Salernitana, Di Tacchio: “L’obiettivo è farsi trovare pronti per la ripresa”
DI TACCHIO SALERNITANA RIPRESA – Francesco Di Tacchio, esperto centrocampista e punto fermo della Salernitana, ha raccontato parte della sua quotidianità e delle sue impressioni riguardo la ripresa ai microfoni de Il Corriere dello Sport. “Come trascorro le mie giornate? Cerco di impiegare il tempo. Mi sveglio con calma, faccio stretching ed esercizi di postura, poi […]
DI TACCHIO SALERNITANA RIPRESA – Francesco Di Tacchio, esperto centrocampista e punto fermo della Salernitana, ha raccontato parte della sua quotidianità e delle sue impressioni riguardo la ripresa ai microfoni de Il Corriere dello Sport.
“Come trascorro le mie giornate? Cerco di impiegare il tempo. Mi sveglio con calma, faccio stretching ed esercizi di postura, poi nel pomeriggio mi alleno, ovviamente in casa. C’è una parte di lavoro aerobico e di forza, che alza leggermente il battito cardiaco. Non è il solito allenamento, questo è chiaro, e non dà quello che vorremmo. Diciamo che serve soprattutto per non perdere la condizione mentale. Se si riprendesse a maggio? Sarà necessario rifare la preparazione. Non ripartiremmo da zero, ma da due. Insomma, dovremmo fare un vero e proprio periodo di rodaggio, come accade durante il ritiro estivo. In questa fase dobbiamo prestare attenzione all’alimentazione per presentarci all’eventuale ripresa in condizioni accettabili. L’obiettivo è farsi trovare pronti. Non c’è ancora alcuna data. E non potrebbe esserci considerati i tanti morti ed i tanti contagi quotidiani. Sarebbe come parlare del nulla. Gli stipendi? Noi siamo pronti a discuterne con la nostra società, questo deve essere chiaro. Tuttavia, bisogna considerare che ogni calciatore ha le sue esigenze e che non tutti guadagnano cifre importanti. La serie A è un conto, nelle altre categorie la situazione è diversa. Come immagino la ripresa? Sarebbe un altro campionato. Dipenderà dalla condizione fisica e mentale. Ci sarà bisogno di tutti. Inoltre, si giocherebbe a porte chiuse e verrebbe meno il bello del calcio. Sarà davvero tutto diverso. Come vivo questo periodo sul piano personale? La situazione è delicatissima. Ogni giorno ci sono centinaia di morti e questo è angosciante. Restare a casa è necessario ma non è facile. Mi mancano il campo, gli amici, i compagni. Mi manca il calcio. I miei genitori stanno bene. Poi ho un fratello che vive in Inghilterra ed una sorella che lavora in Svizzera. Ci sentiamo quotidianamente. Leggo di storie tristi, di gente che muore senza aver visto per l’ultima volta i propri cari. Sono vicende che lasciano senza parole. Se mi pesa stare da solo? Gli orari sono un po’ sballati, è inevitabile. La tv non l’accendo, non mi va di farmi abbattere dalle notizie che arrivano. Guardo qualche serie on demand e studio l’inglese. Ogni tanto sento il direttore Fabiani e mister Ventura. E naturalmente i compagni. Solidarietà? Ognuno di noi sta facendo qualcosa, anche senza farlo sapere. Questa vicenda così terribile – conclude – ci sta aiutando a consolidare i veri valori della vita.“