13 Settembre 2024

Bari, Longo: “Vogliamo la prima vittoria. Simic è indietro per colpa della guerra in Israele, persino Falletti deve difendere con noi”

Le dichiarazioni del mister biancorosso in vista della gara casalinga contro il Mantova

Il Bari cerca disperatamente una scossa, una scintilla, per risvegliarsi dal torpore in cui è assorto da quasi due anni ormai. Nella passata stagione, grazie all’ultimo colpo di coda di capitan Di Cesare e altri fattori, c’è stato un lieto fine ma, come ben sappiamo, “chi scherza con il fuoco prima o poi si brucia”.

Ne è ben consapevole Moreno Longo, così come sa benissimo che se non inverte la rotta al più presto, anche la sua panchina è a rischio. Dunque la partita casalinga con il Mantova diventa di vitale importanza, e il mister dei Galletti, in conferenza stampa, lo ha ribadito con forza. Di seguito le dichiarazioni più rilevanti, riprese da PianetaBari.com.

RIPRESA –Mi aspetto un Bari voglioso che vorrà cercare con tutte le forze la prima vittoria. Mi aspetto una squadra che abbia il coraggio e la personalità di giocare una partita contro una squadra al momento nei vertici della classifica“.

PRINCIPI DI GIOCO – “Gli ultimi arrivi ci danno opportunità diverse di scegliere di volta in volta. Decideremo in base agli avversari o aspetti tattici. Quello che non deve cambiare sono i principi, ovvero cercare sempre di fare la partita e crearsi le opportunità per vincere“.

VOCI SUL CAMBIO DI PROPRIETÀ –Io conosco bene questa piazza e so quello che può darti. Quando sono venuto a Bari ero consapevole della situazione che avrei trovato, per cui non sono sorpreso di queste voci così come i ragazzi. Nelle grandi piazze ci sono alti e bassi, momenti di depressione e entusiasmo. Io quello che ho detto fin dall’inizio è che mi devo concentrare sugli aspetti positivi. Tutto quello che succede in giro è perché c’è passione, il nostro compito è riportare entusiasmo e riavvicinarci alla tifoseria tramite le prestazioni“.

NUOVI ARRIVI – La sosta ci ha permesso di aggiungere i nuovi. Hanno bisogno di un po’ di tempo per raggiunger la condizione. Su Favilli stiamo facendo lavori integrativi, alterando momenti con la squadra e lavori di surplus fisico per mettere più benzina nelle gambe. Simic si è fermato perché in Israele è iniziata la guerra, Tripaldelli ha avuto delle vesciche che lo hanno rallentato ma per caratteristiche entra in condizione più velocemente“.

MODULO – Sibilli ci viene a mancare, ma non la metterei come una questione di moduli. Bisogna capire come interpretare la gara, gli spazi da prendere. In campo dovremmo avere la capacità di mutare l’atteggiamento in base ai momenti. Mi aspetto che i miei giocatori abbiano la maturità di cambiare. Chi è arrivato ha dato più profondità, sicuramente ci hanno migliorato“.

MANTOVA – Abbiamo grande rispetto del Mantova, conosciamo la qualità che hanno. Sono cresciuto insieme a Possanzini, ci siamo seguiti lungo il percorso e gli faccio i complimenti. Non ha vinto il gruppo più forte, Possanzii ha valorizzato il gruppo, che ora gioca a memoria. Dovremo avere l’attenzione massima di curare al massimo dettaglio“.

MANZARI –Sono molto contento. Anche lui si candida come gli altri a giocare dall’inizio, ma c’è chi può essere importante per mezzora. Ora deve arrivare anche l’occasione di far gol, ha un piede importante e deve diventare più cinico e mettere i gol“.

FALLETTI – Falletti deve stare dentro un contesto tecnico organizzato, ma lui è libero di muoversi e interpretare lo spazio che si ritaglia. Ad oggi non c’è una squadra che può ragionare 10+1, Tutti devono stare dentro uno spartito e deve dare disponibilità. Dà disponibilità nelle due fasi con grande attenzione“.

LELLA E SACO – “Quest’estate abbiamo insistito e lavorato su un centrocampo a 2. Avevamo bisogno di capire quale fosse il futuro di qualche giocatore e lavorare di conseguenza. Avendo preso Lella e Saco ora bisogna utilizzarli con le loro caratteristiche. La prima regola è mettere i giocatori nelle loro posizioni senza snaturarli“.

RIGORISTA –Si, che decidiamo di volta in volta. A Genova il designato era Lasagna, la squadra lo riconosceva come il rigorista della squadra. Capita di poter sbagliare un rigore, ma quando entriamo in campo sappiamo già chi è il rigorista“.

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