai toscani per mano della Reggina. Queste – riprese da TuttoPisa.com – le sue dichiarazioni: “Credo che in termini di approccio non devo rimproverare niente, in questo momento i ragazzi non stanno raccogliendo in base al loro […]
CORRADO PISA REGGINA – Giovanni Corrado, direttore generale del Pisa, ha parlato a seguito del KO interno rimediato dai toscani per mano della Reggina. Queste – riprese da TuttoPisa.com – le sue dichiarazioni:
“Credo che in termini di approccio non devo rimproverare niente, in questo momento i ragazzi non stanno raccogliendo in base al loro valore ed al loro impegno. Dobbiamo fare di più e guardarci negli occhi, non stiamo facendo il sufficiente”.
Su Maran
“Prima di parlare di Maran, che sarebbe ingeneroso, questa società ha affrontato le difficoltà in prima persona. Oggi i primi a farsi un esame di coscienza siamo noi. Non sono felice, sicuramente i nostri valori non sono questi, dobbiamo lavorare di più. C’è stata la reazione che con il SudTirol è mancata, oggi però non basta solo quello. Dopo il goal non abbiamo giocato, questo è un limite, tendiamo a disunirci. Nessuno pensava di avere un punto ma al primo evento negativo tendiamo a disunirci, non va bene, è uno dei tanti elementi sui quali si deve lavorare”.
Tangibile la delusione dei tifosi
“È una piazza che giustamente pesa, merita tanto, sono i primi i giocatori ad essere scontenti. Tanti ragazzi non stanno rendendo al meglio, è un momento difficile, dobbiamo stare vicino a loro, un po’ di credito ce l’hanno. Riusciranno da questo momento. La terza partita di fila che dobbiamo cambiare in casa per uno stato febbrile, le cose in tutti i sensi non vanno come vorremmo. Dobbiamo andare a prenderci la svolta. Sono situazioni difficili, dobbiamo iniziare a far si che le cose che accadono perché le decidiamo noi, non basta quello che stiamo facendo. Noi abbiamo costruito la squadra più tardi, abbiamo giocato però un mese in più. Il tempo per realizzare e dimenticare e necessariamente più ampio. Tutto quello che decidiamo lo facciamo insieme, altrimenti sarebbe troppo facile”