ESCLUSIVA PSB – Daniele Barone, volto e voce di SkySport: “In Serie B non c’è mai certezza. La continuità premia il Parma, Palermo forte e fragile”
Un viaggio sul pianeta Serie B insieme a DANIELE BARONE
Una pagina della sua vita e soprattutto della sua carriera dedicata alla Serie B. Daniele Barone, giornalista e telecronista di SkySport, volto e voce che ci accompagna di settimana in settimana alla scoperta del mondo Serie B, ci ha raccontato il suo punto di vista sul campionato, lato campo sì, ma non solo. Perché dietro a quella che si può presentare come una “semplice” partita c’è tutto un pianeta da scoprire, tra storie, aneddoti e pensieri di chi vive le partite sul campo con un microfono. Abbiamo avuto il piacere di intervistare Daniele Barone, per scambiare qualche parola sull’attuale campionato di Serie B, tra certezze, sorprese e delusioni.
Ecco le sue parole:
Cominciamo proiettandoci alla 29^ giornata. Lo scontro diretto del fine settimana tra Cremonese e Como ci può dire qualcosa di più sulla vera anti-Parma?
“Mancano ancora 10 partite alla fine, è logico che una sfida di questo genere possa dirci qualcosa ma non tutto ancora. Sicuramente siamo arrivati ad un punto della stagione in cui ci sono dei valori definiti che sono definitivamente emersi, però è troppo presto per dire che una partita può decidere tutto. Le due squadre sono separate da un solo punto, sono simili seppur con caratteristiche diverse. Per essere onesti io dall’inizio avevo immaginato che la Cremonese potesse essere una grande protagonista di questo campionato. Il cambio allenatore ha inciso, Stroppa ha fatto la differenza, gli acquisti di gennaio, ovvero Johnsen e Falletti hanno pesato positivamente su questa squadra. Il Como invece è una grande sorpresa è vero, però non dimentichiamo che è una squadra che ha speso quasi 10 milioni a gennaio per prelevare Strefezza e Goldaniga dalla Serie A, investimenti importanti per fare un ulteriore salto di qualità. Non so dire se sarà realmente decisiva, importante sicuramente, ma decisiva forse non ancora”.
L’ingrediente segreto di questa Serie B?
“Non c’è mai mezza certezza. Il Como qualche settimana fa perde malamente a Palermo. Lo stesso Palermo dopo un ottimo momento si infila in un tunnel da cui fatica ad uscire. Il pareggio con la Cremonese e poi le due sconfitte consecutive. Il Como invece riparte da zero e in una settimana fa sette punti. I valori reali delle squadre prima o poi il campionato ce li doveva regalare, e a quel punto ci siamo arrivati. Però ci sono degli equilibri talmente sottili che è impossibile decifrare il finale di stagione”.
A proposito di Palermo, quella rosanero è una squadra che ti convince davvero? Oppure questa alternanza di momenti è un deficit troppo pesante?
“Il Palermo è forte fragile allo stesso tempo. La mancanza di un leader come Lucioni si fa sentire, ma è anche vero che senza un difensore come lui il Palermo ha vinto lo stesso gare importanti. Credo che sia davvero una squadra indecifrabile. Il problema della frenata delle ultime giornate è che sia arrivata in un momento decisivo, quando ti fermi a marzo tutto diventa più complicato. Se però mi devo sbilanciare credo che alla fine il Palermo farà almeno i playoff”.
La capolista Parma sta correndo più forte di tutti. E’ davvero la squadra nettamente più forte? Esiste una ricetta per vincere davvero in Serie B?
