Empoli, la ricetta di Corsi: “Serve il veleno addosso, tanto veleno”
Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, guarda alla nuova stagione. Una retrocessione amara in Serie B che per i toscani sa di beffa e adesso toccherà ripartire. Non un’operazione semplice né sotto il piano mentale né su quello tecnico. A far un punto della situazione corrente ci ha pensato la massima carica dirigenziale ai microfoni de Il […]
Fabrizio Corsi, presidente dell’Empoli, guarda alla nuova stagione. Una retrocessione amara in Serie B che per i toscani sa di beffa e adesso toccherà ripartire. Non un’operazione semplice né sotto il piano mentale né su quello tecnico. A far un punto della situazione corrente ci ha pensato la massima carica dirigenziale ai microfoni de Il Tirreno. Queste le sue dichiarazioni: “Oggi l’Empoli è ancora in stato embrionale. C’è tanto da fare, in tutti sensi. Ripartiamo per una nuova avventura ancora con l’amarezza per quello che poteva essere e non è stato. Cioè rivedendo e rivedendo il finale della sfida di San Siro. Ma anche con la consapevolezza e voglia. Non dobbiamo ricostruire una squadra ma anche una mentalità. Non possiamo permetterci il lusso di affrontare un campionato difficile come quello di Serie B con presunzione o ancora solo supponenza. Come ho già detto più volte serve il veleno addosso, tanto veleno. Nell’estate del 2008, per la precisione, quando da retrocessi pensammo di tenere alcuni gioielli e di prenderne altri, commettemmo un grande errore. Alla fine entrammo nei playoff perché facemmo giocare i giovani nel finale di campionato ma soprattutto i debiti fatti quelli stagione segnarono il nostro futuro. Per 6 anni ci impedirono di costruire e ad essere sincero l’ultimo finiremo di pagarlo l’anno prossimo. Non possiamo e non dobbiamo andare ripetere quel clamoroso errore, dobbiamo andare a cercare i giocatori giusti, quelli che vengono a Empoli a giocarsi la vita e non a farci un favore. Non è semplice, serve tempo, ma con il ds Pietro Accardi e anche con l’allenatore Cristian Bucchi lavoriamo proprio in questa direzione”.
L’intervento prosegue: “ In questo non c’è un modello di riferimento se ci fosse una recita la applicherebbero tutto. Posso dire che per la storia dell’Empoli un esempio è Ricci, uno dei gioielli della nostra Primavera. Non so se sarà pronto tra 6 mesi o 16, ma per lui deve esserci la possibilità di crederci e di esprimersi. Anche lo scorso campionato, forse, possiamo aver pagato lo scotto della gioventù e dell’inesperienza, ma ora quei ragazzi che sono migliorati giocando li stiamo cedendo alle big. La ricetta è motivazione e veleno anche perché quando aumentano le cilindrate delle auto fuori dallo stadio di solito per noi iniziano anche i problemi. E l’ambiente dovrà aiutarci a trasmettere questo messaggio alla squadra. Certo tocca principalmente a noi dirigente, all’allenatore e al suo staff, ma anche il contorno deve fare capire ai ragazzi che la partita, ogni partita, è un evento. Per pensare ai traguardi ci sarà tempo”.