Monza, Diaw: “Qui un’organizzazione da alta Serie A. Sarò sempre grato al Cittadella”
DIAW MONZA CITTADELLA ORGANIZZAZIONE – L’attaccante del Monza Davide Diaw è intervenuto ieri sera in diretta su Telechiara nel corso della trasmissione Rigorosamente Cittadella. Il bomber dei brianzoli ha parlato della sua nuova avventura in Lombardia e ha salutato i suoi vecchi tifosi in vista del match tra le due squadre, in programma sabato al “Brianteo” alle ore 16. Queste le sue dichiarazioni, […]
DIAW MONZA CITTADELLA ORGANIZZAZIONE – L’attaccante del Monza Davide Diaw è intervenuto ieri sera in diretta su Telechiara nel corso della trasmissione Rigorosamente Cittadella. Il bomber dei brianzoli ha parlato della sua nuova avventura in Lombardia e ha salutato i suoi vecchi tifosi in vista del match tra le due squadre, in programma sabato al “Brianteo” alle ore 16. Queste le sue dichiarazioni, riportate da trivenetogoal.it:
“Qui c’è un’organizzazione da alta serie A. Berlusconi e Galliani hanno portato al Monza il loro modo di lavorare che li ha visti vincenti, per trent’anni, al Milan. Per la serie B, ma credo anche per molte squadre di serie A quello che puoi trovare qua come organizzazione, modo di lavorare e molto altro è di assoluto livello. Si cura ogni minimo dettaglio; con questo ovviamente non voglio sminuire il gran lavoro e la grande organizzazione che ho trovato sia a Cittadella che a Pordenone, ma anche prima quando ero all’Entella. Anche dove giocavo prima ho trovato persone che non dimenticherò, società importanti con valori e ben organizzate. Ora sono contento di essere qui, di potermi giocare le mie opportunità e non ci ho pensato un secondo quando c’è stata la possibilità di poter venire a giocare a Monza.
Io do il massimo e cerco di dare il 110% e sono convinto che con la voglia di lavorare e di migliorarsi sempre i risultati prima o poi arrivano. Non mi aspettavo, quando approdai a Cittadella, di avere una crescita di questo tipo. Ma lavoravo per questo e sarò sempre grato al Cittadella, al mister, al direttore, alla dirigenza e ai tifosi per quello che hanno fatto per me. Spero di aver lasciato un buon ricordo, perché io di Cittadella ho un ricordo straordinario. Mi ha cambiato come giocatore e mi ha fatto crescere come persona. Mi è dispiaciuto andar via, però poi nel calcio si sa che siamo quasi tutti sempre di passaggio e l’importante è quello che si lascia e che si riceve. Berlusconi? Fino all’altro giorno l’avevo visto solo in televisione; vederlo entrare in spogliatoio e parlare con noi è stato emozionante, mi ha messo un po’di soggezione, lo ammetto. Mi ha dato il benvenuto e mi ha chiesto come mi trovo a Monza. Ha fatto il discorso alla squadra da Presidente, spiegandoci cosa vorrebbe fare con il Monza e come vorrebbe farlo”.
Tanti campioni in squadra come Balotelli, Boateng, Paletta e non solo. Campioni di cui ha parlato lo stesso Diaw, ed in particolare dei complimenti che Balotelli, esplicitamente, gli ha rivolto: “Quando ho letto le parole di Mario mi hanno fatto molto piacere perché comunque parliamo di un giocatore che ha vissuto il calcio vero, quello ai massimi livelli europei. Mi hanno stupito in positivo sia lui ma anche Boateng e Paletta ad esempio; giocatori che hanno fatto coppe europee, europei e mondiali che però in questa realtà sono al servizio della squadra, con un’umiltà incredibile. Aiutano me e gli altri ragazzi a migliorare. Diciamo che mi ha stupito il fatto di come si sono calati in questa realtà; ora che mi sono abituato non mi sembra neanche più di stare con dei campioni ma con dei compagni di squadra come lo sono tutti gli altri. E questo è molto bello. Cosa mi manca di Cittadella? Mi mancano ovviamente i miei ex compagni, perché tanti sono diventati miei amici, li sento spesso ed è inevitabile che di certe cose si abbia un po’ di nostalgia. L’importante però è che i rapporti sani, poi, rimangano. Come quello con capitan Iori che mi ha aiutato anche fuori dal campo. Era il mese di aprile e stavo uscendo con la mia compagna e con mia figlia quando, per dirla in breve, mi sono chiuso fuori di casa. In quel momento non sapevo chi chiamare e allora ho chiamato Manuel Iori, il capitano, a cui ho chiesto il nome di un fabbro da contattare. Lui invece, anziché mandarmi un fabbro, ha preso ed è venuto direttamente in prima persona con una lastra. Lì per lì son rimasto stupito, è arrivato con una lastra che gli ha prestato un suo amico pompiere. Siam rimasti lì un’oretta. Alla fine, siam riusciti ad aprire la porta e lo ringrazio perché sennò avrei dormito fuori. Quella porta non sono riuscita ad aprirla”.