Lecce, Corvino: “Ci si innamora di un calciatore come lo si fa di una donna”
CORVINO LECCE – Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport soffermandosi sul suo modus operandi e svelando anche qualche retroscena di mercato. Queste – riprese da CalcioLecce.it – le sue dichiarazioni: “Wyscout? Lo uso, mi aiuta a scandagliare ogni gara. E’ un supporto. Ce ne […]
CORVINO LECCE – Pantaleo Corvino, responsabile dell’area tecnica del Lecce, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport soffermandosi sul suo modus operandi e svelando anche qualche retroscena di mercato. Queste – riprese da CalcioLecce.it – le sue dichiarazioni:
“Wyscout? Lo uso, mi aiuta a scandagliare ogni gara. E’ un supporto. Ce ne siamo serviti durante la pandemia quando non potevamo viaggiare. Mi chiamo il ferroviere per i continui viaggi, ma il lockdown mi ha bloccato. In quel periodo molte scelte le ho fatte al computer, però su giocatori conosciuti. Il ragazzo ignoto devi osservarlo sul campo”.
Sui parametri utilizzati
“Ci si innamora di un giocatore come si si innamora di una donna. c’è chi ama le bionde, chi le more. Soggettività. Ciascuno di noi è convinto che la strada scelta è giusto e che porti a Roma ma non è sempre così. Sui giocatori affermati le sensibilità variano a seconda delle esigenze. In un ragazzo sconosciuto ricerco la destrezza tecnica, l’abilità nel trattare il pallone, poli la fisicità e la velocità”.
Sui tanti calciatori scovati
“Sono tanti i giocatori che mi hanno dato soddisfazione. Miccoli, Vucinic, Pellè, Chevanton, Lucarelli e poi Bojinov, Toni, Jovetic, Pulgar, Diawara e Vlahovic. E mi scuso per quelli che dimentico. Io però mi ritengo più un contadino, un produttore d’olio. Il godimento ce l’hai quando scovi giocatori a poco prezzo e li rivendi a tanto e poi vedi che sfondano”.
Sui prezzi sempre più esorbitanti
“Dovremmo mettere un limite alle cifre per gli acquisti agli ingaggi. Io penso che il libero mercato non si possa limitare sennò non sarebbe più libero. Chi ha i soldi può spenderli come crede, chi ne ha pochi o non ha deve essere bravo a fare mercato lo stesso. E’ giusto che ci siano delle regole e che si rispetti l’etica, ma non dobbiamo fare i moralisti, sono liberista”.
Alcuni retroscena
“Quando ho cominciato, al Casarano, Galliani e Braida stavano costruendo il Milan che avrebbe vinto tutto. Quando bussavo alla loro porta mi facevano sempre entrare. Poi ci siamo conosciuti meglio e la fiducia era tale per cui mi affidavano i bolli in bianco per i trasferimenti. Persone squisite. Oggi sono felice di condividere la A con loro”.