“Guardiamo i numeri. Ad oggi il Parma ha un solo punto in meno rispetto a quelli con cui ha terminato la scorsa stagione. Questo per dire quanto sia migliorata la squadra di Pecchia, che l’anno scorso ha faticato all’inizio e poi si è accesa un po’ tardi. La cosa più importante in casa Parma è stata la continuità, e un grande lavoro di Pecchia nel migliorare soprattutto i ragazzi più giovani, perché come ho detto tante volte anche a Sky, secondo me il Parma non era per organico la squadra più forte in griglia di partenza. Credo che il Parma sia la dimostrazione di come il giusto mix tra giovani intriganti e giocatori più navigati sia il cocktail giusto per una ricetta vincente. Ma esiste davvero una ricetta vincente in generale? Assolutamente no. Ho visto Pecchia vincere a Verona con una squadra esperta e matura, il Frosinone aveva tanti giocatori giovani in prestito allo Stirpe ma anche calciatori del calibro di Lucioni. Ogni squadra ha una storia a sé. Io sono di Pescara e non posso che ricordare la squadra di Zeman, tanti giocatori fortissimi ma poi la differenza forse più di tutti l’hanno fatta giovani come Insigne, Immobile e Verratti che non devo certo presentare io. Poi ho visto vincere il Carpi di Castori che era già un allenatore rodato ma anche Vincenzo Italiano come giovane. Non esiste una legge universale. Se sei bravo e trovi o crei l’ambiente giusto, e soprattutto generi quell’alchimia che serve”.
Il prossimo avversario del Parma sarà il Brescia. Che squadra è quella di Maran? E soprattutto può davvero farcela per i playoff?
“Brescia è esattamente il caso dove l’allenatore fa la differenza. Con tutto il rispetto ed il bene possibile per Gastaldello evidentemente non era ancora il suo momento. Maran è esperto, e anche se non era reduce da grandi esperienze ha raddrizzato la situazione. Per me non era una sorpresa però. Appena arrivato a Brescia in una delle prime interviste rilasciate a SkySport ci aveva detto: “Ho una voglia matta di rimettermi in gioco e ripartire”. Beh, quella voglia l’ha fatta vedere sul campo, ha dato ordine alla squadra mettendo i giocatori giusti nelle posizioni giuste. Diciamo anche che Cellino dopo qualche decisione discutibile ha preso quella giusta, scegliendo un allenatore azzeccato”.
Una considerazione sulla stagione della Sampdoria?
“La Sampdoria ha pagato tutte le difficoltà extra campo che hanno accompagnato la sua stagione. Si è iscritta con difficoltà al campionato e ha messo in campo una squadra non del tutto omogenea. A cominciare dal fatto che ha iniziato la stagione senza un vero attaccante visto che De Luca era infortunato, che La Gumina arrivava da un momento di difficoltà, o che Borini tornava dalla Turchia dopo una grande stagione sì, ma non è un vero attaccante che ti gonfia il monte gol. A questo si aggiunge che Pedrola è esploso praticamente subito ma si è fatto male, a gennaio non hai praticamente potuto fare mercato e allora tutto diventa più difficile. Ecco perché secondo me Pirlo ha fatto un buon lavoro, alla fine la Samp è a meno due dalla zona playoff. Non voglio esagerare, non è un mezzo miracolo ma di certo un gran lavoro in una situazione non semplicissima. Poi va sottolineato il tifo che aiuta lo spirito dei giocatori a crescere. Marassi è contenitore di calore incondizionato, ogni settimana almeno 20.000 tifosi cantano e colorano gli spalti, questo deve per forza aiutare”.
Il Catanzaro può essere la vera squadra rivelazione del campionato?
“Vivarini e il Catanzaro sono davvero una bella storia. L’anno scorso in C giocava un grande calcio e quest’anno fa lo stesso. Non ha praticamente mai pagato in termini di classifica il noviziato. Il Catanzaro ha sempre ballato nei piani alti di classifica, in quella metà sinistra che è rappresenta l’ambizione di chi punta in alto. L’unica tassa che ha pagato secondo me è lo scotto di un gioco molto propositivo ed offensivo, che in C per evidente differenza tecnica ti portava sempre a dominare, mentre in B ti porta ogni tanto a prendere troppi gol e rischiare qualche imbarcata. Quelle del Catanzaro alla fine molto spesso sono partite pazze. Però è una bella realtà, gioca davvero bene e le ultime tre vittorie hanno di nuovo alimentato la fiamma contagiosa dell’entusiasmo giallorosso. Secondo me può diventare davvero la mina vagante dei playoff, è una squadra interessante e molto pericolosa, soprattutto nella gara secca”.