17 Febbraio 2023

ESCLUSIVA PSB – Avv. Sperduti: “La Reggina non ha pagato l’IRPEF, ma in buona fede. Ecco cosa rischia”

Matteo Sperduti, Avvocato esperto in Diritto e giustizia Sportiva, ha fatto il punto in casa Reggina intervenendo ai nostri microfoni

Dopo la penalizzazione di un punto al Genoa, è ora la Reggina ad aspettarsi delle decisioni in merito al mancato versamento dell’IRPEF. Una procedura a cui il club calabrese non ha potuto ottemperare per motivi che non sono da ricercare nella volontà del club, anzi.

Per fare chiarezza sulla situazione della Reggina e sul mare legale ed amministrativo in cui si naviga in questo caso specifico, abbiamo raggiunto in esclusiva Matteo Sperduti, Avvocato esperto in Diritto e Giustizia Sportiva.

Ormai è noto quanto accaduto alla Reggina, che ha chiesto il via libera al Tribunale per pagare l’IRPEF ma ha visto la propria richiesta respinta. Qual è il motivo?

La Reggina, come da disposizioni federali, aveva tempo fino al 16 febbraio per poter procedere al pagamento delle ritenute Irpef. Contestualmente tutti sappiamo anche che la Reggina, allo stato attuale, si trova sottoposta al regime di concordato, ovvero una procedura fallimentare finalizzata a permettere di chiudere il fallimento e soddisfare i creditori attraverso la presentazione di una proposta specifica ai creditori.

Essendo in questo regime speciale, la società non ha possibilità di provvedere ad alcun pagamento e, tale divieto, è imposto dalle norme inerenti il fallimento ed in attesa della omologazione della ristrutturazione del debito. Il Tribunale, giustamente, nella propria decisione ha ritenuto che l’Ordinamento sportivo non possa entrare nel merito della questione inerente la procedura del concordato; questo seppur la Federazione, quale ordinamento settoriale autonomo, ha una propria regolamentazione e delle tempistiche che devono essere rispettate“.

Quali conseguenze rischia di pagare adesso la società amaranto?

“Il mancato pagamento delle ritenute Irpef comporta assolutamente l’apertura di una procedura di illecito amministrativo da parte della Procura Federale della FIGC con annesso conseguente deferimento, in caso non si provveda ad un ipotetico “patteggiamento” a seguito di avviso di conclusione delle indagini.

In tal senso, essendo un procedimento documentale, la Reggina rischia una minima penalizzazione (anche di 1 punto) e comunque un ammenda.

Certo, la società amaranto ha la possibilità di far valere la sua buona fede dimostrando di essersi attivata per effettuare il pagamento. Ma questa potrebbe non essere vista come una attenuante e/o giustificazione da parte dell’organismo giudicante della Federazione che, come detto, è autonomo e deve far rispettare la normativa federale e gli oneri di pagamento“.

Da questa vicenda emerge in maniera abbastanza netta una distanza profonda tra la Giustizia Sportiva e gli altri ordinamenti. Casi del genere possono favorire un cambio di rotta?

“La distanza è sempre molto marcata e, seppur ci siano stati degli interventi normativi e giurisprudenziali, rimane sempre amplia la frattura tra l’Ordinamento Sportivo, autonomo ed indipendente, e quello statale.

Si sta lavorando per cercare di accorciare queste distanze, soprattutto per permettere, in casi similari, una intersezione tra i due ordinamenti e soprattutto tra gli organismi giudicanti.
Ma non è semplice arrivare ad una soluzione unitaria tenuto conto che ogni Ordinamento vuole mantenere la propria autonomia rispetto all’esterno e garantirsi una propria fetta di “potere” interno
“.