Cosenza, Perina: dalla Lega Pro al debutto in B è arrivato il suo momento
COSENZA PERINA – Pietro Perina, portiere classe ’92 in forze al Cosenza, non ha vissuto un anno facile. La sua squadra, in Lega Pro, faticava ad ingranare. La coseseguenza? Un “esilio” terminato in occasione del derby contro il Crotone, che lo ha visto protagonista di un fortunato esordio in serie B. Il giocatore si racconta, […]
COSENZA PERINA – Pietro Perina, portiere classe ’92 in forze al Cosenza, non ha vissuto un anno facile. La sua squadra, in Lega Pro, faticava ad ingranare. La coseseguenza? Un “esilio” terminato in occasione del derby contro il Crotone, che lo ha visto protagonista di un fortunato esordio in serie B.
Il giocatore si racconta, in questo momento di rivalsa, ai microfoni di gianlucadimarzio.com. Ecco l’intervista integrale:
Sull’esordio in B: “Un’emozione indescrivibile: esordire e poi portare a casa una partita così delicata. La vittoria più bella, che è arrivata dopo un momento così così”.
Perina va in prestito alla Sambenedettese. La sorte, però, gli mette davanti il suo Cosenza come avversario durante in playoff: “Diciamolo pure, avrei voluto vincere io con la Samb. Poi il destino è andato dalla loro parte e va bene così. Il calcio è anche questo”. Difficile non sentire un match così particolare. “Durante la partita ho fatto una cosa che non dovevo fare, mancando di educazione. D’Orazio del Cosenza era a terra infortunato, io l’ho preso di peso e l’ho trascinato fuori dal campo. Ho sbagliato, poi ho chiesto subito scusa ma capisco se nell’ambiente il gesto non è piaciuto. Spero che ora sia tutto alle spalle, anche se alcuni, credo, per questo fatto ce l’hanno ancora con me. Ma a Cosenza mi trovo benissimo, è il quarto anno che sono qui. Grande società, allenatore, tifosi. Era da tanto che la squadra non stava così in alto, vedere questa felicità sul volto della gente è una cosa bellissima. Ci spingono e ci accompagnano anche durante gli allenamenti, dal lunedì al sabato. E anche quando i risultati faticano ad arrivare l’aria non diventa pesante: critiche sì, ma mai con spirito cattivo”.
“L’anno scorso la squadra c’è sempre stata. Eravamo partiti male ma poi si sono saputi risollevare. E quando ci ho giocato contro si vedeva la loro determinazione: era difficile batterli, hanno supermeritato questa promozione. Dalla prima partita all’ultima dei playoff. Sono stati mesi difficilissimi: ti alleni duramente, i compagni ti incitano ma poi arriva il sabato e non giochi. Brutto. Però con la forza di volontà, il lavoro, la dedizione sono stato capace di sfruttare il mio momento quando è arrivato. Spero di continuare così”.
Dopo il Crotone, il Padova: “Ce la giocheremo fino alla fine, vogliamo arrivare il prima possibile alla salvezza. Sappiamo che è difficile però noi ci proveremo e abbiamo i mezzi per riuscirci, cercando di far affezionare ancora più tifosi alla squadra. Il mio obiettivo personale poi è quello di giocare più partite possibile, ma questo dipende dall’allenatore. Io penso solo a dare il 100% in allenamento. Finito di allenarmi faccio il papà. Amo stare con la mia famiglia, cerco di far stare bene mia moglie e mia figlia piccola”.