Palermo, Di Mariano: “Quest’anno pensiamo a raggiungere quota 40 punti. Poi potremo sognare”
DI MARIANO PALERMO – Francesco Di Mariano, esterno del Palermo, è intervenuto in conferenza stampa soffermandosi sul suo arrivo in rosanero e sul momento negativo vissuto dalla squadra. Ecco quanto riportato da “Stadionews.it”: “La trattativa? Tanti pensano che sia iniziata tempo fa, ma non era vero. I contatti si sono intensificati quando la squadra ha […]
DI MARIANO PALERMO – Francesco Di Mariano, esterno del Palermo, è intervenuto in conferenza stampa soffermandosi sul suo arrivo in rosanero e sul momento negativo vissuto dalla squadra. Ecco quanto riportato da “Stadionews.it”:
“La trattativa? Tanti pensano che sia iniziata tempo fa, ma non era vero. I contatti si sono intensificati quando la squadra ha cambiato allenatore. La mia volontà era di venire qua, ma anche quella del mio staff, nonostante avessi varie offerte dato che ero in uscita da Lecce. Mi ha convinto anche l’entusiasmo che si era creato nella passata stagione. Volevo far parte della rinascita del Palermo“.
“Inizio difficile? È il mio settimo anno in Serie B, ne ho passate tanto. Siamo all’inizio. E’ un Palermo nuovo, stiamo cercando di creare un’identità: ci vuole del tempo, perché abbiamo 14 giocatori nuovi. Bisogna restare positivi, reagire e cercare di lavorare: è l’unica strada per me. Ma dobbiamo crederci”.
“A tredici anni sono stato accostato al Palermo, quando c’erano Massara e Sabatini. Sono stato in prova, insieme ad altri ragazzi. Poi è arrivato il Lecce: io volevo giocare e il Palermo non si era fatto più vivo”.
“I gol? Al Venezia ne avevo fatti 8 e poi mi sono fatto male; poi a Lecce la stessa cosa. Ma la forza di un giocatore si vede oltre il dato dei gol: anche se sicuramente io vorrei migliorarli. Io sono un esterno e per me conta fare una corsa in più per il compagno, anche se poi magari arrivo stanco davanti la porta”.
“Con questo staff ho già lavorato, è preparatissimo. Il mio obiettivo è migliorarmi ogni giorno in allenamento, chiedere consigli allo staff, dato che c’è anche uno come Santana, per fare più gol e assist possibili. Quando sono entrato con la maglia davanti la mia gente è stato incredibile, bello. Adesso essere qui è un onore. Il numero 10? Bisogna essere responsabili di quello che portiamo davanti: lo scudetto; non quello che portiamo dietro. Chiunque indossi questa maglia ha una responsabilità: non solo io”.
“La parentela con Schillaci? Sono andato via molto piccolo: mio zio l’ho visto veramente molto poco. Io sono qui a Palermo e sono responsabile perché sono Francesco Di Mariano, non perché sono nipote di Totò Schillaci”.
“Perché non sono mai stato in Serie A? Non perché non avessi le qualità. A Venezia ero in scadenza e non abbiamo trovato l’accordo. Poi si è fatto avanti il Lecce, club dove sono cresciuto e ho accettato. Ma qui a Palermo non c’è niente di meno di Lecce, è un club nuovo e stiamo creando le basi per il futuro. E spero di arrivare sul tetto di questo Palermo: oggi stiamo costruendo le fondamenta”.
“Il primo incontro con Corini? Lo devo ringraziare, perché da giovanissimo a Novara mi ha fatto giocare. Da lì è partita la mia carriera: sono maturato tantissimo da lì. Ora che ho raggiunto la maturità e mi sento pronto ad onorare questa maglia e questi colori. A livello tattico, mi piace sia ricevere palla fra i piedi che in profondità: il difensore che corre all’indietro è più in difficoltà rispetto a quando lo punto. Avere Stulac mi permette di attaccare lo spazio proprio per questo. Brunori? Ha le caratteristiche giuste per il 4-3-3, è un giocatore tecnico e un attaccante moderno. In questo modulo sembra isolato, ma in realtà non lo è: lui fa da collante con gli esterni. Il mister ci ha anche detto di giocare più vicini”.
“Obiettivi? Io penso a raggiungere prima possibile i 35-40 punti. Questo anno sarà ancora più difficile dei miei ultimi due in cui ho vinto. Noi dobbiamo avere l’umiltà di raggiungere prima quel tot di punti: perché anche se sono arrivati giocatori importanti, prima dobbiamo creare una coesione in campo. E io sono il primo che vuole raggiungere la Serie A: ma quest’anno, per me, la prima cosa da pensare è raggiungere una situazione tranquilla. Poi potremo sognare”.
“Con la Reggina siamo partiti male, e poi ci abbiamo messo un po’ a trovare equilibrio. Poi lì abbiamo creato qualcosa: a livello di possesso abbiamo creato, abbiamo giocato. I gol sono arrivati su errori nostri o su palla inattiva. In fase di non possesso siamo stati disordinati, ma ci conosciamo poco: insieme ci siamo allenati 4 volte. Un giocatore deve guardare però quelle cose positive: dobbiamo ripartire da quello”.
“Qui c’è una squadra dove c’era un grande gruppo: grande entusiasmo. Quelli che già c’erano ci stanno facendo integrare alla grande. Quindi, noi nuovi impariamo da loro; e loro possono imparare qualcos’altro da noi grazie alla nostra esperienza. Genoa? Queste partite si preparano da sole. Se non troviamo stimoli per questa partita, dopo due k.o. di fila e per il ritorno davanti al nostro pubblico, allora non ci abbiamo capito niente. Ad oggi, secondo me, è meglio incontrare una squadra così forte come il Genoa. Dobbiamo capire cosa abbiamo sbagliato a Reggio prima. Dobbiamo trovare i mezzi per farlo, ma io ho fiducia in questa squadra”.