Empoli, Mancuso: “Ripartire, dopo, sarà ancora più bello. Siamo attrezzati per poter sognare la A”
MANCUSO EMPOLI – Leonardo Mancuso, bomber dell’Empoli, è stato intervistato dal Corriere dello Sport. L’attaccante è nativo di Milano e lì sono la sua famiglia e i suoi amici. Non certo una situazione facile per lui che, rimasto ad Empoli, cerca comunque di vedere il bicchiere mezzo pieno. «La tecnologia, adesso, è l’unico alleato che […]
MANCUSO EMPOLI – Leonardo Mancuso, bomber dell’Empoli, è stato intervistato dal Corriere dello Sport. L’attaccante è nativo di Milano e lì sono la sua famiglia e i suoi amici. Non certo una situazione facile per lui che, rimasto ad Empoli, cerca comunque di vedere il bicchiere mezzo pieno.
«La tecnologia, adesso, è l’unico alleato che può davvero farti un assist vero. La preoccupazione c’è, è innegabile, ma c’è da essere comunque positivi. Ripartire, dopo, sarà ancora più bello. Siamo attrezzati per poter sognare la Serie A, dovremo pensare di essere protagonisti di un finale di stagione al massimo. Tocca a noi: con leggerezza, senza pressione, ma anche con precisione chirurgica. Gol più bello? Dico quello realizzato al Crotone, per il tiro…balistico. Era la prima partita con Pasquale Marino in panchina, ci tenevamo a sancire una ripartenza vera. Anche se il gol più bello sarà quello che farò non appena questa pandemia sarà finita sotto controllo. So già che non sarà la stessa cosa, che probabilmente saremo costretti a ripartire senza pubblico. Cosa mi manca? Da calciatore, rispondo lo spogliatoio. Il ridere coi compagni, lo scherzare tutti insieme e il lavorare, sul campo. Provare e riprovare anche solo una stessa situazione fino alla noia, fino a che non rasenti la perfezione. Mancano gli sfottò, la simpatia, insomma tutti quegli ingredienti che troppe volte si danno per scontati. Routine? Mi alleno con la mia compagna, Elena, e al mattino, mi ritrovo collegato da remoto con un gruppo di compagni con uno dei preparatori. All’inizio c’è stato anche il fattore novità, adesso ci abbiamo fatto l’abitudine. Ci svegliamo presto, facciamo colazione, lavoriamo in piccoli gruppi e ci concentriamo su quella tipologia di esercizi di potenziamento che possono essere fatti tra le mura domestiche. La società ci ha poi messo a disposizione delle cyclette che usiamo il pomeriggio. Marino? Lo abbiamo visto in qualche allenamento, da remoto pure lui, alternato al preparatore. Sappiamo di dover tenere duro e farci trovare pronti al momento giusto. Porte chiuse? Quella a Cremona è stata la mia prima gara a porte chiuse. Ti rendi subito conto che manca qualcosa di importante. Dovremo ricominciare a correre per provare a riacciuffare quella zona play off che dopo l’ultima gara ci è scivolata di mano. Tutti sogniamo la A. Emergenza Coronavirus? Me lo raccontano ogni giorno i miei cari. Perché sì, io sono rimasto qui a Empoli, ma a Milano ho tutta la mia vita, i miei genitori, i miei amici più stretti. Ci videochiamiamo, consapevoli che quando ci riabbracceremo sarà tutta un’altra storia».